Editoriale

Oltre il voto: appello ai candidati per un impegno ad applicare l'art 46 della Costituzione

Socializzare (almeno in parte) le imprese come ha fatto con successo la Germania, ovvero i lavoratori e la partecipazione alla gestione

Mario  Bozzi Sentieri

di Mario  Bozzi Sentieri

ltre il voto: appello ai candidati per un impegno ad applicare l'art 46 della Costituzione

Socializzare (almeno in parte) le imprese come ha fatto con successo la Germania, ovvero i lavoratori e la partecipazione alla gestione

In vista della prossima scadenza elettorale, il CESI (Centro Nazionale di Studi politici ed Iniziative Culturali) ha lanciato un appello a tutti i partiti e a tutti i candidati per un più forte ed impegno “partecipativo” invitandoli a sottoscrivere  un Patto finalizzato a realizzare già nella prossima legislatura istituti partecipativi nelle imprese pubbliche e private, secondo quanto richiesto dal dettato dall’art.46 dell’attuale Costituzione Italiana in vigore dal 1948 e mai introdotti nei trascorsi 65 anni: «Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende».

Mi sento di condividere e sottoscrivere l’iniziativa e la propongo a chi mi legge, con la speranza di un’ampia diffusione e condivisione, nella consapevolezza che le elezioni passano, mentre  le idee ed i programmi (specie se “di sostanza” come l’appello del CESI) restano…

                                             Mario Bozzi Sentieri

E’ necessario introdurre istituti di partecipazione per lo sviluppo

I dibattiti della campagna elettorale in corso, invece di orientare gli elettori circa  i programmi che ciascuna forza politica intende realizzare nella prossima legislatura, si limitano quasi esclusivamente ad irosi confronti fra i singoli personaggi che si confrontano. Malgrado l’Italia stia attraversando un lungo periodo di grave crisi politica ed economica e, in particolare, sia stata soggetta nell’anno trascorso ad un pesante interventismo fiscale che ha aggravato la depressione economica e le condizioni sociali dei cittadini, non vengono avanzati progetti tali da far riprendere quello sviluppo al quale il Paese ha diritto sia sul piano civile che su quello produttivo.

L’Italia ha bisogno di radicali riforme nella sua struttura costituzionale e istituzionale e nella legislazione riguardante l’impresa, il lavoro e l’uso dei capitali.   L’attuale Costituzione è insufficiente a rispondere alla dinamica civile ed economica  che è stata impressa al nostro Paese, sia dalla sua appartenenza all’ U.E. e all’Eurozona, sia dal confronto sempre più aspro sui mercati aperti dovuto alla globalizzazione.

 Analogamente le sue istituzioni, in vari settori essenziali dello Stato - scuola, ricerca, giustizia, sanità, tutela del territorio, servizi pubblici e infrastrutture - sono arretrate. Specialmente nel campo della produzione e della politica economica e sociale l’Italia abbisogna di adeguati e risolutivi interventi in sede di efficienza delle attività produttive (agricole, industriali e terziarie), di coerente coordinamento nella programmazione economica centrale e periferica, di formazione professionale e di garanzie occupazionali.

Tutto questo deve partire dalla base delle attività produttive -  le imprese e le aziende - nelle quali deve realizzarsi una fattiva collaborazione organica tra capitale e lavoro e, quindi, una  responsabile  partecipazione alla gestione e agli utili in tutti i livelli operativi: dirigenziali, funzionali ed esecutivi.

Vi è urgenza a questo riguardo perché la competizione all’interno e verso l’esterno dell’Europa sarà sempre più serrata e le merci e i servizi prodotti saranno sempre più soggetti ad un aspro confronto: il fattore lavoro sarà essenziale ai fini della produttività, ossia dell’apporto partecipativo, anche da parte del lavoratore che opera in ruoli modesti o di primo impiego, ai fini del continuo miglioramento dei processi produttivi , dell’innovazione di prodotto e della maggiore quantità di beni prodotti e commercializzati..

L’esperienza tedesca deve fare scuola. La Germania, a seguito della introduzione da molti anni nelle proprie imprese dell’istituto della cogestione e della partecipazione di tutti, investitori e lavoratori, agli utili ( mitbestimmung ), ha in Europa la più alta produttività quantitativa e qualitativa per cui, anche in periodo di crisi, regge i confronti con la produzione estera in settori strategici dello sviluppo.

Tale positiva situazione istituzionale riguardante le imprese costituisce, oltre che un fattore di elevazione civile, pure un generale abbassamento dei costi fissi aziendali in quanto gli stipendi e i salari sono più contenuti rispetto alla media europea, mentre invece il contenuto reale della buste paga dei suoi lavoratori è molto più alto rispetto a quello degli altri lavoratori della U.E.

Il Centro Nazionale di Studi CESI – facendo  tesoro di tutta una scuola italiana di dottrina politica, sociale ed economica - fin dalla sua nascita sostiene la necessità dell’introduzione urgente nel nostro Paese dell’istituto partecipativo sopra descritto e pertanto lancia, in occasione della presente campagna elettorale, a tutti i candidati una appello perché sottoscrivano un impegno in tal senso, (g.r.)

                                                                    

              

APPELLO

AI CANDIDATI  NELLE ELEZIONI  CHE SI SVOLGERANNO IL 24-25/02/2013 per:

 “UN PATTO PER LA PARTECIPAZIONE”

Il CESI (Centro Nazionale di Studi Politici ed Iniziative Culturali),

CONSTATATA

La grave crisi del sistema produttivo nazionale con pesanti ricadute sui livelli occupazionali, sul tenore di vita dei lavoratori e delle loro famiglie e sul rapporto deficit/pil;

EVIDENZIATA

l’esigenza per l’economia italiana di attuare una maggiore produttività nelle imprese da raggiungersi attraverso sistemi di partecipazione alla gestione e agli utili (come sottolineato da numerosi esponenti del mondo sindacale dei lavoratori e dei datori di lavoro; da rappresentanti

della cultura italiana, ed in particolare del mondo della scuola di ogni ordine e grado; da sociologi ed economisti, nonché da gran parte della stampa d’opinione e specialistica);

PRESO ATTO

delle Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia sottoscritto il 16 novembre 2012 dalle maggiori confederazioni sindacali dei lavoratori - UGL, CISL e UIL - e dalla maggior confederazione industriale italiana - la Confindustria - secondo le quali è necessario «dare attuazione alle misure per la partecipazione nelle imprese ».

FA APPELLO

ai candidati impegnati nelle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013, perché sottoscrivano un Patto finalizzato a realizzare già nella prossima legislatura istituti partecipativi nelle imprese pubbliche e private, secondo quanto richiesto dal dettato dall’art.46 dell’attuale Costituzione Italiana in vigore dal 1948 e mai introdotti nei trascorsi 65 anni: «Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende».

Il presente Appello é stato sottoscritto dagli aderenti al Centro studi CESI; dai dirigenti della UGL che  si richiamano ai valori dell’ etica e della partecipazione ed è aperto alla sottoscrizione di quanti - enti,  gruppi, associazioni e persone singole -  ne condividono i contenuti.

Le adesioni possono pervenire sia direttamente per e-mail (cesi.studieiniziative@gmail.com) sia in qualunque altro modo della rete online, oppure,  per esempio, attraverso articoli e comunicati stampa. Sarà gradita la segnalazione del proprio indirizzo e.mail .

Testo del Patto da sottoscrivere:

PATTO PER LA PARTECIPAZIONE

Il sottoscritto, candidato nelle elezioni politiche che si svolgeranno il 24-25 febbraio 2013

RIAFFERMATO

quanto previsto dall’art.46 della Costituzione della Repubblica Italiana riguardante il principio fondamentale del “diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle imprese”;

DICHIARA DI CONDIVIDERE

gli “orientamenti partecipativi”, presenti nell’impianto costituzionale italiano, con particolare riguardo al ruolo del C.N.E.L. (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), quale organo di rappresentanza delle categorie produttive e pertanto

PRENDE  ATTO

della necessità di una riforma della struttura dell’impresa, finalizzata a realizzare l’integrazione di tutti i fattori produttivi che concorrono all’attività delle aziende stesse;

SI  IMPEGNA

nell’ambito del suo mandato parlamentare, a favorire tutti gli atti legislativi che possano portare alla realizzazione della partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese e nonché ad un più diffuso processo di integrazione sociale ed in particolare:

a)    favorendo la formazione tecnico-gestionale dei lavoratori e quindi le condizioni per trasformare il lavoro  da rapporto di scambio a rapporto a struttura associativa;

b)    individuando forme di partecipazione sociale, che, dal territorio, favoriscano il superamento dei fattori di criticità esistenti nonché la partecipazione delle categorie dei lavoratori e dei datori di lavoro alla programmazione dello sviluppo nazionale;

c)     affermando, attraverso la difesa ed il  rilancio del ruolo del C.N.E.L., la partecipazione dei lavoratori al governo generale dell’economia e della società.

DICHIARA

che quanto sopra esposto è condiviso anche al fine di dare risposta giuridico-istituzionale alla domanda del popolo italiano di partecipazione democratica del lavoro - in tutte le sue forme (categorie dei lavoratori dipendenti, autonomi, professionali ed imprenditoriali) -  alla rappresentanza politica in sede parlamentare e quindi legislativa.

                                                In fede,

(indicare: nome e cognome, lista nella quale si candida, indirizzo postale, telefonico ed e-mail).

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