Lupo de Lupis o Mannaro?

Mario Monti, il re dei trasformisti

Dal british style alla politca sguaiata tipicamente all'italiana

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Monti si sta dimostrando per quello che realmente è: un camaleontico trasformista, che cambia pelle, o meglio idea, a seconda del tempo.

I robot dormono?

Insomma, tutti si stanno accorgendo dell’accentuato paraculismo del Premier uscente, ma oltre a tanto, c’è da aggiungere la perdita totale del suo british style che lo aveva, bene o male, caratterizzato in questo sciagurato periodo politico.

Sempre sussiegoso, ma con toni pacifici, addirittura quasi soporiferi, mostrava continuamente la sua incapacità di governare, basti ricordare ciò che si era ripromesso di fare e tutto ciò che non ha portato a termine; però ogni volta cum fere elegans ut sisterent(con modi quasi garbati).

Poi, lo show della metamorfosi montiana, e il nuovo look da Lupo Mannaro, con tanto di perfidi sorrisetti, che arriva alla sua massima espressione con la definizione di “pifferaio magico” affibbiata al Cavaliere.

E, poi, sempre rivolto a Berlusconi lo definirà “vecchio illusionista ringalluzzito” garantendo che mai sarà possibile un’unione con il PDL.

E’ di poche ore fa la coerente conferma del dotto Lupo Mannaro bocconiano: “ è più che possibile un dialogo col Pdl, basta sia lasciato fuori il pifferaio”.

Giorni fa tesseva le lodi del Partito Comunista, della sua importante storia politica e umana, e della sua lontananza da ogni coinvolgimento strano in situazioni poco chiare; ieri, con fare infido, dirà in un’intervista : “Non voglio attaccare Bersani, ma il Pd c'entra nella questione Mps. Il Partito democratico è coinvolto in questa vicenda perché ha sempre avuto grande influenza sulla banca attraverso la sua fondazione e il rapporto storico con il territorio culturale e finanziario senese”.

L’impressione che ne deriva è che certi suoi spettacolini di fronte alle telecamere siano frutto di un crescente risentimento nel notare che molti suoi amici di pochi mesi addietro, come per esempio Marchionne, hanno decisamente intrapreso la via berlusconiana, delusi dagli obbiettivi falliti dal team Monti.

Quindi, perché no un riavvicinamento al PDL, l’importante è specificare che sia allontanato il pifferaio di Arcore, altrimenti la sua doppiezza raggiungerebbe livelli che Giuda iscariota retrocederebbe in second’ordine.

Colui, dunque, che aborriva le risse verbali sta diventando, con il suo infido sorrisetto, un facinoroso attaccabrighe che tende ogni volta ad accentuare sempre di più questo nuovo modus vivendi, alimentando dubbi e dissapori, però, tra chi prima lo difendeva a spada tratta, come Enrico Letta, ma esercitando questa strategia perché accortosi di trovarsi in grande difficoltà di consensi.

Il suo aplomb inglese è ormai stato riposto nell’armadio, per dar spazio ad un nuovo neofita della politica sguaiata e tipicamente italiana.

Ma, bisogna resistere, il 24 e 25 febbraio sono quasi alla porta, e del Monti mannaro resterà solo uno spiacevole flashback.

Potrà essere ricordato solo nelle notti di luna piena, ma più come Lupo de Lupis che altro…