Editoriale

Per non dimenticare?

E si riforma il dolore nelle antiche immagini, si proietta dalle antiche immagini che antiche non riescono ad essere, non possono, non viene loro permesso

Marika Guerrini

di Marika Guerrini

Marika Guerrini nasce a Pozzuoli. Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e Iran. Vive e lavora a Roma. Autrice di "Grigiarancio" Asefi Terziaria 2000 ( seconda ediz. ampliata, Amazon 2011, Smashwords Edition 2011, lulu book 2011); "Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush" Venexia 2005; "Afghanistan Profilo Storico di una Cultura" Jouvence 2006; saggi e articoli in volumi collettivi tra cui "Tripartizione Umana ed Educazione" Graus 2007; "L'orientalista guerriero" Il Cerchio 2011. Il suo blog http://occiriente.blogspot.com

ai più lunga nella storia degli uomini la data di un anno. Anno moltiplicato in segni di sessantotto calendari. 1945, anno senza fine, che non trova fine. E' lì che li teniamo, ancora. Lì,  dietro la rete, oltre i cancelli. Lì, nel terrore di grandi occhi su volti emaciati assenti d'ogni moto di capelli. Lì, incorniciati in rombi metallici nei pigiama a strisce. Imprigionati nella memoria. Dalla memoria. 

E li usiamo. 

E nell'uso scorrono  le riprese in bianco, in nero, in colore. E scorrono volti bambini e grinzosi e lontani. Scorrono incatenati nel tempo. Nell'inesorabilità d'un tempo ripetuto, vuoto di speranza, di luce, dell'amorevole carezza d'una dimenticanza. 

Tempo senza perdono.

 E li usiamo da sessantotto anni. 

E usano noi.

 "Bisogna ricordare perché quei crimini contro l'umanità non si ripetano" è quel che viene detto e ridetto e ancora detto. "Giornata della Memoria" per questo. 

E si riforma il dolore nelle antiche immagini, si proietta dalle antiche immagini che antiche non riescono ad essere, non possono, non viene loro permesso. 

E si riforma l'odio alla vista delle antiche immagini, si ripropone attraverso le antiche immagini. E si ricrea, si riforma, si ripropone, si alimenta, si espande. E rivive. E vive. E si usa l'odio per combattere l'odio.

 E' odio capovolto la "Giornata della Memoria". Capovolto a concimare la terra, la storia, gli uomini, mentre genocidi antichi anch'essi, si sono ripetuti e dimenticati, mentre genocidi presenti si ripetono. A insanguinare la terra, la storia, gli uomini. Nell'indifferenza della terra della storia degli uomini. "Per non dimenticare" si dimentica. Ora. Qui.


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