Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Alcuni volti di ragazze scomparse e mai ritrovate.
Siamo di fronte al più riprovevole crimine di tutti i tempi.
Ciudad Juárez, è una città nello stato messicano di Chihuahua, gemellata con El Paso, in Texas, dove più di 450 donne sono state ammazzate secondo la solita meschina regola: sequestro, violento supplizio, stupro, amputazioni di parti pubiche e rettali, soffocamento tramite buste di nylon. Da svariati anni -chi dice 11, chi tredici, chi addirittura 15-, con la cadenza di due morti al mese, nei sobborghi di questo abominevole capoluogo vengono riportati alla luce cadaveri di giovani donne, nella maggioranza dei casi fanciulle non ancora sviluppate e adolescenti: denudate, seviziate e sfregiate. Alcuni detective della Polizia di Chihuahua pensano sia l’attività di due, al massimo tre, serial killer pazzoidi, finora latitanti e sicuramente aiutati da gente del posto.
La storiografia di uno dei più repellenti serial killer, l’ungherese Bela Kiss, è una vera e propria epopea, per gli studiosi di criminologia, non tanto per la sua malvagità, quanto per l’abitudine a riuscire a sfuggire alle forze dell’ordine fino alla sua morte avvenuta nel 1936. Tutto ha inizio con un doppio assassinio per amore, per procedere poi ad una vera carneficina che si concluderà con la ventiquattresima vittima.
Theodor Robert Bundy, celeberrimo serial killer del ventesimo secolo, primo nella insopportabile graduatoria dei sicari assassini, ha accompagnato con se nella fossa la verità su un’ innumerevole serie di uccisioni la cui disumanità è penoso rappresentare.
Se questi miei riferimenti a due dei più sadici e infernali
assassini seriali vi hanno impressionato, certamente è perché noi tutti alligniamo
in realtà pressoché ordinarie nelle quali simili brutture non accadono sovente.
Vicende, comunque, che ci parrebbero scontate se agissimo in un mondo in cui venissero
ammessi i più nefandi crimini: rapimenti, abusi, deturpazioni fisiche, delitti.
Un ambiente dove gli agenti di polizia nascondessero i killer peggiori, ne
diventassero i loro favoreggiatori, gioissero
nel diffamare gli incolpevoli e intimidissero, o perfino uccidessero, qualsiasi
inquirente. Un non mondo in cui i poteri forti facessero finta di non vedere,
gli assassini vivessero resi liberi e gli innocenti tormentati.
In breve, un incubo ad occhi aperti.
Il grande problema è che questa società dell'orrore esiste.
Ogni cosa è vera quanto reali sono le vittime, gli accertamenti e le deposizioni
accumulate, da poliziotti onesti, in tutti questi anni.
Ciudad Juárez, confina con gli Stati uniti. La sua popolazione, 1.350.000
abitanti, è ormai da anni prigioniera di criminali senza volto, identità che
molte autorità del luogo non intendono svelare. I diritti umani vengono ogni
giorno calpestati dalla burocrazia e dall’inettitudine della polizia locale. Più
di 450 donne sono state sequestrate, seviziate e sfregiate orribilmente. Molte
di loro avevano peculiarità comuni: circa duecentottanta provenivano da
famiglie disagiate, la maggioranza operaie, tutte di statura bassa, capelli
neri e lunghi.
Tutte hanno trovato la medesima terrificante fine e per moltissime non è stato
possibile associarle ad un nome.
Diversi corpi sono stati rinvenuti nei rioni del centro, altri sono emersi,
dopo le lunghe piogge, nelle incolte terre dei sobborghi. Resta una certezza: le
altre vittime sono state fatte a pezzi in altre zone, dopo avere subito le più
aberranti e sadiche torture.
Il modus operandi dei sicari è la fotocopia di quello dei
più spietati serial killer. Gli atti criminali si replicano, si rassomigliano,
le atrocità sono le mesme, comprendendo in particolar modo fanciulle e
adolescenti, e nientemeno che bambine di 9 o 11 anni.
Ciudad Juárez è, a tutt’oggi, il posto meno sicuro al mondo, con la più alta
percentuale di criminalità verso le donne. Nemmeno negli Stati uniti dove i
serial killer pullulano come formiche, il sesso femminile è così seriamente al
pericolo.
In questa infernale città, quattro persone strangolate su dieci sono giovani
ragazze.
Le Nazioni Unite, avvertono nei vari summit sui diritti umani, che queste
catene di delitti non avranno una fine breve dal momento che, il livello di
immunità nello stato di Chihuahua è pari al 100%. D’accordo e accettiamo le
percentuali dell’ONU, ma allo stesso tempo mi chiedo quali soluzioni siano
possibili per annientare un simile eccidio, se non serva rispondere a questa
ecatombe con un atto di forza. E lo chiedo alla confinante America, che come
tutti sappiamo non perde tempo nello sferrare attacchi missilistici a certuni
possessori di bombe atomiche. No, Mr President Obama, Chihuahua non possiede
ordigni di distruzione di massa, ma incorpora all’interno della sua società il
più alto tasso di criminalità al mondo, con giovinette che tirano un sospiro di
sollievo se la sera riescono a tornare a casa dal lavoro sane e salve. Non è
anche questa una forma di bieco terrorismo?
Nel 2001, Candice Skrapec, una delle più importanti criminologhe del mondo, dichiarò apertamente che più di 100 degli omicidi erano stati compiuti da due killer seriali. La Skrapec era certa che Angel Maturino Reséndez , il tristemente celebre «assassino delle ferrovie», fosse uno degli artefici.
Continua....
Inserito da piero44 il 21/11/2011 17:49:59
10 e lode!!!!!