Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
iù si avvicina la scadenza elettorale e, lo ammetto, meno il quadro politico complessivo mi si fa chiaro. In queste ore Monti sta facendo la propria campagna elettorale attraverso vertici europei: Bruxelles, Berlino; Parigi. I suoi interlocutori sono entusiasti e la Merkel ha perfino assicurato che, seppure i rapporti con il premier italiano siano cordiali, egli s’è sempre battuto duramente per gli interessi italiani.
E’ il classico caso di profeta fuori dalla patria, i sondaggi per le sue liste non sono complessivamente esaltanti ma neanche pessimi. Il fatto, per altro prevedibile, è che Scelta civica sta cannibalizzando l’Udc e ne riducerà in modo significativo la rappresentanza alla Camera. E Casini potrebbe davvero seguire l’esempio (si fa per dire) di Fini: lanciarsi alla presidenza del Senato abbandonando il partito al suo destino.
Del Fli c’è davvero poco da dire: fin dall’inizio Fini e i suoi hanno puntato ad avere il miglior risultato degli esclusi per… essere inclusi. Prova ne è che hanno fatto muro alla possibilità che si costituisse un’ulteriore lista di filo-montiani fuoriusciti dal Pdl. Un errore strategico per Monti - a mio avviso - perché tale lista sarebbe potuta essere il luogo dal quale attrarre a sé diversi parlamentari del Pdl qualora questo partito (le possibilità potenzialmente ci sono tutte), dopo le elezioni o nel corso della breve legislatura, si sbriciolasse.
Più il risultato fosse buono per il partito di Berlusconi e meno defezioni, ovviamente, ci sarebbero. Ma alla lunga nel Pdl vedo sempre meno motivi di coesione, fatta eccezione della forza carismatica e centripeta del capo. E questa campagna elettorale ancora una volta sta ribadendo che senza Berlusconi il centro destra si deve reinventare daccapo.
I partiti di destra, sono ancora un’incognita. Le percentuali che quotidianamente i sondaggisti pubblicano su televisioni e giornali, a mio avviso sono poco veritieri e penalizzanti. Le potenzialità dei “Fratelli d’Italia” sono senz’altro superiori a quel due per cento scarso che viene loro dato. La doppia offerta Meloni-Crosetto, fa di questo giovane partito dalle profonde radici culturali, la casa della destra liberale che in Italia è mancata da decenni.
Peccato che il movimento di Giannino abbia deciso di rimanere furori dalle alleanze, perché - ovviamente a mio parere - dentro “Fratelli d’Italia” avrebbe dato un carattere del tutto inedito e forse necessario dal punto di vista dell’ eterogeneità dell’offerta presso il multiforme elettorato di destra. Così credo che il progetto di Giorgia Meloni e di Guido Crosetto, potrà fornire l’ossatura alla destra che verrà.
La Destra di Storace, che ha una misurazione più definita, essendo da più tempo presente nel panorama politico, potrebbe poi crescere ancora un poco, trascinata dalla candidatura del suo leader alla presidenza del Lazio. Del resto Storace politicamente è molto capace, in campagna elettorale è uno che macina chilometri e consensi.
La Lega, poi, laddove deve tenere, tiene.
I numeri non sono una banalità, né un dettaglio, perché - come è ovvio - determineranno le alleanze globali e non solo di coalizione. Il caso Monte dei Paschi di Siena, le spese pazze dei Consiglieri di sinistra alla Regione Lombardia (Nutella compresa) non stanno aiutando il Pd a crescere nei sondaggi, e l’attivismo di Ingroia e gli ex pubblici ministeri della Rivoluzione Civile, erodono voti alla sinistra, oramai un po’ annacquata, di Vendola. L’alleanza non arriverà (credo sia piuttosto chiaro e lo spero) ad avere numeri sufficienti per governare in solitudine, al meno al Senato. Quindi mi chiedo: se i numeri di Monti non fossero sufficienti a dare a Bersani una stabile maggioranza e portarlo a Palazzo Chigi?
Ecco il rompicapo. Grande coalizione? Cambi di casacche a iosa che manco al calcio mercato? Cosa? Elezioni del presidente e tutti a casa un’altra volta?
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