Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sono, oramai, trascorsi quattro giorni, da quando il desaparecido Paolo Berlusconi, fratello minore, soprattutto intellettualmente, del più noto Silvio ha definito Balotelli il negretto di famiglia!
La gaffe è una delle più clamorose del trentennio Berlusconiano, peggiorata ancor di più dall’altra definizione “negretto dalla testa calda”.
In sé e per sé è deprimente dare del negro a qualcuno, ma allo stesso tempo credo proprio che una mentem ulcus come quella di Paolino O’Marrano non intendesse davvero usare quella sciagurata frase con disprezzo e derisione, altrimenti anche il più anencefalo individuo avrebbe saputo, dopo sì tanta idiozia, di finire nell’occhio del ciclone in un periodo dove imperversano continuativamente, e giustamente, miriadi di iniziative per sconfiggere ogni forma di razzismo, in primis in campo sportivo e di cui il Milan si è fatto portavoce.
Sono passati non molti giorni da quando Kevin Boateng, e insieme a lui tutta la squadra, hanno portato a termine una rumorosa presa di posizione contro il razzismo smettendo di giocare dopo gli insulti e i buuuu a Boateng.
Addirittura i rossoneri il 6 gennaio contro il Siena sono scesi in campo durante il riscaldamento con una t-shirt con un messaggio suggestivo: “Ac Milan against racism”.
Dopo tante buone iniziative il tutto, sembra aver subito una violenta scossa di magnitudo a causa delle deliranti parole del fratello del Cavaliere, in un contesto – il sostegno per sostenere la candidatura dell’esponente del Pdl Fabrizio Sala- nel quale bisognava categoricamente tenersi lontani anni luce da possibili equivoci.
Una frase che in poche ore ha fatto il giro del mondo, scatenando un vero e proprio inferno in Internet, non tanto su Paolino O’Marrano quanto su chi l’ha mandato lì in veste di portavoce del Milan e del partito di Berlusconi.
Una cosa è certa la notizia rientrerà nel giro di pochi giorni perché tutti abbiamo capito da che pulpito è arrivata, e soprattutto adesso sarà più chiaro perché nell'assetto societario del Gruppo tal essere umano non abbia prominenza alcuna.
Io, addirittura, non la definirei nemmeno frase razzista, soprattutto perché questa sottospecie di umanoide avrebbe dovuto dire allora "i negretti di famiglia", visti i numerosi calciatori di colore che fanno parte del Milan; è solo, e occorre prenderla per tale, la frase infelice di un disperato omuncolo…niente più!
Inserito da Loredana il 06/02/2013 12:50:37
...Paolino Paperino, ma in versione meschina. Vedo che i deliri del fratello Silvio l'hanno contagiato in pieno. Ma certo, non voleva essere una frase razzista. Oh, no, ma certo che no, come abbiamo fatto a pensarlo? Dimostra, in fondo, solo la pochezza, la superficialità, la mancanza di rispetto, l'ipocrisia di una certa classe sociale di arricchiti esteriormente, ma che dentro hanno un deserto ben più desolato del Sahara. No, niente razzismo qui. Questo tipo di frasi mi fa venire in mente quelle di qualche intelligentone leghista, che inneggiava al risveglio del Vesuvio, o che si scusava per i disagi creati dalla Padania che si stava staccando dall'Italia con il terremoto in Emilia. Anche qui, niente razzismo. Solo un devastante vuoto interiore che prima o poi li ripagherà come meritano. E anche nelle zone alte, dove di solito c'è un cervello, c'è solo aria che vortica in mulinelli.
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