Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Oscar Pistorius mentre piange
Gli avvocati della difesa di Oscar Pistorius sono entrati in aula decisi e con le idee chiare: «Dimostreremo senza il minimo tentennamento che non è stato un omicidio, ma un fatale incidente». Queste le parole di Barry Roux, uno dei legali dell’atleta, che con abilità dialettica tiene anche a precisare: « i due, è vero, avevano alcuni problemi da risolvere» prima di dileguarsi tra la folla che assiepa il tribunale.
Pistorius, appare tranquillo e lo stesso giudice gli chiede se sta bene, al che Oscar risponde di sì.
Poi è la volta di Roux che inizia la sua difesa partendo a razzo e mostrando una magniloquenza di altri tempi; il tutto per dimostrare che Oscar non può assolutamente avere premeditato l’omicidio.
Ogni cosa, infatti, si muove intorno alla dinamica del gesto di Pistorius che al PM, invece, sembra del tutto chiara: « L’assalto era stato preparato sin nei minimi dettagli».
Ed è per tale motivo che il procuratore vuol negare categoricamente la cauzione per il rilascio. La difesa pone domande retoriche, e forse banali alla giuria, quali « La porta non era forzata. E allora, cosa prova ciò. Niente di niente!»; «La porta del bagno buttata giù? Ha fatto di tutto per aiutarla dopo il primo sparo».
Per completare, con questa frase a effetto: « Non è un assassinio premeditato. Non lo è mai stato, anzi non è proprio un omicidio. Noi dobbiamo solo pensare che era notte fonda, che la giornata tra i due era stata piuttosto concitata, che lei entrando si è chiusa subito in bagno e, Oscar, scambiandola per un ladro ha sparato ».
Ma, ora, è il momento del PM Gerrie Nel che inizia mostrando un tono alquanto deridente e ironico: «Ah, bene, ora sì che l’avvocato Roux mi ha convinto».
A seguire la sua ricostruzione dei fatti: « Oscar Pistorius si è alzato, ha messo le protesi, si è spostato di circa sette passi, ha preso la sua rivoltella e, senza esitazione, ha sparato: sapendo di centrare la sua fidanzata e non un intruso. Egli ha voluto uccidere».
Poi, tirando fuori alcune indagini degli investigatori ha fatto presente che l’atleta aveva avuto il porto d’armi bloccato fino al 2010, e che da tempo era alla caccia di altre pistole oltre alla 9mm, l’arma incriminata.
Poi, Pistorius, comincerà a piangere…
Continueremo a tenervi informati.
Inserito da Loredana il 19/02/2013 10:48:34
Mi sembra un po' debole come difesa. Prendere subito la pistola e andare a sparare, senza nemmeno farsi sfiorare dal sospetto che potrebbe essere qualcuno di conosciuto (tipo una fidanzata), invece di un ladro? Mi sembra manchi qualcosa. Non si fa cenno alla mazza da cricket sporca di sangue: quando ne hanno parlato la prima volta, dovevano ancora esaminarlo. Forse non c'era volontà premeditata di uccidere (perché farlo in casa propria, se c'era un piano?), ma ad un certo punto è scattato un meccanismo di furia che ha spazzato via tutto, amore, razionalità, senso di rispetto. Di nuovo una donna vittima, però.
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