A lato della lettera di Giulia

Giovani che credono nella cultura

Si intitola "Corrispondenze" e nasce dallo sviluppo delle tesine per la maturità

di  Totalità

Giovani che credono nella cultura

L'ex ministro Gelmini

Corrispondenze, o quel che potrebbe essere la scuola.

Non se ne sono accorti in molti: non l’ex ministro Gelmini, nonostante le sia stato recapitato con la preghiera di degnarsi di darci almeno un’occhiata; chissà se il suo successore sarà più sensibile. Non il mondo della politica, pronto a riempirsi la bocca con la scuola ma altrettanto pronto a ignorarla quando non fa spettacolo o demagogia, in fine se n’è accorta poco anche la scuola stessa. Chi se n’è accorto, però, è rimasto colpito: da Franco Cardini, che ci ha creduto al punto da firmarne la prefazione; a Riccardo Nencini, raro esempio di politico – uomo di cultura che ha accettato di presentarlo in una libreria fiorentina … e qualche altro ancora.

Si tratta, molto semplicemente, di un libro. Oggi in Italia un libro è una merce sin troppo inflazionata: se ne producono a tonnellate e come sovente accade in questi casi, alla quantità non corrisponde certo una qualità adeguata.  Eppure Corrispondenze: fermenti culturali, artistici e politici tra Otto e Novecento, edito dalla casa editrice Il Cerchio di Rimini è senza dubbio un testo molto particolare. In un paese in cui sono rari i docenti universitari che scrivono un libro con i propri allievi (magari  ormai plurilaureati, dottorati, postdottorati etc.) un professore di liceo che osi pubblicare, trasformate in saggi, le “tesine” di un gruppo di suoi ex alunni può sembrare persino blasfemo; ancor più poi, se il progetto non nasce dal docente in questione, ma da uno degli studenti, neppure ventenne: la cosa rischia di diventare inaudita e scandalosa.

Eppure è stato così. Corrispondenze, che deve il suo titolo alla celebre e splendida lirica di Baudelaire, che è anche il filo conduttore del libro, risulta  “a cura di Domenico del Nero e Laerte Failli” ma è frutto dell’iniziativa del secondo che ha saputo trascinare e coinvolgere sette compagni di classe, convincendoli , dopo l’esame di maturità, a ritornare sulle loro “tesine” per il labor limae necessario a trasformarli in saggi. La storia di Corrispondenze  è dunque anche la vicenda di un rapporto eccezionale tra un insegnante e la sua classe (o meglio, la sua “fuoriclasse”, come Del Nero ama definirla) , tanto che il Corriere di Firenze  intitolava la sua recensione “l’attimo fuggente? Si è fermato a Figline”, ovvero a Figline  Valdarno,  dove si trova il liceo in questione. Ma questo, per quanto bello, non basterebbe certo a garantire la qualità di un libro, soprattutto data l’inevitabile inesperienza degli autori.  Quello che invece contraddistingue Corrispondenze è proprio una maturità di scrittura unita però a una certe freschezza e orginalità; se da un lato i giovani saggisti sanno argomentare le loro affermazioni anche con un uso moderato ma sapiente di un apparato critico, dall’altro non rinunciano al piacere di “raccontare” le vicende, letterarie e non, che li hanno affascinati al punto da volersi prima cimentare con esse in sede d’esame e poi  con il pubblico. Ne è nato un libro che non vuole assolutamente essere una raccolta slegata di saggi, ma un piccolo affresco su uno dei periodi più complessi e tormentati della nostra storia: così  Francesco Insardà  ha affrontato gli itinerari esotici dell’Ottocento, tra letteratura, filosofia, musica e arte; Jacob Zerella  ha esplorato L’ io e le sue variazioni, dalla Scapigliatura a Freud; Cosimo Fabbrichesi sulla scia del celebre film ha misurato L’attimo fuggente nella letteratura e  nell’astronomia, mentre Sara Roggi ha ritratto il ghigno di  De Sade  tra le pieghe del Decadentismo.  Leonardo Papi  ha evocato Piogge non solo atmosferiche ma letterarie, da  Dante a Manzoni  a D’Annunzio; mentre Costanza Allori ha tracciato una breve panoramica del giornalismo tra Otto e Novecento (Il pungolo e la tribuna) .  Laerte Failli ha esplorato  i misteriosi effetti della sinestesia  nella letteratura e nell’arte; insieme a Del Nero ha poi  delineato un breve profilo su Dioniso, un dio antico tra vati moderni. Quasi tutto scientifico il contributo di Tommaso Pancrazzi sull’Infinito, mentre il libro si chiude con un intervento di Del Nero sulla Scapigliatura , non privo di una punta polemica sulla scuola di oggi. Un panorama dunque non certo solo italiano ma veramente europeo, con un occhio di riguardo particolare per movimenti  non troppo frequentati come la Scapigliatura, che pure costituisce un crocevia fondamentale per la letteratura e l’arte  italiane.

Molto apprezzato  non soltanto dai giovani coetanei degli autori, ma anche da lettori più smaliziati e magari desiderosi di  approfondire determinati argomenti senza i soliti eccessi della faciloneria o del linguaggio criptico degli “addetti ai lavori”,  Corrispondenze  è un libro che sta riscuotendo consenso e interesse ma che meriterebbe, proprio la per sua particolare natura, di essere maggiormente conosciuto e apprezzato. E si  può dire ben meritato e decisamente appropriato ai tempi in corso l’elogio e l’auspicio con cui Cardini chiude la sua prefazione:  “ Saranno alieni? Visitors? nazisti? anarchici? fondamentalisti di chissà mai qual fondamentalismo? E se fossero invece, apice dell’orrore, gente che pensa con la sua testa e che sta apprestandosi a dichiarare la sua brava obiezione di coscienza perché si rifiuta di venir arruolata nello sterminato  esercito dei consumisti? Sospendiamo il giudizio. E intanto, ascoltiamoli. Leggiamo. E  riflettiamo, leggendoli, che si tratta né più né meno che di ragazzi d’oggi, cresciuti sullo scorcio tra XX e XXI secolo. Ragazzi usciti dalla nostra società, dal nostro mondo. Proprio così. Non sono dei geni, non sono dei mostri, non fanno miracoli. Scrivono, leggono, discutono. Che ci sia ancora speranza per il futuro? “

Corrispondenze: fermenti culturali, artistici e politici tra Otto e Novecento, a cura di Domenico del Nero e Laerte Failli, prefazione di Franco Cardini,  Rimini, il Cerchio, 2011, € 16,00.

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