Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
iornate cruciali e ridicole, dopo le elezioni – grazie alla miopia (!) dei cosiddetti politici che hanno dimostrato di non capire niente di politica – c’è più confusione di prima.
Incredibilmente nessuno aveva previsto l’exploit di Grillo, segno che Grillo ha ragione quando accusa i suddetti politici di aver perso il contatto con il popolo, con l’elettorato, con la gente, chiamatela un po’ come volete.
Complice una legge elettorale che non obbliga l’eletto a rispondere del proprio mandato (che è una aberrazione) e neppure lo costringe a incontrare i suoi elettori in campagna elettorale, nello stesso modo l’eletto potrebbe tranquillamente (e nella maggioranza dei casi ormai avviene così) non passare mai dal suo collegio elettorale che è diventato pura formalità.
Aggiungiamo che questa sorta di legittimazione del potere quasi assoluto dipendente solo dall’apparato di partito, e dalla possibilità di rimanere in carica decine di anni. Neppure Mussolini lo aveva in tal misura, solo certi signorotti medioevali, quelli che ricevevano un feudo per meriti di guerra e lo spremevano senza ritegno non essendo governare il loro mestiere.
Se Andreotti aveva ragione nel dire che il potere logora chi non ce l’ha, è ancora più vero che corrompe chi lo detiene troppo a lungo e senza controllo.
Questo era chiaro a tutti, tranne che alla classe politica, e Grillo non ha fatto troppa fatica a diventare il paladino del popolo. La storia è piena di personaggi che, ad un certo punto, si sono assunti l’onere di dar voce a coloro che non l’avevano, nel nostro caso a chi ne è stato privato dopo l’ubriacatura della coscienza democratica.
Il vero problema adesso è capire cosa succede. Il nostro bravissimo Accolla ha disegnato uno scenario tutt’altro che improbabile, anzi di grande buonsenso e quindi probabilmente tale da non trovare ascolto. L’amico Accolla è un fine analista, è abituato conosce bene i meccanismi della politica e quindi ha sicuramente proposto un’ipotesi logica e credibile.
Noi siamo allergici alla politica, nel senso che abbiamo reazioni fisiche di una certa importanza ogni volta che coloro che dovrebbero capire cosa fare per il bene del Paese parlano, comiziano, promettono, alzano il ditino di maestrini per dirci di star buoni, poiché sanno loro come fare.
Noi non abbiamo altro titolo per parlare della situazione attuale che una discreta esperienza nella letteratura e in particolar modo nei romanzi. Che c’entra, direte voi, il romanzo con la politica?
C’entra, perché è ormai dimostrato che la fantasia sta al di sotto della realtà, e i personaggi del mondo reale vivono fuori da esso, assai più di quelli inventati dagli scrittori, quindi è sufficiente disegnare uno scenario romanzesco per azzeccare la previsione.
Prima di procedere ci preme, scusate l’autoreferenzialità, sottolineare avevamo ampiamente previsto quel che è successo, ma ci eravamo trattenuti dallo scriverlo proprio perché il nostro ragionamento, di lettori di romanzi, non poteva onestamente competere con quelli degli analisti politici, e... diciamolo, speravamo di sbagliarci, speravamo che alla fine la politica si sarebbe dimostrata un po’ più credibile dei nostri fantasiosi (?) scenari.
E allora ecco il romanzesco italiano.
Grillo, che su molte cose ha le idee chiare, condivise, come si è visto, da un quarto dell’elettorato italiano (che è tantissimo, vista la frantumazione in tanti partiti, e soprattutto tenendo conto dello zoccolo duro di elettori che a prescindere votano chi hanno sempre votato), fino ad oggi ha governato il suo movimento con la forza di una personalità dirompente, di una marcia innestata per andare avanti sulla strada prefissata, e soprattutto con il governo dei suoi attraverso la rete.
Il sistema, checché ne dicano i democratici ad oltranza, era quello giusto. Se stai con me, fai quello che dico io, se vuoi introdurre delle modifiche che io non ho sottoscritto sei fuori, non puoi agire sotto l’egida del M5stelle.
La faccenda però funziona fino a quando chi impone queste sacrosante regole ha la possibilità di farle rispettare.
Grillo, come tutti sanno non si è candidato, dunque non è in parlamento mentre i suoi ci sono, e adesso il potere ha cambiato mano. Stante il sistema della mancanza di vincolo di mandato da parte degli eletti, i grillini potranno, quando vorranno, fare il famoso gesto dell’ombrello a chi li ha portati fin lì (senza meriti).
Già si vedono le prime avvisaglie. Mentre Grillo ha raccolto il consenso degli elettori dicendo né con il Pd né con il Pdl, molti dei suoi ora che sanno di andare a sedersi sulla comoda cadreghina di Camera e senato, sentiranno forte il richiamo della stabilità, non per il bene del paese, ma perché 5 anni in parlamento è meglio che 5 anni fuori.
E quindi ormai liberi dal controllo del duo Casaleggio-Grillo, daranno voto e/o appoggio a chi garantirà loro più possibilità di durata e qualche posticino ragguardevole. Grillo si arrabbierà, direte voi, e loro andranno nel gruppo misto.
Sì, ma presso chi li ha eletti si sputtanano e non saranno più credibili, aggiungerete voi fiduciosi cittadini elettori.
Verissimo, ma qualcuno sa indicarmi un politico o una forza politica che negli ultimi venti anni abbia guardato oltre la soglia del proprio mandato parlamentare? Qualcuno che non abbia lavorato per accumulare ora, e al diavolo il domani, anche perché l’oggi è mio, il domani degli italiani, e finora ciascuno ha lavorato solo per sé.
E allora perché con il grillini la faccenda dovrebbe andare diversamente? Grillo non può neppure contare sulla propria presenza fisica in Parlamento, non può organizzarli e farsi capo carismatico di fatto, ma deve contare solo sulla virtualità della rete. Troppo poco.
Così il nostro romanzo si conclude con i grillini che patteggeranno con il Pd il quale perderà qualcosa quanto a consensi, ma che importa, ormai Bersani è alla canna del gas politico quindi o si dimette e sparisce o gioca il tutto e per tutto per sopravvivere personalmente. D’altra parte il Pd perderà consenso fra gli elettori perché gli eletti figurati se vogliono tornare a casa.
Avremo un governo che non fotografa la volontà degli italiani e che potrà fare di tutto e il suo contrario, naturalmente dichiarando di fare per il bene del paese e assicurare la governabilità!
Quale politica praticheranno non sappiamo anticiparla perché qui il lettore di realtà romanzesche dovrebbe cedere il passo allo scrittore e alla sua fantasia.
Però di una cosa siamo certi: niente sarà per il bene dell’Italia.
Inserito da Crispino il 02/03/2013 12:22:49
Non c'è da illudersi, questa pessima campagna elettorale unitamente ad anni di cattiva politica rivolta alla prevalente tutela degli interessi personali ha prodotto la tempesta Grillo. Una tempesta perfetta. La solidarietà di Celentano e di Fò la dicono lunga. La teoria della "decrescita felice" è tutto un programma. Siamo nel'incoscienza più pericolosa e sarebbe davvero sciocco farsi illusioni. Rimane la tenue speranza che questa moltitudine di sbandati non regga alla prova parlamentare che richiede pur sempre un minimo di disciplina e di compattezza. Le prossime settimane saranno decisive.
Inserito da Loredana il 28/02/2013 13:22:10
Sarà anche un romanzo, e pure d'orrore, ma tanto spesso la realtà supera la fantasia...condivido pienamente la tesi di questo articolo. Ieri sera avvertivo confusamente pensieri di questo genere nascermi dentro mentre guardavo una trasmissione politica che tentava di fare il punto sulla situazione Grillo-Bersani-Berlusconi. In ogni caso, il terrore la faceva da padrone. Emigrare mi sembra una soluzione sempre più allettante...
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