Il gesto a causa dell'indagine sulla banca

David Rossi, capo comunicazione del MPS, si uccide. Un altro suicidio che scuote il mondo del lavoro

La procura, con la massima discrezione di cui da sempre è accreditata, aveva riferito che non era indagato, ma solo persona informata sui fatti.

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David Rossi, capo comunicazione del MPS, si uccide. Un altro suicidio che scuote il mondo del lavoro

David Rossi, si uccide a causa dell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.

Era il capo addetto stampa della banca senese, e ieri alle 20;40 si è tolto la vita gettandosi dalla finestra dell’ufficio di Rocca Salimbeni, sede dell’ istituto.

Le forze dell’ordine, avrebbero rinvenuto nell’ufficio di Rossi un foglio spiegazzato ove c’era scritto: «Ho fatto una cavolata».

Tutto, all’interno, si presentava come un normale ufficio: la scrivania piena di fogli e documenti, la giacca sulla sedia, la porta semi aperta, mancava solo lui, ma David era, senza vita, nel cortile interno dello storico palazzo.

Da tutti veniva considerato il vero e unico braccio destro di Mussari, divenendo l’uomo di fiducia della vecchia dirigenza del MPS, e mantenendo il suo posto all’interno della struttura dopo la cacciata dello stesso Giuseppe Mussari.

Il 19 febbraio 2013 subiva una perquisizione da parte della Guardia di Finanza, sia presso la sua abitazione che nell’ufficio di Rocca Salimbeni.

La procura, con la massima discrezione di cui da sempre è accreditata,  aveva riferito che David Rossi non era indagato, ma solo persona informata sui fatti.

Ma, ormai, il suo nome sbandierato ai quattro venti, sebbene le indagini principali avessero come bersaglio i grandi capi del MPS, lo aveva talmente disorientato e depresso fino a spingerlo al suicidio, al gesto finale di una persone senza più speranza.

Essendo da molti considerato più che un manager di banca un vero e proprio intellettuale, con un animo molto sensibile, non è riuscito, un attimo di più, a reggere tale pressione.

E’ un altro nome che si aggiunge alla lunga serie di suicidi che sta devastando il mondo del lavoro italiano, sia a livello imprenditoriale sia a livello manageriale, richiamando, allo stesso tempo, alla memoria le tante morti di Tangentopoli d’inizio anni ’90.

L’unica persona che ha voluto commentare il tragico evento è stata Daniela Santanchè, con queste crude parole: «Quando le persone perbene finiscono nel tritacarne della magistratura succedono queste disgrazie. Sono sconvolta. Spero che se esista una giustizia e qualcuno ne possa rispondere».

Come darle torto!

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Moreno il 07/03/2013 11:26:32

    Spero che indaghino come la sinistra ha chiesto per anni con Pinelli...

  • Inserito da Loredana il 07/03/2013 10:48:47

    Certamente, è facile essere sconvolti DOPO, e auspicare l'intervento della giustizia, DOPO. Però...dov'era la decenza, il rispetto, la tutela, la giustizia stessa, PRIMA? Se questa persona non era indagata direttamente, ma era informata sui fatti, perché è stata subito esposta al giudizio frettoloso e impietoso altrui? Abbiamo tutti la sindrome dell'Inquisitore, qui in Italia...tutti quelli che circondano un colpevole diventano immediatamente colpevoli e marci fino al midollo, per osmosi, semplice contatto, o "unzione". Non si poteva aspettare di accertare che anche il Sig. Rossi fosse colluso con tutti gli altri? Mi viene da pensare, però, che chi commette suicidio sia quasi sempre un "collaterale", qualcuno che non ha fatto qualcosa direttamente, ma che ha collaborato al crimine anche solo coprendolo e non facendo nulla per denunciarlo. Non mi ricordo di un colpevole che si sia fatto prendere da rimorsi o angosce simili. Anzi.

  • Inserito da ottavio il 07/03/2013 10:46:11

    SIamo una nazione di suicidi. Troppe pressioni troppe interferenze di strutture che ti portano a compiere tali gesti. Abbiamo bisogno di essere commissariati da un nazione più democratica della nostra. Da noi certe persone dettano legge solo e esclusivamente per ammazzare la gente

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