Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Fra rivoluzione francese e rivoluzione d'ottobre Grillo distruggerà il paese e noi tutti
Francamente non capisco se quello che stiamo vedendo sullo scenario politico sia un mio incubo o una realtà che nessuno vuol percepire nel suo profondo orrore e causa del futuro disastro dai contorni imprevedibili.
Ovviamente tutti hanno recepito il risultato delle elezioni, la piccola rivoluzione grillina sta nei nei numeri e dunque evidente per tutti, come evidente è stata l’impreparazione dei partiti tradizionali al messaggio arrivato loro dalle urne; la rovinosa vittoria del Pd, e il balbettio bersaniano di fronte al naturale senno del poi: “se al suo posto ci fosse stato Renzi”, refrain che gli hanno cantato in tutte le modulazioni melodiche o metal.
La scomparsa della destra sepolta senza neppure un funerale, semplicemente svaporata come si vede nei film di fantascienza, quando qualcuno viene colpito da un raggio disgregatore che non lascia neppure un mucchietto di cenere al posto del corpo colpito.
L’accelerazione della magistratura contro Berlusconi per giungere rapidamente alla sua esclusione dallo scenario politico rendendolo incandidabile alle prossime (molto prossime dicono tutti) elezioni politiche con le quali si dovrebbe cercare una stabilizzazione del voto.
Lasciamo per un momento da parte il Pdl, che pur raccogliendo il consenso (disperato) di un quarto dell’elettorato è agonizzante non potendo contare su una classe dirigente in grado di sostituire il cavaliere quando esso dovesse, giocoforza, uscire di scena (non è detto che sia solo la magistratura a farlo fuori, purtroppo nessuno di noi è eterno e incontaminabile dalle malattie!). E la classe dirigente non c’è perché nessuno di quelli che conosciamo ha la forza, il coraggio, le idee, di confrontarsi veramente con la politica, preferendo nascondersi dietro la comoda copertura di Berlusconi, meraviglioso parafulmine quando le cose vanno male, e grande trascinatore per cercare di farle andare bene.
Occupiamoci dei veri attori sullo scenario della politica. M5S e Pd, Grillo e Bersani.
Se è vero, come è vero che molti delusi del centrodestra hanno dato il voto ai grillini, è ancora più vero che l’erosione forte di voti il movimento di Grillo l’ha compiuta sul fronte del Pd, di conseguenza, raccogliendo fra le proprie fila più elementi prossimi alla sinistra che alla destra, diventa l’interlocutore privilegiato del rovinoso vincitore Bersani.
Bersani inoltre cercando il dialogo con M5S cercherà di interloquire con la parte di delusi transfughi per riportarli all’ovile, se non nell’immediato, almeno in vista delle prossime elezioni. In teoria.
In teoria perché per dialogare con qualcuno bisogna avere qualcosa da dire di più di uno pseudo minaccioso: «Ok?!» alla fine di ogni affermazione pleonastica o banale quando non inconcludente, per non dire superflua.
Ha tirato fuori 8 punti che, secondo la migliore tradizione di sinistra, hanno poteri dialetticamente magici: possono essere ridotti a tre, come ci ha spiegato ieri sera a Ballarò una deputata Pd anch’essa dall’ok facile e altrettanto insopportabile di quello del suo segretario; ma possono anche essere dilatati in un complesso sistema programmatico ramificando e approfondendo ciascuno di essi! Meraviglioso, questo significa che quegli otto punti non vogliono dire niente.
Poi il Pd ha mandato i cosiddetti pontieri (orrore lessicale che ci riporta alle dinamiche della prima repubblica) a iniziare le trattative con i grillini.
I grillini, appunto. Se non fossimo a Roma, nel 2013, e soprattutto se non mancasse quel devastante rivoluzionario, innovativo movimento di idee che si chiamò illuminismo, quei giovanotti e ragazzine in sneakers, giubbotti, zainetti, sciarpone intorno al collo sarebbero i novelli azionatori della ghigliottina.
Non ci sarà la ghigliottina, ma non è detto che non ci sia la presa della Bastiglia, pardon, di Montecitorio, e il rischio è che essa avvenga nel peggiore dei modi, esattamente come nel 1789 a Parigi, ovvero distruggendo (in questo caso metaforicamente) l’istituzione.
Edoardo Nesi, scrittore ora deputato per la lista di Monti, ha dichiarato la sua emozione, nell’entrare a Montecitorio per la prima volta: la grandiosità del luogo, con i suoi orpelli, i suoi stucchi, i suoi lampadari, gli ampi corridoi, le ricche modanature degli stipiti in marmo o in legno, gli arredi i soffitti lontani dai pavimenti, insomma la solennità che esso rappresenta è il segno della sacralità di un’istituzione che, per quanto violentata dai politici che l’hanno frequentata, rimane il simbolo di quel che ci garantisce da 150 anni civiltà, valori, democrazia.
I grillini di questa solennità maestosa se ne fregano, se ne fregano dei simboli, farebbero volentieri come il popolo inferocito nelle sale del Louvre e di Versailles, che si sentiva finalmente libero perché poteva rompere qualche vaso prezioso, sfigurare qualche ritratto, e dar calci ai mobili preziosi perché tutto appartenente all’odiato sovrano. E quel popolo non sapeva che nel giro di poco avrebbe solo cambiato sovrano, ma non il proprio status.
Si sentono come i commissari del popolo descritti da Pasternak nel Dottor Zivago, che entrano nelle dimore aristocratiche o borghesi intimando agli antichi padroni di ritirarsi in una stanza perché nel palazzo c’è posto per 30 famiglie, e così dicendo procedono alla razzia di vasellame, argenti, ecc ecc.. Odiati simboli della ricchezza che hanno inviato da sempre.
I grillini non hanno rispetto per la forma dell’istituzione perchè non credono nell’istituzione stessa, hanno cominciato il processo di conquista, non per ripulirla dalla corruzione, ma per distruggerla sostituendola con una sorta di assemblea popolare dove chi porti un doppio petto blu rischia di essere additato al pubblico ludibrio (e speriamo solo a quello) come rappresentate dell’ancien regime.
Il ripudio della forma (che è sempre sostanza, non dimentichiamolo perché obbliga al rispetto), l’apparentemente oziosa questione della giacca e cravatta in Parlamento che l’anziano Colombo farà giustamente rispettare a forza, è ripudio dell’essenza dell’istituzione, è spregio per ciò che essa deve rappresentare anche se negli ultimi anni è stata trascinata nel fango da politici indegni.
Non si può confondere l’istituzione con gli uomini che l’hanno rappresentata, giusto cacciare calci nel sedere gli indegni, ma guai a devastare l’istituzione.
Sarebbe come se in una famiglia nella quale uno dei genitori ha un amante e ha tradito l’unità della piccola collettività, uno dei membri della medesima si sentisse, di conseguenza, in diritto di appoggiare le scarpe sporche di fango sulla tavola apparecchiata. Argomentando che poiché i valori della famiglia sono stati traditi dai uno o più membri della medesima, allora si deve distruggere e soprattutto svilire, umiliare, tutto ciò che appartiene alla famiglia stessa e ne è simbolo.
Attenzione, Mussolini a suo tempo disse che avrebbe potuto trasformare quell’aula sorda grigia in un bivacco... ecc ecc. Non lo fece, rispettò l’istituzione nella sua forma, ed essa potè sopravvivere continuare la sua storia seppure nelle più diverse bufere.
O forse qualcuno dei limpidi democratici M5S, avrebbero preferito che il futuro duce portasse i manipoli e i cavalli in quell’aula sorda e grigia che essi vogliono profanare con il mutuo e spaurito consenso imbelle e vigliacco dei partiti tradizionali?
Inserito da Gianpaolo Biagini il 14/03/2013 14:56:13
Simonetta condivido il giudizio sul presente politico che stiamo vivendo. Ne apprezzo anche l’immagine oleografica di quel piccolo branco di inprovvisati. Infatti è lo sciarpone che conta; con le scarpotte da ginnastica, poi, si ha il “rivoluzionario” perfetto in servizio dal venerdì sera al lunedì. Ma ti dirò che proprio questa fotografia di gruppo dei grillini mi suggerisce di non scambiarli per quei rivoluzionari francesi dell’89, che essendo già influenzati dal pensiero di Voltaire, Russeau imporranno, veramente, al mondo una concezione nuova della umanità. Questi appena vedono la prima busta paga da “rappresentanti del popolo” se ne fregheranno del popolo e della “rivoluzione” buttandosi all’arraffo. I meno scemi lo hanno già capito ed ecco perché faranno un governaccio con quel Cretino al lambrusco, scaricando il Maestro cabarettista e già scassapalle. Paragoni con Mussolini e i Fascisti ? Ma stiamo scherzando ? Si parla di un gruppo di un centinaio di uomini ( arditi, poeti, patrioti, avventurieri …..) che una sera autunnale del 1919 giurarono, in camicia nera, a Piazza San Sepolcro di prendere il potere e di cambiare l’Italia. E lo fecero sacrificando circa un migliaio di camerati. Il tuo articolo esprime preoccupazione per le attuali istituzione. Ma sono preoccupazioni giustificate ? Sono queste istituzioni che certificano la magistratura come un partito neo comunista che punta, nel più infame stile stalinista, alla distruzione fisica, morale ed economica di un avversario politico. Se Berlusconi finisce in galera quale dovrà essere la reazione della Destra? Si continua a sostenere un sistema che garantisce immunità ai ladri e ai delinquenti comunisti, e perseguita ormai apertamente la Destra, oppure si tenta il rovesciamento di un sistema che, parlando chiaro, ha solo prodotto ladri, povertà e corruzione. Forse è giunto il momento delle scelte drammatiche ed irreversibili. Si tratta, e non è poco, di trovare chi sappia e voglia cavalcare questa tigre. Un saluto.
Inserito da ghorio il 13/03/2013 13:59:43
Condivido e sottoscrivo quanto scritto dal direttore Simonetta Bartolini.Fatto è che per il Movimento di Grillo si registra un"corteggiamento" senza pari, con la giustificazione per il Pd dell'ostracismo verso il Pdl, per la presenza di Berlusconi. I partiti tradizionali, se così vogliamo chiamarli, scontano la confusione che regna sovrana in un contesto politico dove l'interesse dell'Italia e di conseguenza di noi cittadini italiani passa in secondo piano. Le affermazioni di Grillo lasciano molto perplessi. Fatto è che la stampa italica, anche se boicottata dallo stesso Grillo che dà le interviste ai giornali stranieri,pende dalle sue labbra e amplifica. Anzi c'è l'enfasi della Marta Grande, magari futura presidente della Canera, con interviste e paginate. Non solo: basta che Celentano, seguace dei grillini, scriva qualcosa e i maggiori giornali sono lì a concedere paginate. In questo modo il futuro è davvero nebuloso, per non dire buio. Giovanni Attinà
Inserito da Loredana il 13/03/2013 13:31:16
Ho pensato anch'io alla Rivoluzione Francese e soprattutto a Robespierre e al periodo del Terrore. Grillo non mi sembra animato da un fervore di ricostruzione. Il suo continuo ritornello è "andate a casa", "affa", "siete circondati, arrendetevi!" "siete morti", un linguaggio di morte, impositivo, autoritario. Probabilmente i grillini non se ne rendono ancora conto, ma se un giorno dovessero pensarla diversamente dal capo Grillo, potrebbero assaggiare un po' di quella medicina di cui ora sono prodighi con tutti. E' già capitato che alcune persone fossero sbattute fuori dai ranghi per questo motivo ben prima del risultato elettorale, ma è stata ancora una punizione blanda. Robespierre fece saltare teste tra i suoi stessi amici e sostenitori, nel momento in cui si accorsero che la sete di sangue e il potere lo avevano posseduto, e cercarono di farlo rinsavire. Ora i grillini si sentono i depositari della verità, e non tollerano minimamente nessun parere contrario, nemmeno le battute, e sono assurdamente ottusi. Mi è venuto da pensare con un brivido a Robespierre proprio quando ho letto uno status di Facebook di una pagina satirica, molto nota e citata tra i giovani, che si difendeva aspramente dagli insulti provenienti da alcuni grillini, indignati perché erano state fatte battute sul loro guru. Se persino un sito satirico arriva a puntualizzare che le battute e gli sfottò valgono PER TUTTI, compreso il nuovo Messia, siamo messi proprio molto, molto male. Forse Berlusconi non durerà molto a lungo, perché la pressione della magistratura si sta facendo sempre più imperiosa, e nemmeno lui, per quanto volitivo, è in grado di reggere per sempre. Purtroppo Bersani non ha spina dorsale, e Renzi è troppo fuori dai giochi...Napolitano non ne vuol sapere, si limita solo a fare i suoi blandi appelli di "state buoni se potete". Se qualcuno non rinsavisce, le prospettive sono brutte.
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