Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
l livello di barbarie raggiunto da questo paese, e in particolare dalla sinistra pseudointellettuale che fa capo a «Micromega», fa impallidire qualunque repubblica delle banane guidata da improbabili dittatorelli africani; non ce ne vogliano quegli staterelli digiuni di democrazia che almeno non pretendono di dare lezioni di moralità ed etica al mondo intero, ma fanno gli affari propri con allegra indifferenza.
Oggi sul «Fatto» l’ineffabile Flores D’Arcais – sempre certo di essere il paladino della democrazia, mai sfiorato dal dubbio che detta democrazia non debba funzionare secondo le regole che decide lui, ma secondo quelle condivise dalla maggioranza degli italiani – l’ineffabile, dicevamo, rilancia l’appello della sua rivista sottoscritto da 190mila italiani, oltre che da una decina di intellettuali radical-chic (il genere caviale e champagne, ma indossando il vecchio eskimo), affinché Berlusconi venga dichiarato ineleggibile e dunque, applicando la legge 361 del 1957, di fatto non eletto (leggetevi, se volete arrabbiarvi davvero per l’acredine personale di Flores, il «Taci imbecille» qui sotto, nel quale abbiamo riportato l’intero articolo).
Il direttore di Micromega, che da 20 anni conduce una personale guerra senza quartiere contro Berlusconi, nei confronti del quale scatenerebbe volentieri un’arma letale, se la possedesse, se la prende con tutti. Anche con Napolitano reo di aver richiamato la magistratura alle regole, e soprattutto reo, e questo per Flores è imperdonabile, di invocare un abbassamento dei toni fra le parti.
Già perché Flores, da limpido democratico, vuole la guerra totale contro Berlusconi, costi quel che costi, l’importante è far fuori l’odiato cavaliere, annientarlo, annichilirlo, possibilmente fargli trascorrere in carcere (magari applicando anche un bel 41 bis) il resto del tempo che gli resta da vivere.
E se processo deve essere (essendo un democratico rispettoso delle leggi, Flores non pretende una condanna a prescindere), sia fatto su un palco, sulla pubblica piazza, alla presenza dei 190mila firmatari del suo appello che mostrano il pollice verso al giudice che chiedesse loro se l’imputato deve vivere o morire.
Che poi, a fronte di quei 190mila, ci siano milioni di italiani che hanno democraticamente (che strana parola democrazia, la usano anche i berlusconiani, e Flores ne è strabiliato e offeso) votato ed eletto il cavaliere, che addirittura lo rivorrebbero alla guida del paese, è faccenda che non lo riguarda, e tanto meno coinvolge la sua coscienza civile. Perché è ovvio che lui, e i suoi 190mila, sono in possesso della verità, mentre gli altri sono degli imbecilli che si fanno turlupinare da un tycoon botulinizzato.
Lungi da noi sottoscrivere il berlusconismo, non ci piace la cultura che rappresenta e il modo di proporsi in politica e agli elettori.
Ciò detto pensiamo che la famosa frase attribuita a Voltaire che recita: non sono d’accordo con le tue idee ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimerle, rappresenti l’unico vero baluardo in difesa della libertà e di un rimasuglio di civiltà.
Poiché non abbiamo alcuna fiducia nella bontà della natura umana, non ci stupisce che gli avversari politici si combattano senza esclusione di colpi, li compatiamo, ma sappiamo che fa parte del porco gioco della democrazia che consiste nel ricorrere ad ogni mezzo per strappare almeno un voto in più di consenso presso l’elettorato (anche se il porcellum ha invalidato anche questa elementare regola elettorale) .
Dopo di che c’è un vincitore e un perdente che dovrebbero (nei paesi civili si fa così) rispettarsi in nome del fatto che entrambi rappresentano la volontà popolare che li ha mandati dove sono. Ovviamente continueranno a combattersi per affermare, nei limiti delle proprie possibilità, la visione della politica che appartiene loro, e anche in questo caso, stante la pochezza della natura umana lo faranno ricorrendo (ma avviene soprattutto da noi) a colpi sotto la cintura, con meravigliosa indifferenza alle necessità del Paese.
È orribile, lo sappiamo, ma così va da noi. Lo accettiamo? no, lo sopportiamo perché non c’è niente di meglio o di diverso.
Quello che però non siamo disposti ad accettare è la superba arroganza di Flores e dei suoi intellettuali savonaroliani. Non sopportiamo la presunzione (immotivata, visto che non si sa perché loro debbano essere gli unti dal signore, i profeti della verità inconfutabile) di fottersene della democrazia, della volontà popolare (per quanto dissennata) e di farlo proprio in nome della democrazia, ma vi rendete conto l’aberrazione ontologica che questi supposti intellettuali pretendono di infliggerci?
Il disgusto è tale e tanto che non abbiamo altre parole!
Inserito da Franco Rossi il 14/03/2013 15:24:34
la frase di Voltaire NON si addice a chi NON ne fa una questione di opinione ma di "guerra" da combattere e di eliminazione "fisica" dell'avversario. Costoro, lungi dall'avere "opinioni" hanno dogmi e combattono guerre alle quali si può rispondere allo stesso modo per difendersi oppure cedere armi e terreno appellandosi alla suprema frase. A noi la scelta. Ma poi NON ci lamentiamo se siamo minoranza senza voce.
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