Conclusioni

La Vera, unica, indiscutibile storia della Magistratura italiana -Terza e ultima Parte-

La separazione delle carriere, slegando le funzioni del giudice da quelle del PM. Bisogno estremo di riforme!

di  

La Vera, unica, indiscutibile storia della Magistratura italiana    -Terza e ultima Parte-

Allora le persone di destra si diranno: “ è chiaro, essendo toghe rosse, non andranno mai a colpire la sinistra, o solo quando non ne potranno proprio fare a meno”. 

Personalmente ritengo che la magistratura, soprattutto a causa di Violante, abbia da sempre coesistito meglio con la sinistra che con tutti gli altri schieramenti politici, fatta eccezione quando -al benché minimo problema-  di far fuori anche un governo di sinistra, quello Prodi per esempio, quando Mastella ebbe a minacciare una riforma profonda del codice penale... ed intendo il casus intercettazioni.

Da qui, capimmo tutti, nolenti o volenti, che chi tocca i giudici muore, e non solo metaforicamente.

Le intercettazioni sono uno di quei business, origine di costrizioni e di notizie segrete trasmigrate verso coloro che ne hanno urgente bisogno.
Basti riportare alla memoria un’intervista del 2009 al magistrato Clementina Forleo da parte di Klaus Davi, la quale affermava:
La magistratura italiana è allo sbando, nell’ organo di autogoverno (Csm) ormai domina un pensiero unico amministrato dai soliti sacerdoti con la toga. È arrivato il momento di fare un passo contro le correnti, correnti che assomigliano a piccoli partiti, capaci di mandare nei posti direttivi vecchie signore piuttosto che i magistrati scelti per merito. La riforma del Csm, dunque, è inevitabile: è necessaria la separazione delle carriere e la creazione di due Csm: uno per la magistratura giudicante e un altro per quella requirente”.

Lo stesso Pannella, che con i radicali, negli anni ’80 cominciò le battaglie senza tregua a favore di Tortora, tutt’oggi non ha minimamente messo da parte questo enorme problema.

La separazione delle carriere, per i radicali, per la stessa Emma Bonino, e per chi è obbiettivamente fuori dai giochi di potere, è di primaria necessità perché da ciò si otterrà maggiore obiettività, autonomia e terzietà, condizione imperante di chi in un rapporto giuridico deve essere equidistante rispetto alle parti in causa, slegando le funzioni del giudice da quelle del PM.

Il vero, unico, scopo -di detta magistratura- è quello di disonorare qualsiasi governo si permetta, o lo pensi solamente,  di proporre una vera riforma della giustizia, che impedisca loro di continuare a godere degli innumerevoli privilegi, che metta mano alla tantissima corruzione che alimenta le procure, che faccia sorgere un sistema giuridico snello ed efficiente.

Quindi, ben venga, per la magistratura tutta un Presidente del Senato ex giudice, ben venga la candidatura di questo o quel PM che se non verrà eletto tornerà a far danni nei tribunali di competenza.

Ben venga un Governo di sinistra atto a interessarsi in modo trascurabile in merito alle riforme della giustizia.
Insomma, la magistratura è un vero partito a se’, che appoggia questo o quel colore solo per convenienza, ma il cui unico scopo è, e sarà sempre, solo quello di combattere qualsiasi schieramento politico volto a migliorare la degradante situazione della legge in Italia, fregandosene altamente dei richiami continui della UE e dell’apparato economico europeo che evidenzia ogni volta che “senza legge non ci sono veri contratti, e senza contratto l’economia morirà".
Ora, come ora, la Magistratura Italiana potrebbe essere paragonata all’ordine deiCavalieri della tavola rotonda ma, nel nostro caso, senza alcuna verifica e senza la minima disciplina interna, autogestendosi solo per la loro sopravvivenza e non per il bene comune di una giusta  giustizia e della legge tutta.


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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 18/03/2013 15:12:52

    Sento parlare da moltissimo tempo di separazione delle carriere in magistratura, ma non ho mai visto passi avanti in quella direzione. Ora mi sembra una creatura puramente intellettuale, fantastica, solida quanto gli unicorni. In Italia fa così paura, da evitare accuratamente qualunque tentativo di metterla in atto, mentre negli altri paesi è normalità banale, banalissima. Eppure, non mi sembra che un giudice o un magistrato straniero vivano da miserabili, disprezzati e isolati da tutti. Mi sbaglio?

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