Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ltra figuraccia! Il turpiloquio più volgare non è sufficiente a qualificare quel che il governo italiano ha fatto questa sera: i marò vengono rispediti in India, il comunicato che giustifica questo vergognoso ennesimo voltafaccia recita: «Il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l'assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il governo ha ritenuto l'opportunità, anche nell'interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l'impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione».
Non solo non abbiamo avuto il coraggio di difendere a spada tratta i nostri fucilieri quando vennero arrestati.
Non solo all'epoca dei fatti li abbiamo praticamente consegnati alle autorità indiane con una sorta equivoco sulla necessità che scendessero a terra, abbandonando di fatto il suolo italiano, sul quale erano tutelati dalle vergognose indagini, anzi non indagini della magistratura indiana.
Non solo abbiamo risarcito i parenti dei morti (e perché se i nostri sono ritenuti innocenti?)
Non solo abbiamo trattato una volta per il ritorno a casa a passare le vacanze di Natale (assurdità giuridica realizzata tramite il pagamento di una salatissima cauzione).
Non solo abbiamo trattato nuovamente per il rientro in patria per votare, offrendo la parola d’onore garantita dall’ambasciatore in India.
Ma una volta in Italia, complice l’affaire Finmeccanica che ha indotto gli indiani a dichiarare che non avrebbero onorato gli impegni economici presi con l’industria italiana per alcuni elicotteri, abbiamo bellamente e allegramente dichiarato che i due Marò non sarebbero tornati in India, venendo meno alla parola data, senza pensare alle conseguenze, ecc ecc. . Brutto e vergognoso affare.
Un brutto affare cui l’India ha risposto con un’altra porcata, peggiore del nostro venir meno alla parola data, la revoca dell’immunità diplomatica all’ambasciatore italiano.
Roba da dichiarazione di guerra immediata, che ha allertato le diplomazie di tutto il globo per la gravità di una risoluzione assolutamente inaudita, che mette in discussione il principio stesso dei rapporti diplomatici: da che mondo e mondo anche chi non sa niente di feluche e trattati sa che “ambasciator non porta pena”.
Ora la notizia che rimandiamo immediatamente in India quei due poveretti, vera carne da macello dell’idiozia governativa di chi era stato salutato come il salvatore della patria, quel Mario Monti che si è comportato come il peggior politicastro attaccato alla poltrona qualunque essa sia.
A questo punto siamo completamente e totalmente sputtanati. Manchiamo alla parola data, e quando ci rendiamo conto che il nostro interlocutore fa la faccia cattiva, facciamo immediatamente marcia indietro invece di avere almeno il coraggio di sostenere le nostre ragioni.
Ma la porcata maggiore è la solita insopportabile ipocrisia di dichiarare che i due fucilieri tornano in India per meglio tutelare il LORO INTERESSE!
Ma ci hanno garantito che non li condanneranno a morte, già e chi gli crede!
Ogni volta pensiamo che non è possibile scendere più in basso nella considerazione internazionale, e in quella di noi stessi come cittadini.
Questa sera abbiamo toccato il fondo. Sembra impossibile vedere di peggio! Ma non illudetevi, si può sempre cominciare a scavare e con gli uomini che ci governano e con quelli che si apprestano a farlo è quasi una certezza.
Inserito da Dabbestiame il 22/04/2013 18:27:38
Ottimo articolo. Una porcheria del genere non si è quasi mai vista! Quei ragazzi sono solo pedine di un gioco più grande di loro. Vergogna, militari che si arruolano per proteggere il nostro stato e il nostro stato non protegge i nostri militari. V-E-R-G-O-G-N-A
Inserito da Gian Galeazzo Tesei il 22/03/2013 20:05:03
La ritirata del governo italiano è francamente raggelante. L'ennesima umiliazione per gli italiani tutti. L'idea di non rispettare gli impegni presi in verità era apparsa sin dall'inizio discutibile ma si poteva immaginare e sperare che la cosa fosse stata adeguatamente valutata. Niente di ciò; confusione, improvvisazione e incompetenza sembrano essere la cifra caratterizzante di questo disgraziato periodo della storia italiana. Mi associo alla proposta di Franco Rossi: chi conserva alcuni valori deve riconoscersi ed associarsi.
Inserito da Franco Rossi il 22/03/2013 15:18:53
Ma non sarebbe ora che almeno a chi é rimasto un pò di onore e di dignità cercasse do mettersi insieme, superando personalismi, isterismi ed idiotismi per formare un "rassemblement" di simili, di persone che hanno almeno una base valoriale comune per non vedere più queste "schifezze" (insieme a quelle della cessione della nostra sovranità senza contropartite)????
Inserito da Loredana il 22/03/2013 12:14:33
...e se per caso dovesse capitare un "incidente" ai nostri marò, per cui "per caso" finissero sul patibolo? Chi va a spiegare alle famiglie di questi ragazzi che le nostre bravissime prime cariche dello Stato se ne stra-fregano di qualunque cosa non riguarda la tenuta delle loro poltrone attaccate ai rispettivi deretani? Ben diversa sarebbe stata la loro sorte, se i loro cognomi fossero stati un po' più significativi, o le loro parentele un po' più pesanti. Care prime cariche dello Stato con accoliti connessi, siete riuscite a farci vergognare ancora di più di quanto abbiamo già provato in passato con il Cavalier Servente e il nuovo Clown dei No.
Inserito da qwerty il 22/03/2013 03:55:44
MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO
Inserito da Catone il 22/03/2013 00:32:36
Girone e Latorre come Falcone e Borsellino, dimenticato dallo stato e mandati al macello.
Inserito da antonino57 il 22/03/2013 00:03:27
I nostri governanti hanno fatto tutti gli errori che potevano essere fatti
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
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