Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sembrava il coniglio tolto dal cilindro del mago Napolitano, saggio fra i saggi, cui tutti si sono rimessi fiduciosi in questi mesi. Una commissione politico tecnica che facesse…? Già ma che deve fare questa commissione di 10? E con quali poteri? Quando il presidente della Repubblica ha annunciato i nomi di questi esperti ipoteticamente super-partes abbiamo assistito ad una immediata ovazione silenziosa, un consenso diffuso, una concordante fiducia nel capo dello Stato dal Pd ai grillini passando per il Pdl. Una sorta di riflesso pavloviano ad ogni decisione di Napolitano.
Accadeva sabato in tarda mattinata. Poi piano piano via via che le ore trascorrevano si faceva strada l’idea che la pensata di Napolitano non fosse così geniale, né tantomeno risolutiva. Ma soprattutto si chiariva il concetto che non era chiaro per niente cosa dovessero o dovranno fare i magnifici 10.
La giornata Pasquale è trascorsa nella lettura di giornali che incoronavano Re-Giorgio, monarca a sua insaputa, anzi a nostra insaputa tale è stata la discrezionalità del suo agire, peraltro a quanto pare contemplata dalla Costituzione in una fase come quella che stiamo vivendo.
Insieme all’incoronazione sono cominciati a giungere i primi dubbi sulla bontà della risoluzione. Sono stati per primi i grillini che, come da copione, dopo aver cantato vittoria per la supposta ragione avuta dal Presidente a proposito del governo parlamentare senza esecutivo abilitato ai pieni poteri, e aver benedetto di fatto la commissione dei 10 hanno cominciato a riflettere che forse non andava bene neppure quella, che la sua composizione rappresentava l’inciucio fra pd e pdl e via con la solita solfa anti-tutto.
A quel punto il fronte del consenso si è rotto come per incanto: non ci sono donne è stato detto (Bonino), sono tutti ultracinquantenni hanno detto altri.
Francamente è assai poco perspicuo se ci siano o meno donne e giovani (che balle questa storia del genere e dell’anagrafe per ogni cosa) il nocciolo della questione è se quei 10 sono o meno in grado di…
E ci risiamo. Di fare cosa, mettere d’accordo le parti cioè pd Pdl per un governo di larghe intese su alcuni punti essenziali e condivisi?
Non illudiamoci di avere risposte dai politici; Cicchitto, in perfetto politichese, ha diramato una nota nella quale dichiara: «Tutte le iniziative, anche estemporanee e fuori dagli schemi tradizionali, come quelle messe in atto dal Presidente della Repubblica vanno bene se servono a costruire il terreno politico e programmatico per una soluzione positiva – aggiungendo che bisogna –avere piena coscienza che il governo Monti non può sostituirsi all'esigenza di dar vita, dopo le elezioni, ad un nuovo governo, la cui fiducia viene votata dalla maggioranza del Parlamento, che i saggi su questo terreno possono dare delle indicazioni e suggestioni positive ma a loro volta non possono certo sostituirsi né al Parlamento neoeletto né, tantomeno, alla necessità di dar vita ad un nuovo governo che è l'unico abilitato ad avere rapporti positivi con il nuovo Parlamento, nelle Commissioni e in Assemblea». E ha concluso che «rimane sul tappeto la successione intrecciata di una serie di scadenze istituzionali: l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e la formazione di una maggioranza parlamentare funzionale alla formazione di un nuovo governo, perché, spero, questo non è certo il tempo di governi che sopravvivono a se stessi per l'ordinaria amministrazione. Il nostro auspicio è che, sia il nuovo Presidente della Repubblica, sia il nuovo governo siano eletti con il concorso delle principali forze politico-parlamentari che considerano un valore il principio della governabilità e quindi Pdl, Pd e Sc.
Ciò è imposto anche dai rapporti di forza usciti dal Parlamento. Nel caso in cui ciò sia reso impossibile per responsabilità del Pd, non sono possibili surrogati che a questo punto sarebbero istituzionalmente scorretti, ma non si potrà fare a meno di riandare davanti al corpo elettorale. Comunque il nostro auspicio è che si arrivi ad una soluzione costruttiva purché essa sia chiara ed istituzionalmente corretta
Che ha detto? Ovvietà in salsa politica, e come lui tutti quelli che sono intervenuti fra Pasqua e pasquetta.
Nel frattempo quei poveretti che sono convocati domani per ricevere il mandato e le coordinate su come esercitarlo hanno rilasciato dichiarazioni altrettanto vaghe e confuse tranne Mauro che si è assunto una sorta di paternità della soluzione che avrebbe suggerito a Napolitano.
È una specie di incubo da appesantimento gastrico festivo.
Nessuno in verità sa che peschi pigliare, procedono tutti a tentoni, ma non si esimono dal dichiarare. Intanto da matedì il paese ricomincerà ad affondare.
Inserito da pietro46 il 01/04/2013 22:52:30
Come si dice,siamo nel semestre bianco e non essendosi dimesso Napolitano non si possono sciogliere le camere.Va da sè che non avendo i neo eletti preso alcun "appannaggio"fino ad ora bisogna perdere un po' di tempo per rifarsi di qualche 'spesa'elettorale o di assaggiare un po' di torta.E i saggi servono per magnificare le "nuove,giovani e originali trovate" del Presidente ed allungare 'il brodo'.Però Io mi chiedo:ma Quagliariello da chi è stato "raccomandato"per essere nel 'casting'?E' stato Berlusconi,per carità sempre a sua insaputa,o è stata una auto-promozione?Se,come dichiara il Cav.,non c'è stato alcun ok da parte loro,come mai solo nel "casino"PDL può accadere l'auto-promozione senza "conseguenze"?O Quagliariello sara espulso?O,per i numeri mancanti al Senato, gli sarà concesso di ritornare là(scelta civica) dove stava andando prima delle elezioni,ma non essendo 'garantita la sicura elezione,si era accorto(insieme ad altri,certamente)che era meglio ripensarci?E non sarà l'apripista per nuove prossime defezioni nel PDL?Tutti pensano che il PD si spaccherà,non vorrei che succedesse nel PDL.
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