Editoriale

Il governo è alle porte, guidato da Barca pur di disinnescare la bomba Renzi

Bersani sempre più solo, i maggiorenti del partito preferiscono un accordo con il Pdl gestito dal ministro del governo Monti pur di non cedere al rottamatore

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

ersani è all’angolo, ma ancora non demorde: al limite della paranoia e contro ogni buon senso, ancora sta tentando di salvare una certa parte di classe dirigente del suo partito, sperando, magari, nell’elezione di un nuovo presidente della Repubblica disposto a rinnovargli il mandato. Per fare cosa? Per portare a casa (nella sua casa che brucia) un risultato capace di ricompattare il Partito sotto la sua guida, e evitare le primarie che lo vedrebbero, questa volta senza dubbi, perdente contro un Matteo Renzi che in questi giorni ha preso la rincorsa per un assalto finale.

Il problema (per lui) è che Bersani sembra non rappresentare più neanche quella parte della dirigenza che lo ha fin ora sostenuto. Nel Pd, anche coloro che hanno fiancheggiato il segretario, e che mai hanno visto di buon occhio un partito a guida renziana, stanno man mano spostando il loro interesse e riponendo le loro speranze su Fabrizio Barca. Oramai è chiaro sia lui, ministro per la Coesione sociale di Monti, il nuovo anti Renzi.

Nelle ultime ore, quindi, sembra vedersi all’orizzonte qualcosa di nuovo: l’abbandono alla spicciolata del segretario del Pd e delle sue strategie, lascia anche supporre, a breve, la nascita di un governo. Un esecutivo, sotto certi versi, ancora del Presidente, ad alta intensità politica di ministri Pd, Pdl e Lista Civica. Ed è evidente che Bersani non ci sarà in questo governo, o, comunque, sta vedendo ridursi a lumicino le sue speranze di essere preso in considerazione. Un governo, a tal punto, fa addirittura più comodo a quella parte del Pd avversa a Renzi che a tutto il Pdl. Tanto più se il nuovo campione, Fabrizio Barca, entrasse a farne parte.

Al di la delle letture giornalistiche e dei bei progetti, invece, non è altrettanto chiaro come Renzi finirà col diventare il leader del centro sinistra. Se il sindaco di Firenze vincesse le primarie (quando le svolgerebbero?) o se si presentasse al congresso del Pd per guadagnare la segreteria (la data congresso non è poi così imminente), il Pd si disarticolerebbe fino ad ipotizzare una scissione. Una spaccatura che probabilmente non influirebbe sul risultato elettorale - Renzi guadagnerebbe dal centro e dal centro destra più di quanto perderebbe alla sua sinistra - ma che rivoluzionerebbe l’offerta politica nazionale fino a stravolgerla, se, soprattutto, di qui alla data del voto, il parlamento varerà una legge elettorale con collegi uninominali e doppio turno.

Ma Renzi, agli occhi di alcuni, leader di una coalizione di centro sinistra è quasi un ossimoro: qual è la sinistra che si alleerebbe con il Pd tanto radicalizzato al centro? E’ per questo che c’è Barca. E al centro destra, poi, che succederebbe con un Renzi in campo? Quanti dentro il Pdl - facendosi due conti (età del leader, forza elettorale del progetto renziano) - rimarrebbero fermi sulle posizioni del partito e di Berlusconi stesso? E, soprattutto, vien da chiedersi, con Renzi in partita, il Cavaliere continuerebbe ad essere il candidato ideale della coalizione avversa?

Quando analizzo questi dati (i quali non hanno la pretesa di essere più che ipotesi) mi rendo conto che, forse, siamo all’epilogo della seconda Repubblica (senza particolari rassicurazioni o ipoteche sulla bontà della terza), che rischia di finire il bipolarismo (sempre se ci sia mai stato, o se, invece, come ho sempre pensato, non fosse stato esclusivamente l’effetto della presenza di Berlusconi) e che, soprattutto, il centro destra ha dinnanzi a sé un futuro piuttosto critico, una sussistenza complicata. Ma anche il centro sinistra, per come lo abbiamo visto evolversi negli anni, ha le ore contate.

Bersani non l’ha capito, ma i suoi compagni pare di sì: il governo con il Pdl allunga loro la vita forse ancor di più che allo stesso Berlusconi. Tant’è che a breve è in agenda un incontro con il Cavaliere. Insomma, Bersani si svegli, altrimenti va in Barca.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da pietro46 il 07/04/2013 22:27:34

    Egr.Accolla,solo nel "casino"PDL può succedere una cosa del genere.L'appoggio al PD con Barca Presidente del Consiglio Lei dice?Capisco che in entrambi i due partiti non ci sia tanta voglia di ritornare a votare(Tutti tengono famiglia:meglio l'osso oggi che la forse impossibile carne domani ecc ecc..ancora non hanno preso neanche una mensilità figuriamoci se si andrà a rivotare)e Renzi non ha il pieno appoggio del partito,anzi.Ma tutti sapevamo che il Ministro Barca era più a sinistra di Vendola...solo Berlusconi,forse non lo sa...già l'interesse supera qualsiasi contrapposizione:e vale per entrambi...Noi(IO e qualche Mio amico) fessi eravamo rimasti a "duri e puri".

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