Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il bimbo, o la bambina, perfettamente vestiti non sono esclusivamente il risultato dei desideri o delle manie di genitori troppo fashionist.
E’ indubitabile, che il contesto familiare è prioritario in merito alla questione dell’abbigliamento dei giovanissimi, ove esiste un bisogno smodato che i propri figli siano osservati attentamente e con ammirazione.
Non è egoismo, ma solo raccontare l’amore verso di loro attraverso l’immagine, un’esteriorità fatta di fresca e tenera eleganza.
Il padre e la madre di questi indossatori mignon, cercano di intravedere il mondo di quand’essi saranno adulti, ma allo stesso tempo le future Naomi Campbell o David Gandy, si compiacciono di avere dei genitori designer e se ne vantano con gli amici.
Praticamente, è ribaltato il concetto di timidezza di una decina di anni orsono, quando i pargoletti battevano i piedi perché non volevano farsi vedere con il vestitino nuovo addosso, o con le scarpette in vernice.
L’infanzia, da che mondo è mondo, è sempre stata narrata dall’abbigliamento indossato, dalle tenere tutine per neonati agli zainetti per la scuola.
L’idea della fanciullezza, così come la intendiamo oggi, è una scoperta piuttosto recente.
L’infante si sente molto più grande di come si sentiva anni fa e, perciò, ben vengano i jeans rattoppati, le gonne delavé, le bretelle e i bomber da Teddy Boy, le giacche rigate con le sneakers di tendenza.
La puerizia, oramai, coabita solo nel nostro personale immaginario, nei nostri ricordi di quand’eravamo bambini; essa è innanzi a noi, in un luogo quasi fantasioso.
Ora i racconti sulla fanciullezza sono selezionati e preda dei media e dell’apparato industriale. Infatti, gli articoli per bambini, a questo punto, sono elencabili in ogni campo possibile e immaginabile, quale il settore discografico, dei giocattoli, alimentare, sanitario, sportivo, cinematografico, moda, ecc. Pitti Moda Bimbo, che biennalmente viene realizzato in quel di Firenze, è il resumé di quanto sopra solo applicato al campo della moda, la puntuale espressione di come l’imprenditoria, relazioni in merito all’idea dell’infanzia.
Non rappresenta solo la baby fashion, ma è bensì una fetta importante del fatturato italiano, uno dei ristretti ambiti che non ha risentito la crisi economica.
Ecco perché non possiamo più parlare di fabiesca infanzia, ma bensì di piccoli ed eleganti rampolli dal gusto già ben indirizzato.
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