Corsa al Quirinale

La scelta di Marini spacca il Pd, Renzi rompe, ma anche Sel abbandona, Bersani verso una nuova batosta

Serata drammatica per il Pd, Berlusconi assicura i suoi voti, ma non è detto che bastino per raggiungere la maggioranza qualificata

di Simonetta  Bartolini

La scelta di Marini spacca il Pd, Renzi rompe, ma anche Sel abbandona, Bersani verso una nuova batosta

Con un colpo di genio degno dello smacchiatore di giaguari, Bersani ha proposto Marini come candidato del Pd al Quirinale. Bisogna ammettere che il segretario dalla metafora ardita è un comunicatore eccezionale e non perde occasione per dimostrarlo: mentre su La7 (una rete, sia detto per inciso, che ha la migliore programmazione di informazione di tutto l'etere, pardon, digitale) la Gruber intervistava Rosy Bindi a proposito del neo-candidato al Colle, Bersani dettava alle agenzie una dichiarazione nella quale annunciava una sorpresa.

Panico in studio e ovviamente domanda alla Bindi: allora non è Marini il candidato? Qualche impaccio, ovvio, nella risposta: ma... vedremo...,  Bersani ci ha abituato alle sorprese, ci disse dei nomi per la presidenza di camera e senato alle 8 e mezzo del mattino della votazione, quindi se ha cambiato idea...

Passano pochi minuti,e poiché alle 21,10, di seguito alla Gruber, Matteo Renzi è ospite delle Invasioni barbariche della Bignardi (sia detto per inciso la più brutta trasmissione de La7) vinciamo la repulsione e seguiamo l'intervista del Sindaco di Firenze, nel frattempo è iniziata la riunione dei grandi elettori del Pd e le agenzie battono la "notizia"(?) che Bersani ha annunciato il nome di Marini.

E la sorpresa dov'è? ovviamente non c'è, il solito Bersani ha sbagliato tempi e modi annunciando una sorpresa già ampiamente nota da qualche ora. È incorreggibile lo smacchiatore di giaguari, proprio non riesce ad azzeccare neppure una dichiarazione alle agenzie, promette una sorpresa, spiazza anche la povera Bindi che infondo del Pd sarebbe la presidente... E poi...

E poi incassa la bocciatura, peraltro scontata, di Renzi, ma quel che è peggio incassa la bocciatura di buona parte dei suoi, Marino neo candidato alla corsa a sindaco di Roma, arriccia il naso, Orfini prende le distanze, Crocetta, boccia la scelta, la riunione dei grandi elettori registra toni drammatici. Zanda presidente dei senatori Pd annuncia che il nome di Marini verrà votato dall'assemblea riunita al Capranica per alzata di mano, scoppia un putiferio e i delegati di Sel lasciano la sala dopo le durissime parole di Vendola: Marini? Sarebbe la fine del centrosinistra. Volano parole grosse e qualcuno parla anche di animi accesi al punto da rischiare di venire alle mani. anche i renziani lasciano la sala. A questo punto un manipolo di grandi elettori vota a favore di Marini, sono poco più di 200 i voti a favore, ma sufficienti visto che in tanti se ne sono andati!

A quanto pare Bersani sta andando incontro ad un'altra batosta!

Ma torniamo a Renzi e alla Bignardi. La conduttrice col birignao fa quello per cui rende la sua trasmissione inguardabile: domande che vorrebbero essere ficcanti, accompagnate da risatina che vorrebbe essere accattivante e contorno di battutine che vorrebbero essere intelligenti e ironiche.

Se Renzi ci fosse stato antipatico, dopo l'oretta con la Bignardi ci sarebbe diventato immediatamente  simpaticissimo almeno in nome della solidarietà e umana comprensione, un'intervista della sedicente scrittrice - che, come dice Aldo Grasso, si sente troppo intellettuale per fare la conduttrice, ma ciononostante continua, per la nostra sfortuna, a voler fare tv - è una ben dura prova! 

Il rottamatore nazionale comunque ribadisce la sua polemica nei confronti del segretario e delle sue scelte: Marini è un candidato del secolo scorso, aveva già fallito l'obbiettivo colle nel '99, e ora sarebbe il candidato per la nuova politica? 

Come dargli torto? 

E insiste: Bersani si preoccupa prima di tutto di se stesso e per avere l'incarico a palazzo Chigi ha lasciato la scelta a Berlusconi! In effetti dalle parti del Pdl è stato dato il via libera al giovanotto Marini come presidente equilibrato e di garanzia, la soluzione migliore che potessimo ottenere ha dichiarato Berlusconi ai suoi a Palazzo Grazioli.

A questo punto con circa un centinaio di voti in meno nel pd  e con quelli quasi certi del pdl e forse della lega  non è detto che si raggiunga comunque la maggioranza qualificata per l'elezione ai primi tre scrutini. Insomma ancora tutto incerto, perché nel momento in cui si passasse alla maggioranza relativa potrebbero cambiare anche i nomi.

Una cosa però è sicura Renzi a questo punto ha rotto definitivamente con l'apparato del suo partito, che farà adesso? difficile da prevedere. 




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