Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Siamo alla terza votazione e, quasi sicuramente, giungeremo alla quarta per conoscere il nome del prossimo Presidente della Repubblica.
Poi, tutti di nuovo alle urne perché il nuovo Capo dello Stato scioglierà le camere, di qualunque fatta sia, e cercherà attraverso il suffragio quella stabilità che ora il Paese non possiede a causa di un indeciso e confusionario Bersani.
Il vero caos è stato creato solo ed esclusivamente da lui settimane addietro, quando non volle assolutamente trovare una via d’accordo con il PDL, ma soprattutto con Silvio Berlusconi, l’odiato Cavaliere, detestato dalla sinistra e dai magistrati tutti, ma non da 10milioni di italiani, che, a seconda degli ultimi sondaggi, sono notevolmente aumentati.
Quando si arriva a farsi insediare, nell’ambito del proprio partito, da un pivellino qual è Matteo Renzi qualcosa c’è che non va!
Non va assolutamente il modus politico di Pierluigi Bersani, ormai stantio, legato ai vecchi e usurati schemi dell’arcaica nomenklatura, ancorata a una sorta di slogan demoralizzante quale “perdiamo da sempre, ma siamo noi l’ intelligencija italicadella politica.
Come dire “ mi avevano consigliato di non attraversare quella palude piena di coccodrilli, ma l’ho fatto ugualmente. Ho perso le gambe e un braccio, però sono andato al di là…”
Credo che il suolo terracqueo europeo (non voglio sondare a livello cosmico) non potesse partorire politico meno portato all’arte di governare come il segretario PD, uno che è riuscito a smantellare il record di Monti per errori fatti, un vero toccasana per le forze avversarie, colui che imprime nel pensiero della gente il sospetto che “se è diventato politico lui, lo posso anche io…”, la barzelletta di un comico che gli da di zombie, di zimbello, parassita, puttaniere, stalker politico, fallito, 47 morto che parla…
Insomma, questo signor Bersani, di che pasta è fatto?
E’ possibile che la grinta la metta solo quando vuol far sgambetti a Berlusconi, facendo per altro del male al Paese, e subisca, invece, pedissequamente gli attacchi di un comico che recita in una tragedia chiamata Italia, e di un poppante della Res come Renzi che gli ha, di fatto, spaccato il partito con le sue apparizioni televisive tipiche di un Cavaliere di nostra conoscenza?
No, caro aforistico segretario, così non va; adesso è il turno di entrare a far parte di colorche son esodati…
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