Come due personaggi di Happy Days

Enrico Letta e Matteo Renzi, Richie e Fonzie della Politica Italiana

Uno, il bravo ragazzo tutto casa e fidanzata, l’altro il conquistatore, in questo caso, di folle

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Enrico Letta e Matteo Renzi, Richie e Fonzie della Politica Italiana

Enrico Letta e Matteo Renzi sembrano due fratelli venuti fuori dalla serie americana Happy Days.

Il primo è Richie Cunningham, il secondo Fonzie.

Letta, il bravo ragazzo tutto casa e fidanzata, l’altro il conquistatore, in questo caso, di folle.

E, guarda caso, Enrichetto è Premier e Matteino, quasi sicuramente, a breve segretario del PD.

Aggiungo, che ora come ora Renzi vincerebbe a man bassa anche eventuali primarie se ci fossero, in quanto il gruppo anti-berlusconiano pare approdare su ben altre spiagge della politica.

E’, però, auspicabile per lo stesso Partito Democratico che la maggioranza dei parlamentari sostengano questo Governo, creato dal niente dal Presidente della Repubblica eletto anche con i voti del PD e che ha come Presidente del Consiglio un personaggio giovane, ma sempre nell’ambito della sinistra, perché se ci fosse una scissione anche sul suo nome sarebbe la fine dei democratici.  

Tornando a Fonzie (Renzi), al momento ha una strada davanti a sé completamente in discesa, poiché, in brevissimo tempo, sta concretizzando quel suo sogno generazionale con un premier giovane e un futuro segretario di partito ancor meno stagionato.

Ora però a rinsaldare questa impalcatura giovanilistica spetta, in primis, a Richie (Letta) e alla sua reggenza di leader che faccia intuire spiccate doti realizzative.

Il Sindaco fiorentino, intanto, essendo abbastanza furbo, ma non stratega, ha intuito che deve appoggiare Letta soprattutto perché si sta avverando ciò da lui auspicato da tempo e, cioè, quello spostamento di età verso il basso che non può andare che a suo unico beneficio.

E, poi, quel suo modo tutto personale di vedere le riforme tanto osannate che prevede intese e aperture non solo con chi vede solo rosso e, in particolar maniera, quel fare sprezzante di fronte a una critica così decisa e astiosa all’interno del PD.

Il furbo Fonzie sta facendo passare la sua ambizione di politico come qualcosa che prima di tutto mette davanti lo Stato e dopo, molto dopo, il partito; mentre la vecchia nomenklatura si è fregata da sola, invertendo le cose.

Ciò che Letta deve imparare da Renzi è il criterio di non cavalcare più l’onda antiberlusconiana e, magari, come ieri ha fatto Obama con Bush presenziando ad un memorial di uno dei suoi più assidui rivali, non confondere la vita personale del suo avversario con quella politica del PDL.

Insomma, dritti verso la meta ma con un ramo d’ulivo nella mano.

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