Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
’ passato meno di un anno e mezzo da quando Silvio Berlusconi lasciava Palazzo Chigi per consegnare le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Era il 12 novembre 2011, ore 21,42 come scandivano le agenzie di stampa, impegnate a registrare il passaggio “epocale”, con relativo giubilo popolare, bandiere rosse al vento, bottiglie di spumante stappate per l’occasione, caroselli di auto, immancabili cori “liberatori” di “Bella ciao”.
“Data storica” rimarcavano i commentatori in diretta. Fine di un’epoca, durata diciotto anni, sottolineavano i più, ricordando l’abbandono di Bettino Craxi, nel 1993, accompagnato dal lancio di monetine fuori dall’hotel Raphael di Roma. Gianfranco Fini, uno dei responsabili della crisi di un governo nato, nel 2008, grazie alla vittoria “maggioritaria” del centrodestra unito, gongolava dall’alto della sua carica di Presidente della Camera dei Deputati. Il PdL sembrava destinato alla scomparsa. Nuovi “soggetti politici” avanzavano… Da domani si cambia: arriva Mario Monti, il governo dei tecnici, del rigore e del rilancio. E poi…immancabile la vittoria della sinistra, pronta ad agguantare la storica occasione per un ritorno trionfale al governo.
Allora – nel commentare la giornata – lanciammo dieci domande, dedicate ad un “anomalo” sabato italiano, chiedendo: Quando si accorgeranno i baldi e un po’ ribaldi manifestanti antiberlusconiani che c’è ben poco da festeggiare per la caduta del governo? Qualcuno vuole dire loro, forse troppo giovani per ricordarlo, che Berlusconi non è andato al governo per un golpe militare, ma grazie a regolari elezioni? E che i 18 anni trascorsi dalla sua prima “discesa in campo” sono stati costellati da sconfitte e vittorie elettorali, com’è normale in qualsiasi democrazia?
Quando si renderanno conto che il passo indietro del leader del centrodestra in realtà non significa la scontata vittoria del centrosinistra? Ed ancora: ci vorrà molto per fare prendere loro coscienza che l’approdo al governo tecnico non è né più né meno che un commissariamento della democrazia ? E, numeri alla mano, è un dettaglio che alla Camera, ma soprattutto al Senato, il centrodestra sia maggioritario? Che valore si vuole dare in quest’Italia alla volontà popolare? Non conta proprio niente o, meglio ancora, conta solo se piace a certi “salotti buoni”?
E per rispetto ai morti, fascisti ed antifascisti, di quella tragica pagina della nostra Storia nazionale ci vorrà molto per fare capire al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che tra le giornate dell’ aprile 1945 e queste del novembre 2011 c’è un abisso e non solo temporale? E che senso hanno i cori di “bella ciao” intonati dai militanti del Fli (il partito – giusto per rinfrescare la memoria – di chi teorizzava “il fascismo del 2000”) ?
A quelle domande vale la pena rispondere oggi.
Dopo quel 12 novembre 2011 abbiamo avuto il governo dei tecnici con la pessima esperienza che tutti hanno visto. Berlusconi è “ritornato in campo” e ha scompaginato il quadro politico rivincendo la sfida. La volontà popolare si è espressa con i risultati a tutti noti. Bersani ha perso le elezioni e la fase postelettorale, dimettendosi dalla carica di segretario del Pd. Le “radiose giornate” del novembre 2011 hanno lasciato il campo al Napolitano bis e al governo delle “grandi intese”. I vecchi militanti del Pd, nel frattempo, hanno bruciato in piazza le loro tessere sentendosi traditi dal partito e paventando scissioni. Fini è scomparso dalla scena politica. Monti, presentatosi al giudizio degli elettori, ha rischiato il default politico. Berlusconi, insieme al fido Letta (Gianni), tiene in pugno il giovane Letta (Enrico), garantendogli i voti per “sopravvivere”.
Dopo la Caporetto del novembre 2011 per Berlusconi è arrivata l’offensiva del Piave… Per dirla con le parole dello storico “bollettino della Vittoria” “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”…Immagine del Pd di oggi, paradossalmente anello debole di un governo guidato da un suo uomo…miracoli del Cavaliere e di una politica in preda alla schizofrenia…Fino a quando ?
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