Editoriale

Quando si confonde analisi, giudizio e istigazione alla violenza

La bufera per le parole del professor Becchi è ingiustificata. Grillo e tanti giornalisti fanno di peggio ma...

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

i sembra francamente che si stia esagerando nella confusione fra analisi e giudizio. Il professor Becchi, filosofo del diritto genovese amato dai grillini è precipitato nel tourbillon delle polemiche giornalistiche per una intervista alla trasmissione La Zanzara, condotta da Cruciani e Parenzo su Radio24. 

In sostanza nel corso del colloquio con i due giornalisti - peraltro ormai famosi per il metodo dichiaratamente provocatorio utilizzato con gli intervistati, invitati non per esprimere il loro parere in merito ad un argomento o ad un fatto, ma piuttosto per essere sottoposti ad una sorta di interrogatorio stringente, e talvolta fastidioso anche per chi ascolta,  onde ottenere una dichiarazione che scateni qualche putiferio che faccia entrare la trasmissione nei titoli dei notiziari -  nel corso del colloquio con Crucianie Parenzo, dicevo, il professor Becchi ha dichiarato in sostanza che la situazione di crisi diffusa, di malessere, povertà, affrontata secondo lui in maniera impropria dalla politica è tale che poi non ci possiamo stupire se qualcuno spara.

Non sono queste esattamente le sue parole ma il loro senso sì. Di fronte a queste parole si è scatenata l'ira benpensante anche di insospettabili come Alessandro Sallusti direttore del Giornale che ieri sera a Servizio Pubblico ripetendo l'avvio assunto che mai è per nessun motivo si è autorizzati a sparare contro qualcuno, si univa al coro dei crucifige contro il professor Becchi e l'analisi (magari sbagliata) fatta alla Zanzara, come si si trattasse di un giudizio o peggio ancora di un'esortazione alla violenza.

E quel che è peggio è stato il Grillo nazionale che dopo aver per mesi sollecitato l'indignazione delle piazze , fino a pochi giorni fa quando convocava il popolo in piazza contro l'elezione di Napolitano, e aizzando gli animi provati dalla crisi e dal malessere sociale ormai fatalmente diffuso, additando come ladri, furfanti, morti, golpisti tutti i politici, Grillo dicevo ieri ha preso le distanze dal professore colpevole di aver fatto un'analisi certo sgradita, forse errata, ma solo un'analisi.

È possibile che in questo paese non si riesca mai ad applicare quel tanto di raziocinante equilibrio che eviti di aver, in questo caso sì , il fucile sempre pronto ad essere puntato sul bersaglio sbagliato? 

Perché sparare su Becchi e non su Grillo? perché fare un caso di un'analisi confondendo merito (analisi giusta o sbagliata) e metodo, appunto il rilievo di fatti dal punto di vista di qualcuno?

Forse anche la stampa in crisi di vendite e di diffusione e i giornalisti ormai eletti a maître à penser della provocazione a tutti i costi  (a prescindere dall'effettivo valore e capacità) dovrebbero interrogarsi sulle proprie responsabilità .

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