Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
cco fatto: abbiamo non-votato, è morto Little Tony, al Corriere e al Giornale hanno inviato buste con polvere sospetta, alla Consob questa mattina c’è stato un allarme bomba, mentre a Roma un sessantenne (incensurato, quindi apparentemente niente a che vedere con un regolamento di conti della mala romana) che portava a spasso il cane, è stato freddato con alcuni colpi di pistola. Questo nelle ultime 18 ore.
Vi pare poco?
Seppure la morte del cantante sia da annoverarsi fra gli eventi ineluttabili, ma purtroppo naturali, la coincidenza in questi giorni di tante morti eccellenti fra attrici, attori e cantanti che hanno rappresentato l’immaginario collettivo dell’Italia del benessere (dagli anni Sessanta in poi), con il disgregarsi progressivo e catastrofico della politica sia nelle sue forme note sia in quelle che erano apparse rivoluzionarie (M5S in queste elezioni amministrative sembra essersi liquefatto), e la conseguente diserzione in massa delle urne come una forma di protesta contro l’andazzo generale, unito ad una impennata di violenza per certi versi inspiegabile (la barbara uccisione di Fabiana, la sparatoria a Roma contro i poliziotti, la mattanza di Milano e la notizia di oggi); tutto questo ci precipita in una condizione di “fine”, in una disperata visione del futuro.
Il nostro mondo, quello che la generazione nata fino al 1970 poteva dichiarare proprio, si sta dissolvendo in una nube tossica di veleni che ci prendono alla gola, ci limitano il respiro, ci ottundono la vista. Non si tratta di una normale transizione fra epoche diverse, si tratta di una vera e propria fine che ancora non prevede alcun nuovo inizio.
Quel che sparisce non lascia il posto a qualcosa di nuovo, a nuove seppur diverse speranze.
I nostri giovani, quelli nati dal 1980 in poi, sono i protagonisti disperati di un futuro ignoto ingombro delle macerie del mondo dei padri, ma nessuno ha fornito loro gli strumenti per costruire un’alternativa.
Il giovane criminale che ha ammazzato Fabiana nel modo barbaro che conosciamo, se non è l’esempio della nuova gioventù, certo non è neppure solo una scheggia impazzita; come ben ha scritto Andrea Di Consoli, è il prodotto, avvelenato sicuramente, dei disvalori imperanti che stiamo lasciando in eredità alle generazioni che ci seguono.
La improvvisa e generalizzata recrudescenza di una criminalità assassina che non ha la finalità tipica dei fuorilegge, ma che è sfogo incontrollato di personalità deviate, che noi chiamiamo borderline cercando di rassicurarci che si tratta di patologie isolate, deve farci riflettere. Abbiamo sicuramente sbagliato molto più che qualcosa, stiamo trasmettendo messaggi che invece di introdurre nella società il sano tabù atto a frenare gli impulsi emotivi, la proibizione atavica cui era legata la prospettiva di una punizione indicibile e proprio in quanto tale non detta, ma immanente e con funzione deterrente, abbiamo aperto le maglie del tessuto sociale a qualunque forma di libertà incuranti della vecchia lezione secondo la quale la libertà di ogni individuo si deve fermare dove comincia quella del vicino.
Il nostro tripudio falso-libertario ha ucciso la libertà di vivere di ciascuno di noi, cioè per esempio di camminare per strada senza il rischio di essere presi a picconate, perché un immigrato secondo il politicamente corretto deve poter esercitare la propria libertà di girare per strada anche se riconosciuto violento e pericoloso, pena la protesta ipocrita e detestabile, ma vincente fino ad oggi, dei cosiddetti paladini dei diritti civili (negati solo alle persone comuni, ai cittadini come me e come voi).
Una adolescente non può lasciare il ragazzo con il quale ha avuto un amoretto giovanile, perché questi si sente autorizzato ad esercitare la propria libertà (quella che da ogni dove non fanno che promettergli e assicurargli essere un diritto senza pretendere doveri in cambio) di tenerla avvinta a sé e di esprimere la propria volontà di possesso con ogni mezzo compreso un coltello e il fuoco.
Ecco il mondo senza tabù, senza doveri, senza responsabilità che abbiamo consegnato ai nostri figli e che stiamo praticando allegramente e sventatamente comincia a dare i risultati prevedibili, e la politica di fronte a tutto ciò, chiacchiera, parla, promette battaglie per moralizzare l’uso degli stecchini da denti, ma non si preoccupa di porre mano ai veri problemi, etici, morali e pratici di cui un popolo ha bisogno.
Di fronte a ciò è veramente strano che alle amministrative abbia votato solo il 50% degli aventi diritto, era ipotizzabile che votasse il 5%!
Inserito da Vanessa P. il 28/05/2013 16:18:09
Questa è un epoca vuota dell'apparire e del fare ad ogni modo e condizione... non dell'essere, della sostanza concreta e della spiritualità!! il M5S, un motore diesel all'inverso: partenza energica , esplosiva a tutto gas,... un andamento che subisce successivamente una brusca frenata..arrestandosi poi alla prima salita!! il popolo vuole fatti concreti non più solo chiacchere e l'abolizione dell'IMU di giugno è il primo fatto concreto che ha dato il suo frutto se pur mignon con un 50%. La violenza... figlia del disagio, del degrado morale e sociale, dell'inadeguatezza, della mancanza di rispetto per la vita per i valori spirituali, ...è un altro punto che la politica dovrebbe attenzionare urgentemente intervenendo a monte..offrendo ai giovani e non solo opportunità concrete e speranzose per un futuro certo e possibile, perchè adesso il futuro è per noi solo una "mission impossible".
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