Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
i si chiede perché le donne siano troppo spesso vittime della violenza. E, a parte la ovvia causa di una minore possanza fisica, non sappiamo dare una risposta.
Ci si chiede perché le donne di potere siano esponenzialmente meno degli uomini nei posti di comando. Anche in questo caso, tranne qualche balbettio sul ritardo femminile nell’affermazione professionale (che poi non è una risposta, ma un surplus di analisi) dovuta al ruolo di madre e moglie, nessuna spiegazione.
Ci si chiede infine, ma ha il sapore di una risposta indiretta ai due quesiti precedenti, perché le donne non sappiano essere solidali fra di loro, non sappiano fare lobby, non si sostengano come fanno gli uomini. In questo caso anche se nessuno osa affermarlo esplicitamente, ciascuno pensa che si tratti della tradizionale gelosia femminile che genera concorrenza nella conquista del maschio, ma che si estende a qualunque altra attività veda due o più donne in campo, anche se non necessariamente in antitesi fra loro.
In effetti non è infrequente che una donna cerchi di danneggiarne un’altra anche se non è sua diretta concorrente, come non è infrequente che la bellezza muliebre (ma anche l’eleganza, lo charme, la seduttività) generi rivalità a prescindere, tanto che contro colei che mostra una personalità non omologata si scatenano le colleghe invidiose anche se non meno belle o charmant. Insomma non si tratta di brutte contro belle, anzi, spesso le donne meno belle sanno fare squadra più delle loro colleghe particolarmente beneficate da madre natura.
Non avendo risposte scientifiche e inoppugnabili da dare alle domande di cui sopra provo a ribaltare il problema.
Chiediamoci: perché gli uomini sono violenti con le donne? Perché raggiungono posti di potere anche quando sono dei mediocri? Perché esercitano fra loro una solidarietà fortissima e quasi indistruttibile?
A parte la prima domanda, per le altre due nessuno formula esplicitamente il senso della risposta (ritenuta indicibile, ma da tutti –gli uomini– pensata in silenzio) che allude ad una superiorità maschile quanto meno nel carattere. Le scomposte reazioni femminili (dette non a caso, uterine), non appartengono agli uomini, che sanno mostrare sovrano distacco, tengono a bada l’invidia e quando proprio non reggono assumono quell’aria burbanzosa di chi pur volendo essere tollerante non può fare a meno di...
Insomma il non-detto è che gli uomini sono migliori delle donne.
Ammettiamo che gli uomini sappiano controllare meglio delle donne le reazioni emotive (e in questo caso apparire migliori pur non essendolo) e chiediamoci perché.
Soprattutto chiediamoci perché tutto questo non muore neppure nei nostri civilissimi tempi, nell’epoca del egualitarismo ad oltranza, delle rivendicazioni civili, dell’ablazione delle differenze.
Semplice, perché gli uomini hanno inaugurato la modernità (cioè dall’illuminismo in poi) strettamente e saldamente organizzati nel potere più forte e traversale (politicamente) che esista: la Massoneria.
La Massoneria, solo formalmente aperta alle donne – in Italia esse possono aderire ad una loggia femminile che risale ai primi del ‘900 quindi giovanissima rispetto a quella maschile che affonda le radici, e dunque l’abitudine alla gestione del potere, nel ‘600 –, è maschile. Rigorosamente maschile, spudoratamente maschile.
È maschile e maschilista (il principio esoterico del sole cui è ispirata, richiama il principio maschile come la luna quello femminile) e si fonda sulla fratellanza fra gli adepti prima di tutto.
Una fratellanza esclusiva, escludente, autoreferenziale, appunto “massone”, che costringe i “fratelli” ad aiutarsi reciprocamente, a privilegiare il fratello “muratore” anche se meno meritevole.
So perfettamente che a questo punto i massoni (che sono tanti, troppi per i miei gusti) protesteranno richiamando le nobili origini della fratellanza in nome dell’esoterismo, della cultura tradizionale, ecc ecc.
Balle, balle, balle! Balle buone per quei tre o quattro studiosi che effettivamente ci credono (e si rifanno alle origini della massoneria), balle buone per difendersi dall’accusa di essere dei semplici assetati di potere che costituiscono un largo e potente gruppo di pressione ramificato, stratificato, pervasivo in ogni categoria sociale.
Balle buone per ammantare di alti ideali (maschili!) l’esercizio della supremazia sul genere femminile che essendo sempre stato escluso da questa forma di “società stretta e solidale” non potrà mai recuperare. Per favore non parlatemi della loggia femminile o delle timide aperture alle donne in alcune logge (peraltro non italiane), il ritardo accumulato dalle donne è tale da non poter essere colmato a meno di escludere per almeno due secoli (quelli in cui le donne non potevano neppur parlare di massoneria) gli uomini da qualunque forma di associazionismo solidale (fra loro).
E allora se torniamo alle domande iniziali, compresa quella sulla violenza alle donne, sarà facile a questo punto trovare una risposta nella solidarietà fra gli uomini che tutto permette.
Tutti massoni in Italia? Francamente non saprei, anche se credo che il fenomeno sia più diffuso di quanto i numeri ufficiali non mostrino. Ma qui non si tratta di numeri o percentuali di popolazione si tratta di mentalità. Si tratta di educazione.
Come il concetto di massoneria è maschile così per la proprietà transitiva il concetto di potere è maschile, essendo il suo esercizio una delle caratteristiche tipiche della società solidale massonica.
E allora? E allora care signore rivendichiamo orgogliosamente la nostra libertà da logge e società segrete.
Rivendichiamo la nostra bella capacità di ottenere quello che otteniamo con la sola forza della nostra personalità individuale, qualunque essa sia.
Rivendichiamo di non sottostare a nessuna “obbedienza”, ma di essere libere!
Rivendichiamo la forza della nostra solitudine: nessuna loggia alle nostre spalle per farci ottenere un lavoro (vi ricordate Alberto Sordi in Un borghese piccolo piccolo che si associa da una loggia massonica per ottenere un lavoro in banca per il figlio? Vi ricordate che penosa volontà di asservimento per ottenere quanto desiderato?), nessuna loggia che ci protegga, o che ci spinga avanti.
Rivendichiamo le nostre conquiste giornaliere strappare con le unghie e con i denti avanzando cm per cm.
Ma nessuno osi più pensare che le donne non sanno fare lobby, non sanno fare squadra, hanno caratteri difficili, sono uterine e inaffidabili, e dunque peggiori degli uomini.
Perché se anche è vero che non sappiamo fare lobby, non sappiamo essere solidali fra noi è perché siamo libere da condizionamenti di potere.
Scusate se è poco!