Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La disperazione della sorella di Stefano dopo la sentenza
E’ arrivato nella serata di ieri il secondo annuncio della morte di Stefano Cucchi.
La prima volta è stato ritenuto clinicamente morto il 22 ottobre 2009, a causa di probabili pestaggi inflittigli, stando alle richieste dei PM, da 3 agenti di Polizia Penitenziaria e da tre infermieri per abbandono di persona incapace.
La terza corte d’assise di Roma, ribaltando a sorpresa il verdetto, ma non si può più parlare di sorpresa quando si parla di Giustizia italiana, anzi la vera sorpresa sarebbe tale di fronte a giudizi congrui e provati dai tanti magistrati che interpretano la legge in maniera alquanto bizzarra, ha condannato a due anni di reclusione il primario della struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini.
Un anno e quattro mesi di carcere sono stati inflitti ai medici dello stesso ospedale e una condanna a 8 mesi di reclusione per un altro medico.
Ritenuti non colpevoli, invece, i poliziotti e gli infermieri che in quei maledetti giorni del mese di ottobre del 2009 ebbero più volte rapporti con il defunto Cucchi, il quale nel periodo di custodia cautelare a causa dell’uso di sostanze stupefacenti nella prigione di Regina Coeli ebbe un malore e venne trasferito al Sandro Pertini, ove ne uscì solo da morto.
Una sentenza che assomiglia a molte altre, una deliberazione molto strana, a metà tra la personale interpretazione del diritto penale e la meraviglia che esso sia usato a piacimento; il tutto frutto di un impianto accusatorio, per il quale il povero Stefano venne sì massacrato di botte all’interno del carcere, mentre era in attesa del processo per direttissima e in seguito abbandonato alla sua sventura nel reparto protetto del Pertini, ma “era lungi da essere un giovane sano e sportivo. Era un tossicodipendente con conseguenze sul suo stato fisico e sugli organi vitali che tutti possiamo immaginare. Soffriva di crisi epilettiche e sono stati documentati 17 accessi a pronto soccorso negli ultimi dieci anni”.
Insomma, per gli edotti giudici, Stefano sarebbe morto di fame o giù di lì: infatti per loro la vera causa della dipartita è da identificarsi “ in una sindrome da inanizione, ossia una mancanza (o grande carenza) di alimenti e liquidi” non determinata dai medici.
Quindi, nessuna correlazione fra la morte e le indubitabili fratture all’osso sacro, alla mascella, l’emorragia alla vescica, i tantissimi ematomi alla testa.
I famigliari e gli amici di Stefano Cucchi attendevano da ben tre anni questo fatidico momento. Lo attendevano con fiducia, speranza ed equità di giudizio.
Ancora una volta, invece, siamo a parlare di una sentenza bislacca, e di un nuovo fallimento dello Stato che permette simili misfatti perché, considerare il 31enne morto solo per cause mediche, è un insulto a tutta la giustizia giusta, ma soprattutto alla memoria di questa ennesima vittima e alla sua famiglia che ha dovuto sostenere un peso, e lo sostiene tuttora, enorme.
È un insulto a chi ancora crede nella legge.
Inserito da Vanessa P. il 06/06/2013 13:32:48
Cosa dobbiamo dire che non abbiamo già detto? CERCASI GIUSTIZIA DISPERATAMENTE...chi ha pestato e ridotto in quelle condizioni il povero Stefano? chi lo ha lasciato al suo triste destino senza intervenire per impedire che la sua breve vita scoccasse a 31 anni? chi paga per tutto ciò?...LA FAMIGLIA!! chi ha causato e non impedito la triste morte di Cucchi dovrebbe fare un MEA CULPA!!
Inserito da bea il 06/06/2013 12:06:34
Ho solo poche parole, pian piano me ne mancano sempre di più. Equità di giudizio? Non esiste più. Vergogna. Tutte le prove ci sono: le radiografie (a vedere da tutti) che mostrano le ferite provocate a forza di botte, come una tortura. PERCHÉ? Vergogna. Ancora una sentenza che significa che la giustizia è incapare su altissimo nivello. Vergogna. Saviano dice: ... Stefano non "è caduto" e non è morto "per mancanza di cibo. E' stato ucciso". E' un'altra vittima dello Stato. Vergogna, nient altro.
Inserito da tania il 06/06/2013 11:10:33
La sentenza seguirà il suo iter legislativo e non conoscendo le motivazioni possiamo solo esprimere l'indignazione per un risultato che lascia poca voglia di credere ancora nella giustizia.
Inserito da ROSA il 06/06/2013 10:56:42
Non c'è giustizia giusta in questo paese .Siamo in mano a degli incapaci e a delle strutture non adatte x tutti
Inserito da Monia il 06/06/2013 10:56:01
a giustizia, in Italia, non segue la fisica classica, ma si attiene ai termini probabilistici della meccanica quantistica. Se vinci il concorso giusto, in Italia col manganello puoi fare quello che vuoi. E' la dimostrazione che in questo paese se non hai tessera di partito e macchina blindata la tua vita non vale un caxxo....Ed è stato sempre così: Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l´aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita.
Inserito da Loredana il 06/06/2013 10:46:26
E' un insulto per noi tutti, per le scintille di umanità che sono ancora in noi. Ho perso le parole, e non riesco a dire altro, se non esortare tutti quanti noi a sforzarci più che mai a non avere a che fare con la giustizia italiana, perché in quel caso saremmo condannati a prescindere. E saremo soli in balia di uomini innamorati del proprio potere, che odiano gli altri esseri umani. :-(
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