A sirene spiegate verso la fama!

Cecile Kyenge, il nuovo che assomiglia tanto di passato

Dal Ministro per l'Integrazione al Bersagliere morto in Afghanistan: storie di ordinaria normalità!

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Ma questi nuovi ministri, attualmente nel Governo Letta, amabilmente presentati come i nuovi messia della politica italiana, un’arte di governare -con il loro ingresso- che sarebbe dovuta diventare qualcosa di, finalmente, comprensibile e apprezzabile da tutti, in realtà altro non sembrano che l’esatta replica di quelli precedenti, coloro che venivano ritenuti appartenenti alla famigerata Casta.

Da ieri anche il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, può di diritto far parte dell’élite sopra menzionata.

La sua partecipazione a un evento milanese è avvenuto, con la donna, preceduta da un’auto a sirene spiegate e paletta annessa, sporgente dal finestrino, e fin qui la cosa non riveste carattere di rilevanza importante, se non che quel tratto di strada è stato completato totalmente contromano, ed immediatamente corredato dai fischi e grida di proteste dei cittadini milanesi allorché si sono accorti che una nostra rappresentante in Parlamento stava usando le stesse strategie logistiche di spostamento sfruttate dai suoi predecessori. 

Doveva presenziare, in zona Niguarda, presso Villa Clerici, ad un convegno contro lo sfruttamento del lavoro minorile, essendo la Giornata Mondiale di detta manifestazione.

Forse perché l’avvenimento non era stato troppo pubblicizzato, la Kyenge avrà dato mandato alle tre macchine che la precedevano, di farsi sentire e di aprire una specie di corteo dimostrativo verso l’esterrefatta gente che si trovava in zona.

Il problema, però, è che queste persone se la sono presa alla grande, cominciando a urlare “Vergogna, Vergogna”, ritenendo del tutto superfluo un’entrata in scena così demenziale e pericolosa per i passanti.

La buona Cecile, come usavano fare gli antesignani politici ha badato bene a scaricare la colpa sull’autista affermando che "le scelte sulla sicurezza non le fa la sottoscritta", in quanto più volte sollecitata dai giornalisti di quotidiani e TV a dare spiegazioni.

Già il 21 maggio – dopo un’altra sua visita in città - si era raccontato di un "contrattempo" a cui era andata incontro, e cioè la mancata stretta di mano al capogruppo del Consiglio comunale, Alessandro Morelli.

Anche in tale occasione, la colpa venne dirottata su terzi, la scorta, che aveva avuto la responsabilità di tenere a debita distanza il ministro.

Vogliamo parlare ora della commemorazione al Bersagliere Giuseppe La Rosa?

Vogliamo accennare che quando il Ministro della Difesa Mario Mauro ha riferito sull’uccisione del militare in Afghanistan l’aula era quasi deserta?

Vogliamo riportare quanto detto dalla Boldrini in merito? “ Molti erano in commissione”

E perché il Presidente della Camera sul tema, importantissimo e delicatissimo, del femminicidio dette in escandescenze vedendo l’aula semi deserta e non accampò alcuna giustificazione?

Vogliamo riassumere il tutto con una parola?

VERGOGNA!