Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
A poche ore dalle elezioni presidenziali in Iran del 14 giugno per eleggere il successore di Mahmud Ahmadinejad, si è verificato un attacco hacker ai danni di decine di migliaia di utenti iraniani di Gmail (l'account di posta elettronica di Google) per ottenere, in forma fraudolenta, i dati di accesso agli account degli stessi utenti.
Come riporta una dichiarazione dell'ufficio stampa di Google: “l'attacco hacker sembra politicamente orientato e legato alle elezioni nella Repubblica Islamica”. Si è infatti ormai concluso il secondo mandato del presidente Ahmadinejad che non sarà più rieleggibile.
Con la clamorosa esclusione da parte dei Pasdaran (i guardiani della Rivoluzione) dell'ex Presidente Rafsanjani, per supposti motivi legati alla sua età, che sarebbe stato il candidato forte per la corsa alla presidenza della Repubblica Islamica e per questo mal visto dai poteri forti, si prospetta un'alleanza fra Riformisti e Moderati che presenteranno come loro candidato Hassan Rohani, responsabile delle trattative sulla cessazione dell'arricchimento dell'uranio con l'Occidente nonché mullah.
La candidatura di Rohani è però mal vista dall'Ayatollah Khamenei, suprema guida spirituale del Paese e vera e propria eminenza grigia, che punta tutto Said Jalili il quale però sembra non essere un “cavallo” vincente.
Il favorito alla Pesidenza della Repubblica Islamica sembra essere il sindaco di Tehran Mohammad Baqer Qalibaf che però dovrebbe andare al ballottaggio con Rohani per la netta spaccatura dell'ala conservatrice. Proprio per scongiurare questa prospettiva sembra che il Regime sia intervenuto con questo attacco agli utenti di Google e anche per evitare situazioni come quella del 2009 quando l'Onda Verde, il massiccio movimento di protesta delle studentesse e degli studenti iraniani, mise a dura prova il Regime accusato di brogli ai danni del candidato Moussavi: già quattro anni fa infatti, vennero oscurati social network come facebook e youtube.
Dure le dichiarazioni del Premier israeliano Benyamin Netanyahu, che durante una visita a Varsavia ha dichiarato: “le sedicenti elezioni in Iran non avranno alcuna importanza e non porteranno alcun cambiamento, ci sarà sempre un uomo solo al potere a caccia di potenza nucleare”. Intanto molti Riformisti hanno annunciato di boicottare il voto per l'esclusione di Rafsanjani il quale, dal canto suo, ha invitato tutti a partecipare alle importanti votazioni di domani.
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