Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
n apparenza, l’appuntamento, previsto per mercoledì 19 giugno, a Roma, è dedicato alla presentazione del Terzo volume edito dal CESI, il Centro Nazionale di Studi Politici ed Iniziative Culturali, intitolato Appello agli italiani per l’Assemblea Costituente - Manifesto Politico e Programmatico per la Rifondazione dello Stato.
In realtà, l’incontro, con inizio alle 18, presso la Sala del Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, ha l’ambizione di essere il punto di partenza per il lancio di una nuova, importante iniziativa politica.
La proposta del CESI, sintetizzata nel libro/appello, è “di contenuti” e “di metodo”. Sul primo versante il “Manifesto” indica quali colonne portanti della nuova Costituzione l’idea partecipativa ed il presidenzialismo.
Il concetto di partecipazione – secondo il CESI - va esteso a tutte le attività economiche rilevanti, pur nel rispetto dei gradi funzionali e di responsabilità in sede produttiva e distributiva dei beni, nonché nell’esercizio delle attività infrastrutturali e dei pubblici servizi.
La partecipazione deve cioè diventare elemento costituzionale, prescrivendo il sistematico e programmatico collegamento tra le attività di formazione e di ricerca e quelle culturali, economiche e professionali al fine di un costante equilibrato progresso civile e sociale di tutti i componenti della Nazione. La rappresentanza tramite le categorie produttive e delle competenze viene ad integrare quella dei partiti politici, che debbono essere considerati raggruppamenti tra coloro che hanno comuni concezioni della società e tendono a coerenti obiettivi istituzionali.
Nella proposta “presidenzialista” del CESI il Capo del Governo e il Capo dello Stato sono distinti in quanto il Capo del Governo rappresenta il principio di attuazione delle determinazioni assunte dalle Camere parlamentari e il Capo dello Stato rappresenta il principio di unitarietà del sistema politico che regge la Comunità politica espressa a sua volta nella Nazione ordinata a Stato nelle sue tre componenti Popolo, Territorio e Ordinamento.
Sia il Capo dello Stato che il Capo del Governo debbono comunque essere eletti direttamente dalla base sociale.
Sul versante del “metodo”, per realizzare questa riforma il CESI mira alla creazione di un’Assemblea Costituente, che deve essere convocata da un soggetto originario e non in base alle norme vigenti di un precedente soggetto costituente.
Questo soggetto originario può essere formato da un aggregato di persone fisiche che si raccolgono intorno ad una comune valutazione della situazione storica della propria comunità politica, della necessità del suo riordino radicale e che convergono in un nucleo centrale di valori e di principi che costituisca la norma fondamentale (grundnorm) del nuovo ordinamento politico giuridico che si intende instaurare.
Il progetto – come si vede – è più che ambizioso. Certo è che, con una proposta così articolata, si esce finalmente fuori dalle idee generiche e dalle buone intenzioni, più volte e da più parti manifestate nel passato, per scendere sul piano molto concreto dei progetti.
Il problema è anche politico. Qualcuno vorrà farsi carico di queste proposte ? All’incontro romano di mercoledì hanno dato la loro adesione molti esponenti del variegato mondo della destra italiana, interna ed esterna al PdL, quella destra che nel passato aveva fatto della partecipazione sociale e del presidenzialismo due dei temi essenziali della propria iniziativa politica e sociale. Se è vero che le “radici profonde non gelano” , torneranno queste “radici” a vivificare – grazie alle proposte del CESI –una più ampia azione di trasformazione istituzionale ? La proposta è lanciata. Gli argomenti per discutere ci sono. Ora si tratta – impresa non facile - di trasformare le parole in fatti.
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