Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo, che ci avvertiva che il tempo era scaduto, relativamente alla situazione disastrosa e invivibile all’interno delle nostre carceri, soprattutto per i trattamenti inumani nei confronti dei detenuti, il nostro Governo sembrava finalmente aver capito e, infatti, stamani, la notizia dell’ultim’ora ci porta a conoscenza che la legge sulle carceri slitta ancora per l’ennesima volta.
Questo il grande interesse dei nostri rappresentanti parlamentari, ai quali poco importa se giornalmente le persone rinchiuse in quelle specie di fogne tentano il suicidio, il più della volte riuscendoci, che la Popolazione detenuta in Italia è cresciuta, grazie all’occhio vigile dei PM, dell’80% negli ultimi dieci anni; che il sovraffollamento sta raggiungendo limiti sconsiderati (65.785 i detenuti presenti su 38mila posti materialmente disponibili) e ogni giorno vengono alla luce veri e propri bollettini di guerra, provenienti dalle patrie galere e normalmente snobbati dai media e messi in evidenza solo da Radio Radicale, Notizie Radicali.it e Totalità.it.
Nonostante ciò l’amnistia non va bene, perché ne gioverebbe il Cavaliere; la soluzione degli arresti domiciliari pensata dal ministro della giustizia, dopo ore e ore rubate al sonno, sembra non accontentare i più. Non è assolutamente considerabile la depenalizzazione dei reati, perché, non fosse mai, che tra gli innumerevoli Illeciti di alcuni rubagalline potesse entrarci un reato, più grave, di chi froda veramente lo Stato, di un potente simpatico al potere.
Per certe squilibrate persone il vero ed unico mondo perfetto sarebbe un Paese con carceri, anche se stracolme e malsane, che contengano 1milione, 1milione e mezzo di prigionieri, tali da assicurare ad ogni dimenticanza di scontrino del bar che turbi il vero, sano principio di legalità, un immediato, duraturo e severo castigo detentivo e corporale, tanto sarebbe la stessa cosa.
Il Governo italiano, invece, quando viene tirato per le orecchie dalla Germania e compagnia bella, per il riassestamento del bilancio e, quindi, l’inevitabile inasprimento delle imposte scatta in piedi con il petto in fuori e risponde “Si, signore”.
E, allora, via all’aumento di questo e quello, alla realizzazione di un nuovo insopportabile redditometro, alla sollecitazione della mefistofelica arma chiamata Equitalia, all'aggravio sulle pensioni, alle tasse esorbitanti verso privati e piccoli imprenditori.
Insomma per il dio denaro tutto e subito, lasciando da parte certune difficoltà che saranno magari sanate dopo, quando ci sarà tempo e quando ci sarà la voglia necessaria.
Intanto se in galera si muore per le pessime condizioni di vivibilità che se ne frega.
Uno si è suicidato?
E’ morto per una malattia non curata a dovere?
Meglio, si liberano nuovi spazi per altri graditi ospiti al Grand Hotel Carceri d’Italia.
Inserito da Vanessa P. il 18/06/2013 16:38:04
Questo è un altro nervo scoperto della nostra politica, che andrebbe trattato con le dovute precauzioni e attenzioni!! la quotidianità nelle carceri è come una scalata per raggiungere la vetta senza l'adeguata imbracatura e copertura cercando di non mollare mai la presa altrimenti...cioè una lotta alla sopravvivenza!! il sovraffollamento, l'invivibilità per le condizioni igieniche e tanto altro..ci riporta sempre ad una amara riflessione:...il rispetto per la vita umana è così invisibile? un altra delicata e importante questione messa a tavolino sul banco degli imputati...COMPLIMENTI!!
Inserito da SABYDA il 18/06/2013 14:39:06
La persona, va sempre salvaguardata, partendo da questo presupposto nn siamo certo delle bestie, e quindi ognuno deve avere un ruolo, e i detenuti pur sempre umani trattati da umani, con le pene giuste ai reati che hanno commesso, il problema è che la nostra giustizia nn è uguale per tutti e soprattutto nn segue un iter con la giusta tempistica. Nn c'entra scontare pene e soffrire ma avere la giusta condizione a cio' che è stato commesso. Parlare con termini qualunquisti nn comporta ad un miglioramento certo della societa', si è perso di vista, a monte, i DIRITTI DI OGNUNO DI NOI CITTADINI, questo è il grande problema che poco importa a tutti in quanto ognuno guarda al proprio orticello se è annaffiato oppure no. Nn c'è più una filosofia di base che ci porta ad avere un PENSIERO UNITARIO E SOPRATTUTTO RISPETTARLO.......
Inserito da bea il 18/06/2013 14:19:21
Bell'articolo... Ma non capiamo i poveri rappresentanti del governo? Figuriamoci, sarebbe troppo lavoro, con questo caldo, di verificare e elavorare una legge, più facile e meno faticoso è la decisione per lo slittamento, per l'enesima volta. E' è vicina la pausa estiva... Mandiamoli a lavorare..... ma come??? 1 milione di detenuti? Troveranno anche le possibilità per questo, accastare i detenuti così spesso che non possono più muoversi, con la consequenza che non sarà più possibile suicidarsi. E voilà, la nuova coscienza pulita! E perché non organizzare visite touristiche a pagamente nei carceri forsé con il motto: le specialità nei carceri italiani, consigliate per l'imitazione? Lo stato potrebbe incassare SOLDI, perché sarebbe un'attrazione veramente particolare.
Inserito da stefano o il 18/06/2013 14:15:24
Concordo sul fatto che i nostri governanti sono troppo ossequiosi verso i tecnocrati dell'UE (anche se i debiti vanno pagati, e i tagli alla spesa vanno fatti comunque, non si tratta di ubbidire ai tedeschi). Ma sulle carceri occorre intendersi. Si è ormai persa, anche a destra, la prospettiva delle vittime e dei parenti delle vittime. Purtroppo si guardano le cose sempre nell'ottica del reo, come se a quest'ultimo fosse capitata una disgrazia. Va bene, c'è un certo sovraffollamento, e bisogna evitare gli abusi, ma non dimentichiamo che il carcere deve essere duro, deve punire, in certo qual modo deve tornare a fare paura, altrimenti a cosa serve? "Penare" significa soffrire. Io direi, anche perché ogni detenuto ci costa un occhio della testa, di ridurre temporalmente la pena, ma di rendere il carcere un po' più duro e severo, che resti insomma nel reo la paura di tornarci. Nelle carceri attuali si guarda la TV, si gioca a pallone, si tengono corsi teatrali, ci si diploma. È chiaro che, in questo modo, un poveraccio è tentato dal provare a fare una rapina, tanto anche se gli andasse male...
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