Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Giuliano Ibrahim Delnevo
Giuliano Ibrahim Delnevo, 23 anni, genovese, aveva già esternato il suo pensiero in merito all’Islam su YouTube e, ieri, la notizia della sua morte in Siria, a quanto pare, mentre combatteva in armi a fianco dei ribelli, contro il governo di Bashar al-Assad.
E’ del 2008 la sua conversione ad altra religione, mentre stava perfezionando l’arabo e, ogni predica in internet, cominciava con “bismillah”, “nel nome di Dio”, seguita da alcune letture del Corano in arabico recitato davanti al video con la tipica barba «della lunghezza di un pugno», come stabilisce la Scrittura.
Erano tutti segnali verso la sua decisiva e voluta trasformazione, che sarebbe poi sfociata nel fondamentalismo.
Ibrahim, aveva anche un account su Facebook, dove, però, manteneva il volto nascosto dal logo di un gruppo integralista ceceno.
Sul network era evidenziato anche il suo status civile che evidenziava il matrimonio secondo il rito islamico con una marocchina, figlia di musulmani fondamentalisti.
Il 23enne è morto «in nome di Allah», in una battaglia di sovversivi che è diventata per i jihadisti uno dei mille conflitti da combattere.
Si dice, grazie a fonti del mondo arabo, che esisterebbe un’altra cinquantina di persone italiane che avrebbero deciso di unirsi ai ribelli per abbattere il governo di Assad.
La cellula più numerosa di questi cittadini italici, pronti alla Jihad, sembra essere collocata al Nord, e tra loro anche una donna.
Giuliano, comunque, già da tempo era iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Genova, con altre cinque persone.
Per i PM lo scopo del gruppo era quello di arruolare e addestrare più gente possibile ai soli fini terroristici.
Gli inquirenti pare abbiano trovato importanti indizi seguendo un’altra indagine, che faceva supporre un attentato gravissimo.
Una cosa è certa, nondimeno, che se tale addestramento sia stato fatto, il luogo e le vere strategie sono tuttora sconosciute.
L’ipotesi, su cui gli inquirenti lavorano, è che il reclutamento forse sia avvenuto in Marocco, dove il giovane si spostava di sovente e, ove, i campi di addestramento abbondano come formiche.
Alla fine di tutto questo?
Una tomba, se mai gli sarà stata allestita, tra quelle infuocate glebe siriane, ove un morto vale l’altro.
La cosa più tremenda, tuttavia, è che non sapremo mai cosa, o chi, lo abbia mosso a tale ultima scelta .
Inserito da Vanessa P. il 19/06/2013 16:27:01
Ho sentito la notizia stamane alla radio é sono rimasta costernata ..un ragazzo giovane, che abbraccia con convinzione e sentimento una decisione così drastica di cambiare se stesso, le sue radici e rinascere in un altra identità...spinto da chi sa quali ideali!! il padre si dice orgoglioso della scelta del figlio peccarità...non giudico... ma morire a 23 anni in combattimento oltretutto per fini non pacifici...mah...io direi una morte inutile e gioventù bruciata!!!
Inserito da angela il 19/06/2013 14:04:49
mi dispiace per il padre che riuscirà a vederlo comunque come un eroe , da parte mia aggiungo che per essere eroi non occorre diventare islamici , basta già vivere ogni giorno qui in italia.
Inserito da sermagellano il 19/06/2013 12:55:07
la religione e' devastante,,non la pieghi... sono ateo ma ringrazio i cattolici di esistere,,piu' che altro perche' fungono da' bilancere...
Inserito da ruggero il 19/06/2013 11:35:10
l'estremismo a qualsiasi livello irride alle menti inconsapevoli e portate a qualsiasi cosa pur di emergere
Inserito da Loredana il 19/06/2013 11:05:37
A caldo, sembra una vittima di un ideale. Di solito questo trasforma i morti in eroi, in esempi da seguire. In questo caso, sento parecchia tristezza.
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