Editoriale

Dopo il caso Berlusconi è necessario rivendicare la libertà di dire: «Né di qua né di là»

Ci siamo spinti troppo oltre in un bipolarismo malato che è passato dal piano politico al quello delle idee e delle idiosicrasie, della socialità e del vivere (in)civile

Mario  Bozzi Sentieri

di Mario  Bozzi Sentieri

a nostra connaturata passione per i vinti (a chi ci legge di immaginare quali) ci spinge a solidarizzare per Silvio Berlusconi, costretto ad una  serie di processi da guiness dei primati ed inseguito da  una sequela di condanne che sembrano inesauribili. Ciò premesso,  bisogna  però prendere atto che, al di là di qualsiasi moralismo e perfino al di là  di qualsiasi volontà persecutoria da parte di certa magistratura,  i processi e le condanne subite dal  Cavaliere hanno   un significato spiccatamente politico, che sarebbe superficiale non considerare nella loro portata. E non tanto – sia chiaro – per sviluppare l’ennesimo attacco alla fortezza-Magistratura o per dichiarare – come fa Giuliano Ferrara, a cui va riconosciuto un bel fegataccio – che “Siamo tutti puttane”.

Volenti o nolenti i processi e le condanne, giuste o ingiuste, alla prova dei fatti, poco importa,  rappresentano un passaggio essenziale sulla via del tramonto della Seconda Repubblica, durata, con fasi alterne,   l’arco di un ventennio, dei suoi protagonisti, dei modelli che ha incarnato, dell’antropologia politico-culturale che ha espresso.

Ricordate ? O di qua o di là. Dove i motivi del contendere sono stati via-via l’intramontabile dicotomia anticomunismo vs. comunismo (spesso presunto), antifascismo vs. fascismo (spesso immaginato), berlusconismo vs. antiberlusconismo, antistatalismo vs. statalismo, populismo vs. antipopulismo, ipo-politica vs.  iper-politica. Il tutto omogeneizzato all’interno di un sistema mass-mediatico, in cui a prevalere è stato il messaggio emotivo e semplificatorio, con buona pace per le ragioni fondanti, i programmi, le scelte “di valore”.

O di qua o di là. Con il risultato che per rincorrere le rispettive (false) appartenenze di schieramento (il mitico bipolarismo)  si sono liquefatte storie, idee, opportunità programmatiche, prendendo per stanchezza strati sempre più ampi di popolazione, naturalmente spinti verso l’assenteismo.  O di qua o di là. Mentre il mondo continuava a girare sempre più vorticosamente, incrinando vecchie certezze e costruendo nuovi aggregati, ecco emergere nuove generazioni e con esse nuove domande (di senso, di vita, di politica), in attesa di trovare risposte risolutive.

Tutto questo cosa c’entra con il “Berlusconi  macellato” ? C’entra tantissimo, visto che comunque, passata la stagione dell’orgoglio e dell’appartenenza espressa dal suo popolo,  con i problemi  irrisolti  lasciati in eredità dal ventennio passato, dovremo tutti fare i conti. E non tanto o non solo con i problemi  legati allo spread, al deficit, ai ritardi socio-economici, alla disoccupazione, quanto con l’idea di fondo su che cosa significhi, oggi,  Politica e quindi  appartenenza, coesione sociale, democrazia, rappresentanza, solidarietà, decisione, selezione.  Insomma una ricerca di significato e di significati  che non abbiano  nulla a che spartire con le visioni “consolatorie” (o di qua o di là) che per un ventennio hanno dettato legge, dentro e fuori le aule dei tribunali.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 26/06/2013 16:36:50

    Sono d'accordo con Bozzi Sentieri sul "né di qua, né di là". Ma la mia sensazione è che, come al solito, sulla vicenda Ruby si è fatta troppa enfasi. Tutti o quanti i commentatori non di parte hanno analizzato la sentenza giudicandola con perplessità. IN un processo infatti quelli che contano sono le prove, i testimoni e così via. Alla fine è arrivata la condanna per Berlusconi e adesso sono curioso di come andrà a finire con i testimoni che, di fatto, vengono accusati di falso. Al di là di tutto, si è costretti di essere ripetitivi, rimane poi la considerazione che Berlusconi al governo si è guardato bene di riformare gli aspetti giudiziari in Italia. Giuliano Ferrara ha organizzato una manifestazione che, da osservatore non di parte, è da giudicare meritoria affermando il principio che ognuno può comportarsi come crede dentro le mura di casa. Detto questo rimane la questione dei problemi italici, in tempo di crisi spaventosa, di cui non si fa quasi niente per superarla. E a questo punto il Pdl, ma la regola vale anche per il Pd, invece di stracciarsi le vesti su principi ed altre considerazioni collegati dovrebbe stimolare questo governo a muoversi nella soluzione dei problemi. Infatti in termini di privilegi si perpetua, in termini di tagli agli sprechi si perpetua pure e poi viene detto che non si trovano i fondi. E' un modo come un altro per prenderci in giro. Infatti, nelle ultime settimane, ho sentito politici che invitavano ad applicare i costi standard nella sanità, con risparmi di 30 miliardi, senza tagliare i servizi, ma poi al dunque di queste vicende si applica il detto di " morti e sotterrati", alla maniera di Giuseppe Giusti. Giovanni Attinà

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