Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
C’era una volta un Cavaliere dalla gran corte, fatta soprattutto di dame e damigelle, e un ciambellano osannante e osannato. Ora non ci sono più né l’uno né l’altro. Anzi, fisicamente ci sono ancora, ma in scala ridotta.
Perché all’ennesima presentazione dell’ennesimo libro di Bruno Vespa con l’ennesima presenza di Silvio Berlusconi non c’era il pubblico delle grande occasioni, come avveniva una volta, ma una platea ridotta all’osso, al punto da trovare il posto a sedere senza problemi. Prima non succedeva così. Prima si faceva la fila.
E per “prima” bisogna intendere pochi mesi fa, quando ancora il Cavaliere regnava.
Con Silvio regnante la sala degli incontri della Camera di Commercio di Roma, meglio conosciuta come il Tempio di Adriano di piazza di Pietra, era sempre piena e gli schermi montati in piazza venivano presi d’assalto dai fedeli del Cavaliere, desiderosi di sentire il verbo dell’unto dal signore, unica vera fonte di salvezza.
La presentazione del libro di Vespa con Silvio era una data da segnarsi con la matita rossa sul calendario. L’anticipazione immediata delle feste di Natale, una sorta di viatico alla grande kermesse della festa.
Non più. Cambia il vento e cambiano le liturgie, oltre che le corti e i cortigiani, visto che alla presentazione del libro di Angelino Alfano, presente anche Silvio, il pubblico delle grandi occasioni c’era eccome.
Eh sì le cose cambiano al punto che l’altra sera Massimo Franco, notista politico del «Corriere della Sera», solitamente accorto e attento ad assecondare l’aria che tira, si è preso il gusto di incalzare l’ex premier con domande puntute sul mancato allarme circa la crisi economica, sottovaluta e taciuta, a suo dire, dal governo Berlusconi. E poi i rapporti con Umberto Bossi e Giulio Tremonti, la separazione con Pier Ferdinando Casini e l’Udc, il futuro del Pdl e il nome che verrà, il destino del governo Monti e la manovra sulle pensioni.
Insomma, il notista del «Corriere» ha fatto, almeno per una volta, il polemista dando, però, l’impressione di sparare sulla Croce rossa. Berlusconi, infatti, avrebbe voluto attaccare tutto e tutti, ma non può, o non vuole. Troppi interessi in ballo, lo si capisce chiaramente naviga con il freno a mano tirato.
Bruno Vespa, autore del libro Questo amore incentrato sul “misterioso sentimento che muove il mondo”, ha cercato di mettere una toppa qua e una pezza là, soprattutto quando Berlusconi, evidentemente irritato dal tono di Franco, ha chiesto al giornalista del «Corriere» di “attenersi al tema del libro”.
E sì, come no, facile a dirsi, difficile a farsi. Tanto che nemmeno l’altro presentatore, l’editorialista del «Sole 24 Ore» Stefano Folli, si è trattenuto dal fare il solletico a Berlusconi. In fondo con una platea ridotta all’osso, con una presenza risicata di quella che una volta era la corte adorante, i due editorialisti si sono sentiti in libera uscita.