Misticismo e voltafaccia!

Lele Mora e Sergio De Gregorio, i due leali e affidabili amici di Berlusconi

Segni divini, e sogni ascetici, moralità e... paraculismo!

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Lele Mora e Sergio De Gregorio, i due leali e affidabili amici di Berlusconi

Lele Mora si pente delle marachelle perpetrate nelle ville a luci rosse di Berlusconi…

Avendo capito l’andazzo, cioè il rischio di beccarsi 7anni di galera, l’indomito, coraggioso, valoroso Lele cerca di uscire dalle sabbie mobili legali disgiungendosi apertamente dalle bizzarre nottate “arcoriane”.

Admirabīliter, come toccato dal dio della pudicizia, ieri mattina, nelle sue spontanee esternazioni di fronte ai PM milanesi, ha decisamente negato di “avere mai condizionato” le verginelle del suo team affinché accogliessero favorevolmente l’invito ad accomodarsi nella magione del Cavaliere, addirittura arrivando a proferire parole inflessibili e severe su ciò che avveniva in quel luogo di perdizione.

Però, appena uscito dal tribunale, questo novello cuor di leone, parlando con i giornalisti, ha tenuto subito a precisare "Mi sono solo limitato a citare le espressioni che ho letto su un giornale e che non condivido assolutamente. Erano solo delle cene. E io sono amico di Silvio Berlusconi".

Queste le parole del giornale: "Su un importante quotidiano - ha detto Mora - ho letto tre parole che descrivono questa vicenda: dismisura, abuso di potere, degrado".

Forse l’aria fresca di questa folle estate, appena fuori l’aula, lo ha portato a sconvolgere quanto detto ai giudici, o forse è emersa quella che noi toscani diciamo “ paura di pigliarne nì muso”…

Davanti alle toghe nere, in precedenza, aveva detto "È vero che andavo alle cene con Fede, ed è vero che accompagnavo ad Arcore alcune ragazze, ma non le ho mai volute condizionare".

Praticamente, l’intrepido Lele Mora è parso avvalorare le dichiarazioni di alcune sue amichette che qualche giorno prima avevano fatto in aula, e che aveva portato alla condanna di Silvio Berlusconi (7anni).

E tale verdetto sembra proprio aver influenzato, e non poco, l’ex parrucchiere, inducendolo a togliersi dalla comune marcia degli altri imputati.

Una delle sue frasi in aula è stata molto esplicativa di ciò che veramente si proponeva di fare Lele: “Non voglio più mangiare cibo avariato”, riferendosi ad un importante prestito ricevuto dal Cavaliere in passato.

Poi, allorché, si è presentato di fronte ai media, ha detto di essere stato capito male.

Un po’ come nel caso De Gregorio il quale, dopo varie peripezie legali, ha affermato di parlare di Berlusconi, e del modo con cui lo avrebbe indotto a passare dalla sua parte, perché suggeritogli dal padre in sogno.

Insomma, questi improvvisi voltafaccia, sembrano essere dei mistici segni divini, attraverso i quali i beneficiati, in un baleno, cambiano le carte in tavola e tornano ad essere veri e propri portatori di moralità e dignità.

Ora siamo in attesa che anche Fede venga illuminato, magari dopo l’ennesimo lifting. 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da daniele il 29/06/2013 10:12:20

    Massimo, stai parlando dell'Italia, la nazione dove chi ammazza esce di galera molto prima di chi invade la privacy con fotografie rubate; lo hai detto tu! Quindi, figuriamoci a che livelli sono i nostri politici o uomini di spettacolo o faccendieri... pur di salvare la pelle venderebbero le loro madri, figuriamoci il puttaniere di Arcore. L'Italia è da rifare sin dalle fondamenta, cominciando con una seria riflessione...ma che sto facendo parlo da solo o forse solo a voi di Totalità che siete piacevolissimi da leggere, sebbene versi su un altra sponda i miei interesse

  • Inserito da Loredana il 29/06/2013 09:53:01

    ... un novello San Paolo fulminato sulla via per Damasco? Credo che la caduta da cavallo abbia inflitto danni gravi. Non solo alla scatola cranica, ma anche alla credibilità del Sig. Mora. I pentimenti sono un gran portale, di solito: si cambia vita e si prende la decisione di migliorare, chiudendo con un passato poco piacevole. Se sono sentiti e sinceri, sono grandiosi e d'esempio. Questo del Sig. Mora assomiglia decisamente ad un cambiamento di casacca, con triplo salto mortale all'indietro, com'è nella migliore tradizione italiana...quando il bastone della punizione si avvicina, niente di meglio che cadere sulle ginocchia e invocare il perdono, urlando a gran voce il proprio pentimento. Che attore questo Mora, ragazzi. Abbiamo perso un talento per il cinema?

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