Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
randi (?) manovre nella politica italiana. Se da una parte il governo Letta vara il decreto del fare (terribile scelta lessicale) che finge di aiutare i cittadini rimandando Imu e IVA, per poi farci pagare tutto, tutto insieme, con l 'aggiunta di anticipi delle tasse che presuppongono un aumento dei nostri guadagni da spolpare, dall'altra continuano su tutti i fronti proclami e annunci.
Pdl: Berlusconi, sembra incalzato dai cosiddetti falchi del partito, ha dichiarato il ritorno a Forza Italia nel giro addirittura di pochi giorni, ma al contempo c'è chi dice che ciò non significa smantellare il Pdl, anzi rimarrebbero entrambi. La faccenda non è chiara e sembra tanto la classica giustificazione di chi non avrebbe voluto la marcia indietro alla formula vincente del '94 perché escludente di fatto l'anima ex- An. I vari Gasparri, Matteoli e quanti altri provenienti dal partito che fu di Fini si troverebbero a rinnegare il proprio passato in maniera inequivocabile o a dover lasciare per lidi indefiniti, incerti e forse inesistenti.
Donde l'affermazione di sopravvivenza di una sigla che rimarrebbe solo tale, il Pdl appunto, irrilevante e superflua.
Pd: sembra che all'interno del partito che fu di Bersani abbiamo sostituito momentaneamente l'antiberlusconismo con l'antirenzismo. Buona parte dei Pd non vuole Renzi in alcun modo e il rottamatore fiorentino comincia a vedere che la strada per la conquista del partito è sempre più in salita, di conseguenza diventa ripida e irta di ostacoli anche quella alla ipotetica guida del governo. D'altra parte, se fino a prima delle elezioni di febbraio Renzi avrebbe potuto contare anche sul l'appoggio di molti scontenti e confusi del Pdl, ormai quel consenso se lo è giocato, vuoi per il prepotente ritorno in campo del Cav., vuoi perché si sarebbe trattato di una sorta di credito su un personaggio alternativo ai modi del Pd tradizionale aperto ad un dialogo che piano piano è venuto meno.
Epifani dal canto suo sta facendo quello che Bersani non ha saputo fare riportando il partito nell'alveo di una tradizione che tende ad escludere il sindaco fiorentino, ma senza polemiche, anzi con un sorriso di condiscendenza e simpatia. Non parliamo poi delle varie anime Cuperlo, Civati facce nuove e idee chiare, che potrebbero essere fieri competitor del rottamatore.
M5S: inutile sottolineare il tonfo nei sondaggi del partito di Grillo, è sotto gli occhi di tutti il -9 %, da 25 a 16 che la dice lunga sulla delusione che i grillini hanno provocato nell'elettorato che li aveva votati nella speranza che fossero in grado di portare una ventata di rinnovamento nel parlamento e che hanno visto solo infinite e defatiganti discussioni sui rimborsi, segno che, come tutti sospettavamo, quando la "società civile" ha visto l'entità degli accrediti bancari provenienti dal seggio in senato o alla camera ha rapidamente dimenticato quanto fossero profittatori e ignobilmente privilegiati i politici e invocando mutui accesi e famiglie da mantenere (ma prima non le avevano le famiglie? E i mutui li hanno accesi dopo essere stati eletti? Strano) hanno cominciato a scalpitare.
Ma la faccenda più curiosa che vale la pena di sottolineare è la lenta, ma continua emorragia di senatori grillini migranti verso il gruppo misto.
Grillo dice che lo aveva previsto, e effettivamente era prevedibile che una parte di eletti poi girasse nel manico e ..."avuta la grazia gabbato lo santo" .
Strano però, molto strano, che i fuoriusciti appartengano tutti alla camera alta, cioè al Senato, ovvero dove i numeri impediscono al Pd di avere una maggioranza tale aver dovuto accettare il governo di larghe intese con Berlusconi. Fra poco il gruppo misto di ex grillini potrà essere tale da liberamente (alla faccia dell'ex comico che dice niente accordi con nessuno) appoggiare il Pd e fare fuori Berlusconi.
Perciò Verdini, che ha tanti difetti, ma non quello di non saper fare i conti, ha cominciato a invocare elezioni in autunno.
Siamo al solito pasticcio di sempre, non è cambiato niente, la politica continua con le strategie per conquistare il potere e al diavolo quelle per tirare fuori l'Italia dai guai, tanto paghiamo sempre noi le tasse grazie alle quali loro continuano a giocare.
Inserito da Jaeand il 14/11/2014 04:22:38
Ma quanto sei bonfufe spidertruman, che per i privilegi della casta sei pieno di scartoffie mentre contro grillo devi andare a spulciare quelli che sono iscritti al partito, che se voglio, mi ci iscrivo pure io domani che sono il povero idiota di turno.Dicce chi te paga e falla finita ve0 :)
Inserito da ghorio il 29/06/2013 15:21:06
L'ottimo editoriale del direttore Simonetta Bartolini fotografa la confusione che regna nella politica italiana. Naturalmente questi politici pensano solo a loro stessi e si guardano bene dal risolvere i problemi di noi italiani, anche nelle piccole cose, nonostante l'agitarsi del premier Enrico Letta. Naturalmente nella situazione nebbiosa quello che balza all'occhio è l'esigenza di applicare l'art. 49 della Costituzione sui partiti, per evitare che il primo che si sveglia al mattino dei politici annunci la nascita di partiti, più o meno nazionali. Quest'esigenza era una delle battaglie del centrodestra negli anni 70/80. Cito i tanti articoli de" Il Settimanale", edito da Rusconi, con le direzioni di Contu, Zullino e poi anche con il cambio dell'editore . Poi , come sempre è successo, il centrodestra al potere si è "dimenticato" di tutte le sue battaglie, compresa quella del liberalismo.
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