Il Caso Santanchè

Chi ha paura delle spire della «pitonessa»?

Una gran parte del PD non la vuole neanche sentire nominare

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Il PD non vuole assolutamente sentir parlare della Santanché come vice presidente della camera.

Per loro è come nominargli il demonio, guai al suo insediamento sulla poltrona che fu di Lupi, in seguito divenuto ministro.

Domani sapremo se sua signora del tacco 12 ce la farà contro l’armata dei perenni sconfitti. Ma, perché, la pasionaria del PDL è così invisa dalla nomenklatura del PD?

Semplice, perché dopo la sentenza Ruby, che ha inginocchiato il Cavaliere, accettare la sua candidatura quale vicepresidente della camera sarebbe come affievolire il livore e l’astio verso Berlusconi.

C’è da dire che la Santanchè, d'altronde, ha più volte attaccato frontalmente le toghe, ree di portare avanti una lotta personale contro il capo del PDL.

Insomma, votare il falco Daniela sarebbe come venire a compromessi con l’uomo di Arcore.

E Daniela la guerriera. che ne pensa?

“Questo è un governo di coalizione, di larghe intese no? Io a quello sono rimasta. Mi stupirei se qualcuno pensasse di piazzare trappole. Se poi non mi voteranno, sarà stato solo per un problema politico, non certamente mio”, ha tenuto a ribadire ai media.

Non votare la Santanchè per i cervelloni del PD sarebbe un po’ come fare l’occhiolino a SEL e al M5S, dicono quelli che si intendono di politica.

Purtroppo, Danielina tuttofare, ha anche qualche nemico all’interno dello stesso partito, che vedrebbe di buon occhio, al suo posto, quel gentiluomo di Renato Brunetta, cosa questa attestata proprio stamane da Il Giornale che in prima pagina lo osanna e lo accarezza affettuosamente.

Insomma, per la Santanchè non sono proprio giorni di assoluto riposo, sebbene lei, comunque, continui imperterrita la sua battaglia per accaparrarsi il prestigioso scranno parlamentare.