Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il naufragio della speranza di Friedrich
Ma secondo voi, fra la crisi economica che ci sta azzannando alla gola come un lupo affamato, l’inconsistenza del governo dei professori che dovrebbero tornare a scuola (alle elementari però), la follia dei politici di professione che stanno offrendo al Paese l’immagine più bassa della politica (anzi sono già sotto il livello di guardia) e i cinepattoni sempre più indigesti, letali in qualche caso (Pieraccioni su tutti) c’è nesso?
Secondo noi sì. E l’averlo scoperto rende maledettamente drammatico questo Natale, che assomiglia sempre più ad una Quaresima. Procediamo con ordine.
La crisi economica, l’assenza di risorse, la scarsità di soldi disponibili, nella sua devastante certezza è qualcosa che va al di là di qualsiasi ragionamento. C’è, non sappiamo esattamente come e quando sia arrivata, e cercare ora un padre e una madre a cui dare la colpa sarebbe un po’ come voler adottare un intero orfanotrofio. Opera meritevole, ma fine a se stessa.
Ciò che dovrebbe essere fatto invece, e non viene fatto, è affondare le mani nei libri di storia e studiare, capire, decifrare, in che modo sono state superate le curve della storia, anzi veri e propri tornanti, del tutto simili a questo.
Gli storici sono ai margini del dibattito politico, mentre gli economisti condiscono il dibattito quotidiano con portate a dir poco stupefacenti. Qualche ricetta sembra a base di marijuana, tanto e stravolgente.
Ma come? abbiamo la certezza che pagheremo tanto di più un po’ tutti e le forze politiche conniventi con i moderni democristiani tassatori invocano le risorse per la ripresa. Ma quale ripresa? Ci state prendendo in giro? Se intere categorie, i tassisti in testa, sono in grado di bloccare provvedimenti che porterebbero benefici alla collettività finendo, così, per far pagare a noi la loro capacità di incutere timore, pensate davvero che ci possa essere una ripresa. Come potrà riprendersi una popolazione in ginocchio che vede, e continuerà a vedere salvaguardati i privilegi di pochi, come i tassisti, (sono un esempio di casta per certi versi peggiore di quella dei politici).
Di solito dai periodi di grande crisi le società moderne sono uscite con sforzi di fantasia e slanci di solidarietà. Non questa volta almeno non per ora e con questa classe dirigente, qui per ora chi ha se lo tiene stretto e chi ha meno deve metter mano al portafoglio.
Assurdo no? Com’è assurdo dover fare i conti con un governo che non solo non sa fare i conti, ma rischia di farli saltare tutti. Saranno anche professori, ma qui si stanno dimostrando pessimi allievi di se stessi, stanno che molti di loro stanno contraddicendo quanto andavano professando prima di arrivare a palazzo Chigi. E poi c’è la politica dei politici di professione che andrebbero mandati ai lavori forzati, così si pagherebbero davvero la pensione e i vitalizi. Ormai non stanno facendo altro che tutelare se stessi, nella convinzione che i diritti acquisiti (loro non quelli dei cittadini) sono un dogma. E allora ti chiedi come fai a non stare con l’anticasta? Spiegatemelo voi per favore...
E il problema è a tutti i livelli, dal Parlamento ai consigli municipali, per non parlare della penosa questione delle pensioni degli assessori della Regione Lazio!
In questi ultimi 30 anni una fetta di italiani si è fermamente convinta di poter vivere di politica, si potersi arricchire con la politica, fatta solo per se stessi e non per il bene comune. Non dovremmo abolire solo le Province, dovremmo abbattere il sistema che alimenta la casta.
Una casta che gode dei cinepanettoni natalizi, dei vari De Sica, Pieraccioni e via discorrendo, perché sono come loro, incapaci di rinnovarsi, incapaci di vedere il presente e leggere il futuro. Esiste solo e soltanto il passato, dato che fanno lo stesso film da anni, al punto che ti viene da chiedersi se anche loro non si siano annoiati di se stessi. Perché crisi economica, governo Mare&Monti, politici senza più l’arte della politica, cinematografari da oratorio sono la faccia della stessa medaglia, l’immagine di una Italia sull’orlo del baratro. Ma mentre loro ballano sul Titanic noi stiamo cercando di vuotare con miseri secchielli lo scafo che affonda, abbiamo buttato via tutto quello che avevamo per alleggerire il carico, loro ballano e noi continuiamo a lavorare per togliere l’acqua che continua ad entrare.
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