W i giovani italiani, W l’Italia

Gianluigi Quinzi vince Wimbledon Juniores e sfata la diceria del giovane italiano fannullone

Molti di noi, sono del tutto ammalati di mielosa nostalgia, sicuri che il passato abbia la meglio sull’immediato domani, quasi persuasi di aver tirato su una masnada di ottusi con limitate qualità, e viziati dal progresso

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Gianluigi Quinzi vince Wimbledon Juniores e sfata la diceria del giovane italiano fannullone

Gianluigi Quinzi

Quel bellissimo 17enne ci ha fatto capire che i nostri giovani vanno avanti a testa alta, nonostante la situazione drammatica del nostro Paese.

Gianluigi Quinzi, ha vinto ieri il torneo di Wimbledon Juniores e lo sport con il dito puntato ci avverte che un futuro migliore, grazie alle nuove leve, è possibile ancora costruirlo.

Il padovano, nato a cittadella, nel 1996, ma cresciuto a Porto San Giorgio (Fermo), è uno tosto, che fa correre l’avversario a destra, a sinistra, per poi esplodere il colpo vincente.

Non vogliamo parlare di un campione, ma semplicemente di un adolescente che si prefigge di diventarlo.

Da ora in poi, sarà il momento più importante della sua vita personale e agonistica: credere nel giovane senza trasformarlo in una macchina da soldi.

Perché dei tennisti è solo questa l’immagine che abbiamo, e l’Italia più degli altri paesi.

Ciò che ci propinano i giornali, le scuole, i media in generale, sono dei ragazzi privi di ogni interesse e con un fato già segnato, metaforicamente seduti sul ramo di un albero, in riva al fiume, ad attendere qualcosa che mai arriverà.

Molti di noi, sono del tutto ammalati di mielosa nostalgia, sicuri che il passato abbia la meglio sull’immediato domani, quasi persuasi di aver tirato su una masnada di ottusi con limitate qualità, e viziati dal progresso.

Insomma, abbiamo disegnato addosso ai nostri figli, o figlie, l’abito su misura dei frustrati, e ciò è dovuto, soprattutto, all’archetipo che gli è stato costruito di sfaticato intontito dai social network, dai palmari, tablet, incapace di prendere decisioni fuori da questo mondo tecnologico; poco volenterosi negli studi, trasandati, indolenti, un sorta di inutile mescolato con il nulla assoluto.

All’improvviso, però, spunta Gianluigi e, mentre bastona avversari su avversari, sembra dire al distruttivo mondo dei grandi: “ Fannullone a chi? Trasandato a chi? Indolente a chi?

Io ci sono e esisto, menagramo dai capelli argentati. E, insieme a me, ci sono altre decine di migliaia di ragazzi che ce la stanno mettendo tutta”.

Infatti, l’Italia, può contare su un gran numero di veri, freschi, orgogliosi giovani che sono pronti a rimetterla in sesto.

Con tali vittorie riescono finalmente ad ergersi e a difendere una categoria data per morta già in tenera età.

Noi italiani, siamo sempre gli stessi; siamo quelli che davanti a simili imprese diciamo “ci vorrebbero giovani come questi”, ma loro, i ragazzi, sono i medesimi a cui viene chiusa la porta in faccia nelle aziende, negli uffici, e via dicendo.
Il trionfo di Quinzi ci dovrebbe insegnare a rispettare di più la sua generazione, poiché è la stessa di quei ragazzi che realizzano applicazioni per i cellulari, quelli che si trasferiscono nelle migliori università come ricercatori…

Questi sbarbatelli sono, quasi pronti, se non verranno contaminati da certuni adulti, a far rialzare la testa al Bel Paese.

I giovani che vogliono far parte attivamente del futuro, non sono fannulloni, si spostano da una nazione all’altra per allenarsi come fa da anni Gianluigi, che si esprime in spagnolo e in inglese durante un torneo internazionale, ma che più di altri può sentirsi italiano.

Sono i giovani di oggi che non si sentono affatto figli di una Nazione di cui vergognarsi, ma che, anzi, fanno di tutto per ridarle nuova luce e spessore.

I Quinzi, i Manassero,  i Gasparini, e tutti i loro coetanei sono il domani, e loro sanno di giocarsi una carta importante, per se stessi, ma, in primis per l’Italia, e ora hanno deciso di urlarlo al mondo intiero, con tutta la loro esuberanza giovanile, come ha fatto ieri Gianluigi alla fine del match.

W i giovani italiani, W l’Italia. 

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    7 commenti per questo articolo

  • Inserito da CARLA il 08/07/2013 17:00:16

    Ho notato, controllando accuratamente le date, che molti tuoi pezzi sono catturati da altre testate giornalistiche, dal Corriere a Italia Oggi, a Dagospia a Il Giornale... E' tutto lecito? O potreste querelare per plagio?

  • Inserito da beatrice il 08/07/2013 15:00:34

    Bene, quanto mi fa piacere questa notizia! Ancora di più perché parliamo di tennis. E allora sì, finalmente: W i giovani italiani! Non dimentichiamo che anche da noi esistono campioni, giovani capaci, menti brillanti. Invece lo dimentichiamo spesso, vedendo nei più giovani soltanto difetti. Diamo loro un po' di fiducia, e qualche apprezzamento. Le critiche costruttive sono necessarie, ma solo con le critiche, senza nessun incoraggiamento, non si cresce, si diventa insicuri.

  • Inserito da marco il 08/07/2013 11:16:55

    speriamo non faccia come Diego Nargiso..........

  • Inserito da SABYDA il 08/07/2013 10:49:57

    nn capisco il commento fatto da te Dino, ma ti trovi sul sito giusto per commentare o per giocare .....forse nn hai ben compreso nè l'articolo nè tantomento come si usano i socialnetwork........ di certo con questi tipi frasi messe lì nn andiamo da nessuna parte.

  • Inserito da dino il 08/07/2013 10:42:33

    Bene! ed allora tenete duro! viva l'autodeterminazione dei popoli!!! speriamo che anche mia moglie, toccata nell'orgoglio, decida di uscire da quella porta, lasciandomi la possibilità di far entrare una giovane badante svedese.

  • Inserito da SABYDA il 08/07/2013 10:39:31

    Perfettamente d'accordo con l'articolo, nn facciamo di tutta l'erba un fascio, ben venga la nuova generazione, dandogli nn solo fiducia, ma strumenti che con tablet, socialnetwork e altro sanno adoperare per diventare qualcuno.Sara' il riscatto di una societa' che nn vuole essere solo fatta di atti di bullismo e di trasandatezza, bene fate vedere figli nostri a quanti sacrifici pur di arrivare agli obiettivi. Sono contenta perche' noi educatori puntiamo molto all'indipendenza positiva di questi giovani ambiziosi nn solo di sogni ma di realta' pure che risolleveranno le sorti del nostro paese. Andiamo avanti a vedere con occhi puntati su un ottimismo condiviso e nn pessimisti, questo aiuterà molto l'audacia dei nostri figli, superando problemi adolescenziali e culturali.

  • Inserito da leila il 08/07/2013 10:17:52

    Tu eri simile a lui alla sua età?

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