Il dolore di essere il nulla

La gelosia, quel pericoloso sentimento umano

Pensiero ossessivo che, talvolta, si trasforma in vero atto criminale verso l’invidiato

di LORD BRUMMELL

La gelosia, quel pericoloso sentimento umano

L’invidia è un impulso che tutti conoscono, o l’hanno sperimentato, con minore o più intensa animosità, a seconda del proprio temperamento e delle varie esperienze vissute; ma sempre, comunque, con un dolore inconfondibile dentro l’anima.

Una sofferenza a cui si arriva dopo varie vicissitudini in cui la fanno da padrone i sentimenti e le emozioni.

Alcuni soggetti gelosi, sperimentano una sorta di realtà completamente falsata, cioè l’ angosciosa adulterazione della comprensione dell’invidiato, che da attendibile che era si trasforma in un individuo del tutto inaffidabile, talvolta cinicamente cattivo, disonesto, e via dicendo.

Poi, il geloso, sente pervadersi l’anima da una drammatica sensazione di provvisorietà, uno spiacevole impulso d’inferiorità e, allora, comincia a vedere le persone che lo circondano, ma in particolare una, quale causa di questa sua insicurezza e la possibilità concreta di scivolare in un abisso di fallimenti personali .

Prendiamo l’esempio del figlio di un grande imprenditore che si vede mettere da parte, dallo stesso genitore che, invece, di investire sul consanguineo punta decisamente su un’altra persona, magari decisamente migliore del figlio. Quest’ultimo, arriva a tal punto di disperazione che farà di tutto, ma proprio di tutto per mettere in cattiva luce, davanti agli occhi del padre, il concorrente più qualificato di lui.

La gelosia lo porterà a mosse delinquenziali quali creare attorno all’avversario una vera e propria cospirazione, magari facendolo passare da ladro, da ricattatore, da estorsore; ora, per il geloso, il tutto è diventato una vera e propria guerra senza esclusioni di colpi, anche perché oltre all’invidia che lo divora dentro di sé cova innata la codardia e, quindi, gli attacchi verso il nemico verranno portati meschinamente dietro le spalle, magari in combutta con le forze dell’ordine.

Insomma, il pensiero ossessivo si trasforma in vero atto criminale verso l’invidiato.

Non esiste, in questa tipologia di geloso, un sentimento di autocondanna, o sconfitta interna  personale, anzi l’atto conclusivo si rivela con fortissima dose di rabbia a cui succede la vendetta fisica e psicologica.

A quel punto il geloso si sente ammantato da un voluttuoso gelo di morte, nell’attimo in cui la sua invidia raggiunge, con l’ausilio dell’inganno, vette altissime d’intensità.

Quel freddo intenso racconta che una parte della sua intimità è definitivamente deceduta, sebbene non se ne renda conto. Il tempo, però, saprà aprirgli la mente.

Nel frattempo l’invidioso potrà solo gioire del male commesso, della rabbia immagazzinata ed esplosa, della vendetta, ma tutto si trasformerà ben presto in vero e proprio squilibrio mentale.

Tale struttura a triangolo della gelosia racchiude anche, la struttura duplice della connessione, nella quale l’invidioso ha messo nelle mani di un solo individuo, in questo caso il padre Imprenditore, la propria qualità personale e il senso stesso della propria esistenza.

Questa forma diadica verrà, poi, deteriorata dall’ arrivo di un terzo incomodo, e da quel preciso attimo il geloso punterà il suo dito contro questo inaspettato personaggio che lo colpirà fisicamente e spiritualmente.

Per l’invidioso la presenza dell’avversario caratterizza l’annuncio non solo della competizione, ma, in primis, la perdita di rispetto della persona tanto apprezzata, ciò nondimeno, il rivale rappresenta l’assoluta nullità della vita del geloso di fronte a quest’individuo di ben altra fatta.

Nella ricerca del tormento, nell'accanimento alla sofferenza, solo il geloso può competere con il martire. Eppure, si canonizza l'uno e si ridicolizza l'altro.”

Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da SABYDA il 12/07/2013 14:59:09

    Bisogna discernere tra gelosia e invidia, secondo me. In questo articolo mi sembra di capire che si parli più di invidia, che è un sentimento veramente amaro per chi la prova e chi la riceve come atto.L'invidia è sorta di gelosia per un'altra persona o un oggetto ma con estrema rabbia, cattiveria, anche criminale a volte e sfocia in comportamenti di stalking o di mobbing nel lavoro contro la persona che sa fare e che dimostra di avere capacita' tali da condurre situazioni all'apice dei profitti. La rabbia e la malvagita' nel mettere in cattiva luce da parte della persona invidiosa raggiunge il massimo livello schiacciando il malcapitato di turno. Si tratta tutto che quella persona invidiante di altri, è stato portato ad alti livelli gia' dalla giovane eta' senza mai avere la capacita' di dare e quindi quando si trova a dover dimostrare le qualita' personali e magari nn ce l'ha ,,, allora scatta una serie di step uno successivo all'altro che porta alla ferocita' verso l'invidiato. Noi genitori, è vero che vorremmo che i nostri figli fossero i migliori in tutto, ma sappiamo benissimo in cuor nostro che nn è così, allora valorizzare ognuno per le qualita' che ha e avere la consapevolezza di cosa è l'ambizione del fare e la certezza di cosa uno riesce a fare, allora solo sapendo le reali potenzialita' in fatto di fisicita', di intelligenza di saper fare renderemo liberi i ragazzi di capire bene e nn invidiare gli altri ma accontentarsi di cio' che sono e cio' che hanno. Chiaramente cio' è pura utopia, ma almeno esserne consapevoli e consci...... di cosa produciamo.

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