Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
«Una ragazza che ha subito mutilazioni genitali avrà sempre gravi problemi fisici per tutta la vita e, anche, un alto rischio di complicazioni psicologiche simili a quelle che soffrono i bambini vittime di abusi sessuali».
L’ha spiegato in un'intervista all’agenzia stampa EFE la dottoressa Elise Johansen, del Dipartimento di Salute Riproduttiva, dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
«Diversi studi
sottolineano il rischio di complicanze psicologiche a lungo termine, tra cui la
depressione, lo stress post-traumatico, ansia e disturbi mentali simili a
quelli di donne o adolescenti che hanno subito abusi sessuali », ha
dichiarato la Johansen, che inoltre ha tenuto
a dire:
«Certune che non hanno mai avuto una di
queste complicazioni, hanno ugualmente subito un dolore straziante, la forza e
la violenza che le ha costrette a tacere durante la procedura di ablazione, che
è un trauma di per sé».
«Ma soprattutto, le hanno private dell’organo
più sensibile del corpo, il clitoride», ha aggiunto con determinazione.
La circoncisione femminile comprende tutte le procedure chirurgiche che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni o altri interventi praticati negli organi genitali per motivi culturali e non terapeutici.
«C'è molto poca investigazione sulla mutilazione genitale femminile e specialmente sui rischi immediati per la salute, ma basandoci sui dati degli ospedali, si sa che molte bambine soffrono emorragie ed infezioni che possono arrivare fino a causare la morte».
Secondo l'OMS, la prassi più comune, in questo tipo di
mutilazione, è la scissione del clitoride e delle piccole labbra (80% dei
casi), mentre il più grave (15%) è l’infibulazione, costituito dalla rimozione
del clitoride, piccole labbra e parte delle grandi, subito seguita dalla
chiusura vaginale mediante sutura.
Le conseguenze perniciose non si verificano solo al momento della
"operazione", ma durante il
resto della vita.
Infatti, a lungo termine, sono causa d’infertilità, infezioni croniche,
rapporti sessuali dolorosi, e complicazioni durante la gravidanza e il parto,
sia per le donne che per i neonati.
«Ci sono prove che la mutilazione genitale aumenti la prevalenza di alcuni problemi sessuali, tra cui dolori fortissimi nel periodo delle mestruazioni, diminuzione della libido e diminuzione del piacere», ha detto la dott.ssa Elise Johansen.
La stessa, ha spiegato che secondo gli studi pubblicati, il
21% delle donne che hanno avuto i tipi I
e II della MGF, che comporta la rimozione del clitoride e piccole labbra, ma
non la sutura della vagina- hanno un sanguinamento abbondante dopo il parto, e
tra il 15 e il 98% devono essere ricoverate in strutture mediche.
«Inoltre, se c'è stata un'ablazione, il
rischio che il bambino nasca con problemi o, addirittura muoia, aumenta
considerevolmente. Si stima che 2 bambini ogni cento muoiano perché la madre è
stata mutilata nell'infanzia».
Gli strumenti della mutilazione
In aggiunta a tutto ciò, le statistiche cliniche dimostrano
che le mutilazioni genitali provocano altri danni irreparabili, come ad esempio
la diffusione dell'HIV-AIDS o l'epatite.
Nonostante la crescente consapevolezza, ogni anno, circa tre milioni di ragazze
e donne sono vittime di mutilazioni genitali nel mondo, pari a otto mila al
giorno, e la maggior parte di queste mutilazioni sono praticate in età compresa
tra i quattro e i dodici anni.
«Alcuni paesi procedono in tenera età
affinché le bambine da grandi non si ricordino l’accaduto. In altri, vengono mutilate
in età maggiore perché credono che le ragazze siano più mature per sopportare
l’atroce dolore», ha riassunto la dott.ssa.
«Coloro che la praticano tardi lo fanno anche come rituale, nel quale il dolore è parte dell'obiettivo, affinché le prepari al resto delle loro vite; ma, anche per iscrivere nella loro memoria corporale i rischi ed i pericoli associati alla sessualità e pertanto sperano che resistano alle tentazioni sessuali».
La Johansen, ha terminato affermando che esiste una nuova tendenza molto pericolosa che sta appoggiando e apprezzando questo rituale, e che viene dai capi delle varie religioni.
«In paesi come
l'Egitto, il Sudan e certuni gruppi religiosi del Mali stanno promuovendo la
mutilazione genitale, e bollando coloro che si oppongono come neo-colonizzatori.»
Si stimano tra 100 e 140 milioni le donne che in tutto il mondo sono state
sottoposte ad ablazione.
Quindi, tutti insieme, diciamo basta a questa vile tortura.
Inserito da Vanessa P. il 17/07/2013 14:55:17
Non posso esprimere il mio parere su questa "umiliante, atroce, disumana pratica tribale di certi paesi, perchè sarei poco fine, gentile, educata, misurata e tanto altro...Lo trovo inaccetabile...scempi di vite umane indifese con la sola colpa di essere DONNE!! DONNE che danno la vita a coloro che praticano certe bestialità...
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