Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L’Italia non si è mai mossa dal suo modus bizantino di affrontare i problemi politici e sociali, vittima di egotismi di categoria e vantaggi imprescindibili.
Pensate alla grande urgenza di riforme che il nostro Paese necessita, una su tutte quella della giustizia, e che invece vengono del tutto ignorate o solo rammentate per stemperare gli animi di chi le vorrebbe a gloria.
Basta pensare all’abolizione della norma che rendeva non candidabili per dieci anni amministratori e governatori che avevano creato dissesti finanziari dolosamente o per colpe gravi.
Bene i giudici della Consulta, ieri, hanno ridato vita a questi terroristi delle finanze con fare alquanto di non curanza.
Le norme, ormai, vengono usate come elastici delle mutande, mentre noi cittadini comuni ci danniamo per un lavoro da mantenere, tentiamo di garantire un futuro vivibile per i nostri figli, cerchiamo disperatamente di restare a galla per non essere inghiottiti dalle spire della povertà.
Nel momento in cui camminiamo sopra un logoratissimo filo da trapezista, ci sono dotti, filosofi e sapienti che ci inebetiscono con cavillose interpretazioni dei vari codici giuridici, entrando esageratamente nel dettaglio con fare meticoloso e irridente, tipica metodologia di un avvocato di Manzoniana memoria, così da confondere le menti e lasciare tutto nel marasma del presente.
Poi entra in gioco madama Politica, con il suo atteggiamento ipocrita e superficiale, e ci promette tutte le riforme possibili, tutte quelle che il cittadino dell’italiche sponde vorrebbe. Poi, però, improvvisamente problemi internazionali ed etici rimandano il tutto a una data da non destinarsi, poiché essa non sarà mai presunta.
E via tutti sulla querelle Shalabayeva, rimpatriata alla Speedy Gonzales, laddove ci sono numerosi, pericolosissimi criminali clandestini, raggiunti da provvedimenti di espulsione che se ne restano nel Bel Paese a perpetrare delitti su delitti.
Per non parlare dell’indilazionabile legge sull’omofobia, da redigere prima di quella sulle carceri, sulla giustizia, sulla violenza alle donne, al taglio del finanziamento pubblico ai partiti, e via dicendo; dove si stanno studiando tutti i possibili sostegni a favore dei gay.
Forse mi attirerò addosso le ire di molti, ma tendo a dire che simile norma è del tutto anticostituzionale, in quanto non è possibile deliberare che sia più rilevante la violenza contro gli omosessuali, i trans o le donne, anche perché sconfesserebbe il principio che “La legge è uguale per tutti”.
Insomma, le riforme in Italia, quelle serie, non verranno mai fatte?
La realtà è che esse se mai fossero fatte, stipulerebbero la fine della classe politica attuale, perché, a noi -comuni cittadini-, verrebbe riconsegnato il legittimo potere costituzionale di decidere seriamente chi ci deve governare.
Attualmente, ciò, è solo apparenza in quanto il congegno del governo assicura alle segreterie dei partiti di decidere la composizione del parlamento al di là del risultato elettorale e sovente addirittura contro di esso.
Ecco la cruda verità; ecco come siamo messi!
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