Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Delia Vaccarello, «l'Unità», 24 luglio 2013
Il disegno di legge anti-omofobia, primi firmatari Scalfarotto (Pd) e Leone (Pdl), arriverà in aula venerdì prossimo grazie a una corsa contro il tempo: una parte del Pdl aveva sbarrato la strada e, pur con un “nodo da sciogliere”, il testo è stato approvato in commissione il 22 sera. Diversamente, la calendarizzazione sarebbe slittata anche a settembre, con i riflettori ormai puntati sul testo. Ma qual è oggi la posta in ballo? Il valore simbolico riconosciuto a omosessuali e trans. Chi si dice contro teme che “il divieto di odiare” significhi un “invito ad amare”. Ma c’è una terza via: ed è il rispetto.
Sono decenni che si parla della estensione della cosiddetta legge Mancino alle aggressioni a motivo di orientamento sessuale e di identità di genere. La Mancino inasprisce le pene se le violenze scattano per motivi etnici o religiosi. Il disegno di legge in questione ne cambia il nome che diventa: “Norme urgenti in materia di discriminazione etnica, razziale, religiosa o fondata sull’omofobia o transfobia”. Perché lo stop di parte del Pdl? Motivo politico: sottolineare il proprio peso dentro il governo. Motivo ideologico: sostenere che sarebbe un bavaglio al libero pensiero. “Un conto è non essere d’accordo, un altro istigare all’odio” osserva Scalfarotto. Insomma, chi sostiene ed esprime la superiorità del modello eterosessuale senza istigare all’odio non sarà “perseguibile per legge”. “Dobbiamo tenere insieme due valori: la libertà di pensiero e la libertà dei cittadini omosessuali e trans di vivere senza essere offesi. La prima è tutelata dalla legge, la seconda no”. Cosa cambia se la legge passa? Oggi, per esempio, è reato esibire allo stadio lo striscione “neri ai forni”, approvata la legge sarà reato scrivere “gay ai forni”. E’ indubbio che la normativa spingerebbe il paese a fare un salto culturale: una volta scritta sulla gazzetta ufficiale dirà esplicitamente che le istituzioni italiane ripudiano tutte le forme di odio inclusa omofobia e transfobia. Promuoverà in maniera esplicita il rispetto di tutti gli orientamenti sessuali. Dirà che i gay non sono “inferiori” così come non lo sono i neri. Sosterrà la convivenza riconoscendo la parità di valore di ogni cittadino anche gay. Contrastando l’ostilità diventerà un simbolo del riconoscimento della dignità di omosessuali e trans. E’ questo il punto che la rende necessaria al movimento lgbt e sgradita a chi ritiene la superiorità del “modello etero”. Ma tra odio e amore, è civile scegliere il rispetto. Toccante la presa di posizione dei credenti omosessuali de “Il guado”, che hanno ricordato il suicidio del giovane Matteo a Torino anni fa: con una legge così, ogni adolescente deriso sentirebbe che lo Stato è dalla sua parte. In queste ore le associazioni (Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Famiglie Arcobaleno, Equality Italia, Mit – Movimento Identità Transessuale) si sono rivolte alla presidente Boldrini chiedendo di “sventare i rinvii” . E “il nodo da sciogliere”? “Non è passata l’estensione dell’articolo 3 della legge Mancino, non c’è un’aggravante per i reati già previsti dal codice penale. Dovevamo agire in fretta, quando il governo mette la fiducia, cosa che è avvenuta, il parlamento non può più riunirsi neanche in commissione per 24 ore. Per la discussione in aula sono necessari i pareri di altre tre commissioni, se il testo non veniva approvato martedì sera non ci sarebbe stato il tempo. Proporremo in aula un emendamento per l’estensione dell’articolo 3”, aggiunge Scalfarotto. Senza emendamento Sel non voterà la legge: “Per portare il testo in aula lo abbiamo approvato monco, ma non siamo d’accordo. Si parla di questa legge da almeno tre legislature, o la facciamo bene o non si fa. Il pd si è impegnato a votare l’emendamento per introdurre le aggravanti”, dice Alessandro Zan, deputato Sel, il “padre” dei pacs alla padovana. Le associazioni intanto organizzano la campagna “i miei diritti non sono in vendita” http://www.mariomieli.net/i-miei-diritti-non-sono-in-vendita.html. Invitano a scrivere ai parlamentari una mail con questo testo ““I miei diritti non sono in vendita, chiedo l’estensione integrale della legge Mancino alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Aggravanti incluse. La libertà di opinione non è e non può essere libertà di insulto, ingiuria, istigazione all’odio, nei confronti delle minoranze e delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans.” Sul sito del Mario Mieli si trovano gli indirizzi email di molti parlamentari nonché il link dove trovarli tutti.
E i grillini? Lasciano intendere che se il Pd avesse fatto la legge con loro sarebbe stata migliore. Quindi, Scelta Civica e Pdl sono divisi, parte dei grillini potrebbe fare prove tecniche di maggioranza alternativa, astenersi o farla passare alla Camera e non al Senato. In aula “potrebbero alzarsi i soliti muri”, dice Zan. Intanto domani la “Manif pour tous” sbarca dinanzi a Montecitorio. La sezione italiana dell’associazione contraria alle nozze gay in Francia farà una veglia dalle 19 alle 21. Candele in mano e bavaglio alla bocca, manifesteranno contro le tentazioni di “spegnere la propria coscienza”. “Gli estremisti? Ci sono sempre stati”, commenta Scalfarotto.
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