Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Mentre siamo in spasmodica attesa del verdetto Mediaset che vede imputato l’uomo dei tribunali, alias Il Cavaliere, in Italia si continua tranquillamente a uccidere per storie di velenosa gelosia.
Ieri a Marina di Massa, sono morte due persone.
Marco Loiola, l’assassino, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, ha ferito seriamente il compagno dell'ex moglie, Salvatore Gambiero, e poi ha ammazzato la stessa Cristina Biagi.
Poi, come fanno sempre, è fuggito, si è fermato e si è tolto la vita.
C’è da dire che l’omicida, come in ogni storia di stalking che si rispetti, era stato più volte denunciato dalla Biagi, in quanto Marco Loiola sovente aveva il vizio di intimidirla, fermandosi davanti alla sua abitazione condivisa con i genitori di lei.
L'ultima denuncia è di 10 giorni fa.
La povera Cristina si era portata alla stazione dei carabinieri, dopo essere stata percossa dall’ex marito, che possedeva una pistola senza permesso.
L’uomo, come in moltissimi altri casi che hanno preceduto questo, non stava accettando che il loro rapporto fosse messo in discussione da un altro uomo.
Ma, come ogni volta, una donna perde la vita.
Come sempre le solite inquietanti domande :“Com’è possibile che un uomo denunciato più volte, sia libero di uccidere così facilmente?”.
“Perché siamo arrivati all’ennesimo delitto pur sapendo che una donna era sottoposta a stalking e sopraffazione continuata?”
Sicuramente l'aggressore sarebbe stato in galera se la donna invece di accusarlo per molestie lo avesse accusato di tentata estorsione, magari non documentata.
In quel caso, l’ex marito, sarebbe finito almeno ai domiciliari.
Perché, come non ci stancheremo mai di ripetere, per la nostra magistratura, e per le nostre leggi, il patrimonio “economico” vale più della vita umana.
Intanto, i figli e i genitori di Cristina Biagi, sono le altre vittime innocenti di questo massacro che poteva essere evitato.
Se la gelosia si trasforma in pulsione aggressiva ed è così diffusa, tanto da poterla rapportare all’ancestrale desiderio dell’uomo di valutare la “femmina” come suo naturale dominio, ne scaturisce che tali tragedie dipendono esclusivamente dall’autocontrollo del singolo uomo che compie l’azione violenta.
Cioè, l’unica soluzione possibile, con relativa modificazione del rapporto uomo-donna, può provenire dalla cultura, dall’educazione, dalle norme e da un’approfondita conoscenza dei due, una consapevolezza maggiore della ferocia che ristagna in noi.
Così, solo così, possiamo debellare questa piaga distruttiva, affrontandola e sterminandola con la ragione e la cultura dei forti.
Basta che le forze dell’ordine e la giustizia italiana, magari, collaborino un tantino di più…
Inserito da Vanessa P. il 29/07/2013 17:32:40
Alla base di tutto ci sta proprio la cultura..il rispetto..la concezione della donna come essere umano e non come oggetto del possesso!! Tante storie finiscono più o meno dolorosamente, poche sono invece quelle che riescono a sbocciare nuovamente..perchè tutte le altre ahimè finiscono in tragedia!! E' necessario intervenire seriamente fin dalla prima denuncia di stalking fatta da una donna per evitare di arrivare alla cronaca nera!!
Inserito da ghorio il 29/07/2013 13:24:19
La nostra società è sicuramente malata: la vita umana non è più considerata quasi "sacra", come avveniva una volta. E' una questione culturale ormai passata in disuso. Sulle vicende legate alle minacce , al cosiddetto "stalking>, urge modificare le norme considerando la vita umana molto più importante del patrimonio economico. Apprendere, all'indomani delle varie tragedie, che c'erano state le segnalazioni e poi non sono arrivate le contromisure è davvero mortificante. Poi è necessaria un'educazione culturale, sempre più diretta, al rispetto dell'altro.
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