Il cinema, la favola moderna

Come eravamo: il grande schermo italiano ed internazionale

La realtà che Marco Spagnoli ci restituisce può servire da modello a molti rappresentanti di questo settorecinema

di Pier Luigi Manieri

Come eravamo: il grande schermo italiano ed internazionale

Due anni dopo Hollywood sul Tevere, il critico cinematografico Marco Spagnoli torna a raccontarci la più appassionante ed intrigante delle favole moderne: il cinema!

Si, avete letto bene, non è un errore di stampa: il cinema; forse la favola moderna per eccellenza. In un gioco di metalinguistica, quello che fondamentalmente è un medium per narrare storie da vedere, diviene esso stesso una immensa fiaba, coi suoi scenari, miti e protagonisti-eroi, eroine, principi e principesse.

Quello che è oggi probabilmente il miglior esperto di cinema internazionale in Italia, ha dedicato al più importante medium dell’ultimo secolo e ad uno dei suoi periodi forse irripetibili per magnificenza, ricchezza e fermento, due opere filmiche di particolare rilevanza e bellezza: il già citato Hollywood sul Tevere, che raccontava della relazione speciale tra Cinecittà e la Mecca del cinema, ed il quasi sequel Hollywood Invasion”, perché: ” Il mio desiderio era quello di

potere esplorare come gli Americani avessero raccontato l’Europa degli anni Cinquanta,

Sessanta e Settanta seguendo i loro divi nel vecchio continente, attraverso i materiali

d’archivio di NBC Universal”, dice l’autore.

Dunque, se nel primo film di montaggio, il critico/regista esamina come la più grande industria dell’intrattenimento s’inserì nella capitale e quali effetti sia sull’impresa che sul costume ebbe tutto ciò; nel successivo, attraverso un lavoro certosino ai limiti del maniacale, ricostruisce la storia di quella che può essere considerata una sorta di invasione reciproca. Dove da un lato v’è quella della macchina produttiva americana in Europa, guidata dai grandi Studios hollywoodiani e da produttori in grado di imprimere una visione personale al cinema di quegli anni. Dall’altro quella dei talenti  europei: registi e star che hanno reso quell’epoca indimenticabile e che hanno ‘invaso’, segnandolo per sempre, limmaginario collettivo degli Stati Uniti degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta con il loro carisma e la loro arte.

In particolare, se il primo lavoro basato sul preziosissimo materiale e immagini di archivio di Cinecittà Luce, restaurate in uno scintillante bianco e nero, ricostruisce quell’epoca d’oro con le sue  feste, le anteprime, i premi, gli scandali vissuti tra la Capitale e la Mostra del Cinema di Venezia dalle più grandi stelle del passato, come Lauren Bacall, Brigitte Bardot, Jean-Paul Belmondo, Ingrid Bergman, Humphrey Bogart, Marlon Brando, Richard Burton, Elizabeth Taylor, Sean Connery, Gary Cooper, Kirk Douglas, Ella Fitzgerald, Henry Fonda, Ava Gardner, Clarke Gable,  Rex Harrison, fino all’icona stessa di quell’epoca: Audrey Hepburn.

Il secondo lavoro è l’esaltante risultato di ricerche svolte negli archivi della sede di New York della NBC Universal al Rockfeller Center, in cui Spagnoli s’è chiuso per un paio di settimane. Ricerche poi integrate con molti mesi di ricerche consultando l’archivio on line della NBC Universal.

“ Il mio desiderio era quello di potere esplorare come gli Americani avessero raccontato l’Europa degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta seguendo i loro divi nel vecchio continente, attraverso i materiali d’archivio di NBC Universal.-dice l’autore- lo sguardo degli Americani su di noi Italiani ed Europei era non solo molto interessante, ma decisamente singolare per la sua accuratezza e intelligenza rispetto a quanto, in genere, oggi spesso vediamo rappresentato come dei cliché in alcune produzioni hollywoodiane.

Hollywood Invasion non è quindi un sequel di Hollywood sul Tevere, ma un progetto complementare, un Controcampo Americano’ che attinge allo stesso periodo storico e che punta a raccontare, spesso attraverso il racconto degli stessi protagonisti di quegli

anni, un’era indimenticabile vissuta in prima persona.”.

E in effetti, la realtà che Spagnoli ci restituisce potrebbe servire da modello a molti rappresentanti del nostro cinema, che sembrano afflitti da una singolare forma di schizofrenia: da un lato, vivono un complesso d’inferiorità e sudditanza nei confronti di qualsiasi industria straniera; dall’altro, si direbbero invece dominati da inspiegabili forme di supponenza e presunzione, ingiustificate visto gli irrisori risultati della nostra esportazione di film. Atteggiamento, quest’ultimo che trova ragione unicamente nel ricordo costantemente evocato dei superbi cineasti che hanno segnato il Neorealismo, si pensi a Rossellini e De Sica-e la grande commedia all’italiana, come Monicelli e Risi, il cinema storico-Magni-. fino a quello più surreale e visionario di Fellini. E proprio Fellini è protagonista di uno dei più gustosi frammenti di storie riportati all’interno di Hollywood Invasion: lo vediamo sfuggire dialetticamente ad un importante critico americano del tempo, verso il quale il Maestro si rivolge con divertita indulgenza, senza mancare, dall’alto del suo riconosciuto carisma(il critico pende letteralmente dalle sue labbra),di canzonarlo per il suo aspetto che definire eccentrico è un eufemismo. Senza svelare molto altro del lavoro di Spagnoli, così da non rovinare la sorpresa, ci limitiamo a segnalare l’ottimo contrappunto musicale di Pivio e Aldo De Scalzi,  la voce narrante di Maria Pia Di Meo (leggendaria doppiatrice di  Meryl Streep, Jane Fonda,  Faye Dunaway, solo per ricordarne alcune);il prologo che  attraverso il cinegiornale ci racconta la ricerca  di lavoro di un giovane padre nell’immediato dopo guerra e di come Cinecittà divenne una soluzione per le centinaia di disoccupati che ogni giorno si riversavano ai cancelli in cerca di un ingaggio come figuranti o operai. E infine i titoli di coda, montati a stacchi, sono deliziose, piccole pillole in cui compaiono tra gli altri Graucho Marxs e lo stesso Fellini. A lui, un cronista chiede: ”Fellini, per quanti anni ancora pensa di girare film?”.

....a volte, ma per fortuna solo a volte, si può essere di una geniale comicità involontaria....

Sia Hollywood sul Tevere che Hollywood Invasion, sono regolarmente trasmessi su Studiouniversal. Da non perdere.

 

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Chiara Ricci il 21/12/2011 15:59:31

    Questo articolo firmato da Pier Luigi Manieri è davvero molto importante e significativo per chi ama la Storia del Cinema (e non solo!) Grazie alle sue parole l'autore fa crescere la curiosità per questo nuovo lavoro del critico Marco Spagnoli.. che di certo sarà all'altezza del precedente "Hollywood sul Tevere"! Per chi, come me, ama il Cinema e, soprattutto, la Cinecittà e la Hollywood, e l'Italia di quegli anni.. questo è un lavoro, una visione da non perdere! Grazie della segnalazione..e di avere un occhio così attento alla Storia del nostro Cinema, e alla Storia del Grande Cinema!

  • Inserito da Chiara Ricci il 21/12/2011 15:58:19

    Questo articolo firmato da Pier Luigi Manieri è davvero molto importante e significativo per chi ama la Storia del Cinema (e non solo!) Grazie alle sue parole l'autore fa crescere la curiosità per questo nuovo lavoro del critico Marco Spagnoli.. che di certo sarà all'altezza del precedente "Hollywood sul Tevere"! Per chi, come me, ama il Cinema e, soprattutto, la Cinecittà e la Hollywood, e l'Italia di quegli anni.. questo è un lavoro, una visione da non perdere! Grazie della segnalazione..e di avere un occhio così attento alla Storia del nostro Cinema, e alla Storia del Grande Cinema!

  • Inserito da Rick il 21/12/2011 07:26:09

    Gentile redazione,vorrei complimentarmi con voi per l'articolo su Spagnoli, ho avuto modo di vedere i suoi straordinari documentari e meritano che se ne parli. Manieri,di cui apprezzo sempre testi sia qui su Totalità che sulle altre testate, ha il raro talento di riuscire dire qualcosa di nuovo anche su ciò che è già molto noto,come nel bellissimo articolo su Sergio Leone o su John Carpenter di cui ho avuto il piacere, da appasionato di cinema quale sono, di leggere il libro

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