E la nave riprende la rotta

Teatro della Pergola: una nuova stagione tra classici e modernità

Il cartellone presenta quanto di meglio la produzione italiana può offrire ai nostri giorni, guardando soprattutto al contributo di innovazione

di Laerte Failli

Teatro della Pergola: una nuova stagione tra classici e modernità

Il teatro fiorentino della Pergola salpa verso una nuova stagione di prosa. Il programma 2013-2014 è stato presentato già alcune settimane fa ed evidenzia da un lato una ricchezza – sia pur tenendo conto della drammatica situazione attuale, in cui la cultura è la prima a essere sacrificata – di titoli e di allestimenti  che non ha nulla da invidiare a quella passata. A questo proposito, il bilancio è sicuramente … da applausi: tra molti apprezzamenti e qualche – in verità poche – critiche nella  stagione da poco conclusa sono state infatti registrate quasi 60.000 presenze, per una media di 550 spettatori a recita, con un pubblico di oltre 3000 abbonati: numeri importanti che testimoniano che nonostante la crisi la voglia di cultura trova … un posto in tasca!  E a questo proposito:  per dare un segnale anche rispetto al tempo che si mantiene critico quanto a risorse disponibili nelle tasche delle persone, i prezzi si manterranno invariati per il quinto anno consecutivo, tanto per  i biglietti quanto per gli abbonamenti.

I manifesti della nuova stagione sono caratterizzati dall’immagine di una nave: essa rimanda al teatro stesso, fatta com’è di legni e di corde e soprattutto al viaggio che deve coinvolgere lo spettatore,  il suo interesse e la sua empatia.

Il cartellone presenta quanto di meglio la produzione italiana può offrire ai nostri giorni, guardando soprattutto al contributo di innovazione (si spera però senza …. esagerazioni)  e puntando a coinvolgere un pubblico più vasto possibile: diciotto spettacoli, cinque dei quali “nostrani” vedranno la luce per la prima volta tra le quinte di Firenze:  I pilastri della società, un Ibsen in una luce nuova restituito da Gabriele Lavia, che inaugurerà la stagione il 5 novembre;  le invenzioni creative di Accorsi e Baliani in Giocando con l’Orlando (19 novembre)  e la traduzione per il palcoscenico di Una pura formalità di  GiuseppeTornatore (28 gennaio) realizzata da Glauco Mauri, insieme all’Arlecchino di Pierfrancesco  Favino(26 novembre)  che effettua il proprio warm-up altrove, ma debutta di fatto alla Pergola, così come Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg (10 novembre) Dalla Pergola riprenderà con un periodo di prove anche la marcia della Coscienza di Zeno (14 gennaio) per la regia di Maurizio Scaparro. Si tratta dunque di una proposta forte e di riflessione su grandi questioni relative alla nascita stessa del teatro in Italia e su testi di grandi valore etico e sociale.

Oltre a questi titoli, ci sono particolari interpretazioni di “classici” come Le voci di dentro di Eduardo de Filippo (10 dicembre) di Toni Servillio, che cade  tra il quarantesimo anniversario della prima mondiale alla Pergola de Gli esami non finiscono mai e l’anno del trentesimo della scomparsa di Eduardo stesso ; o una delle tragedie storiche più emozionanti di Shakespeare,  il  Riccardo III  con regia e ideazione scenica di Alessandro Gassman; oppure spettacoli che mettono in scena personaggi e situazioni di un passato recente che continua a colpire e a interessare, come il Craxi dipinto da Alessandro Trevisan in Una notte in Tunisia (  11 marzo).  Oltre a Zeno, altro importante appuntamento con la letteratura italiana sono le Operette morali leopardiane nella rivisitazione di Mario Martone. Doppio appuntamento anche quest’anno con la tormentata e inquietante drammaturgia di Luigi Pirandello: Non si sa come della compagnia Lombardi – Tiezzi  e il Gioco delle parti, per la regia di Roberto Valerio. Un mito eterno, già affrontato da Moliere e da Mozart, Don Giovanni,  viene presentato nella versione dell’attore e regista trentanovenne Filippo Timi: qui un’umanità sveglia e godereccia, fuori dalle regole e concentrata sul piacere come Don Giovanni, non può comunque esimersi dal suo più importante appuntamento; quello con la morte. E ancora, dopo l’esilarante marito ideale della scorsa stagione, di nuovo Wilde con l’Importanza di chiamarsi Ernesto (1 aprile) nell’interpretazione del Teatro Quirino di Roma/Teatro Stabile di Calabria.

Un programma – o meglio una rotta, per riprendere la metafora scelta della Pergola  - davvero avvincente  che  appassionerà  appassionati e neofiti dall’autunno alla prossima primavera. C’è solo da sperare che questa bella nave che il teatro fiorentino ha scelto come immagine non venga ridotta, dati i tempi e i politici, alla … zattera della Medusa!

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