Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
'attesa per le dichiarazioni di Napolitano –a proposito della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset che ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni in via definitiva– è finita, dal Quirinale, poco dopo le 19,30, è stata diramata una nota con la quale il Presidente della Repubblica, ripete quello che già aveva detto nell'immediatezza del dopo sentenza. Niente di più. Nessuna dichiarazione significativa, almeno non quanto il Pdl avrebbe voluto, nessun accenno al caso del giudice Esposito che ha intorbidato il clima e ha reso ancora più discussa la sentenza.
Le solite cose: le sentenze si rispettano, cioè si applicano una volta emesse in via definitiva, il paese ha bisogno di serenità e non può infilarsi in nessuna crisi di tipo politico che potrebbe essere fatale, Berlusconi non andrà in galera perché ci sono le pene alternative.
Più incisivo e certo poco apprezzato dal Pdl il passaggio sulla grazia. Nessuno l'ha chiesta, ha detto il Napolitano, e a anche se la legge mi permette di concederla motu proprio non ho intenzione di farlo e preferisco attenermi alla consuetudine di rispondere ad una eventuale richiesta.
Senza dubbio un po' acida la parte nella quale sottolinea che sarà Berlusconi a decidere che fare della leadership del suo partito, della serie: si arrangi.
È che altro avrebbe potuto dire? Certo, niente altro, ma forse poteva sorvolare.
Infine, nessuno si sogni che io sciolga le Camere, quindi deponete ogni speranza di elezioni anticipate nel prossimo futuro.
Diciamoci la verità, comunque la si pensi a proposito del caso Berlusconi, la grazia sarebbe profondamente ingiusto concederla al Cav in quanto vittima della giustizia, primo perché vorrebbe dire che il Capo del CSM si schiera contro la magistratura, cosa che, seppure ci piacerebbe molto in quanto cosa buona e giusta, sarebbe una presa di posizione di una tale potenza deflagrante da provocare il caos, oltre a essere impensabile dal punto di vista istituzionale.
In secondo luogo una grazia concessa a Berlusconi, proprio in quanto vittima della giustizia ingiusta, provocherebbe un'altra ingiustizia, ovvero quella nei confronti di tutte quelle migliaia di cittadini, altrettanto vittime dei magistrati, che non avendo un ruolo politico non possono godere della clemenza presidenziale come sanatoria di una situazione appunto ingiusta.
Resta il fatto che a parte l'accenno, peraltro già espresso subito dopo la sentenza, alla riforma della Giustizia, Napolitano non ha detto l'unica cosa che avrebbe potuto: rinnovare l'augurio e la speranza, nonché la necessità che il Parlamento proceda a fare un'amnistia.
L'amnistia sarebbe l'unica soluzione, e non per salvare la cosiddetta agibilità politica di Berlusconi, ma soprattutto per rendere giustizia a chi se l'è vista negata da giudici il cui potere di discrezionalità ormai travalica il buon senso e il tollerabile.
L'amnistia sanerebbe la situazione delle carceri che l'Europa ci rimprovera e di cui il buon senso e la Giustizia (quella vera, non quella istituzionale) sono affamate da troppo tempo.
Ma l'odio verso Berlusconi, la paura che possa rivincere le elezioni, condanneranno tutte le vittime della giustizia dei magistrati ingiusti a continuare ad esserlo.
Condannerà tutti coloro che soffrono e hanno sofferto di un giudizio ingiusto a rimanere in carcere o con una condanna sulle spalle.
Tutti i nemici di Berlusconi accecati dal l'odio politico condanneranno migliaia di persone a tenersi l'ingiustizia subita, e lo faranno col consenso di tutti quelli che superficialmente, per puro spirito giustizialista, sono mossi dall'errato convincimento che se chi è incappato nelle maglie della giustizia vuol dire che qualcosa aveva fatto e quindi ben venga una condanna.
A tutti loro auguriamo caritatevolmente di non dover mai essere vittime di un sistema aberrante, e allo stesso tempo però ci farebbe piacere che provassero sulla propria pelle cosa significa essere vittime di un sistema giuridico che ha urgente bisogno di essere riformato.
Ecco. Napolitano ha parlato e non ha detto niente, come al solito. In Italia le cose vanno così, sempre e in ogni situazione.
Inserito da flaviorubino il 13/08/2013 22:17:09
Simonetta, con questo articolo, hai espresso completamente e totalmente ciò che penso io!!! la penso esattamente come te e mi fa piacere che esista una persona sana ed intelligente in questo paese di ipocriti!! a me di B. non me ne frega niente, ma so quanti disgraziati in Italia hanno avuto la sfortuna come hai detto tu di incappare nella demoniaca melma del sistema giudiziario italiano, quasi nessuno sa che in un procedimento penale esiste la verità vera e la verità processuale che spesso non coincidono, ma conta solo la seconda, e se questa è costituita solo da elementi forvianti, testimonianze false e sfortunate coincidenze, una persona si ritrova condannata senza davvero non aver fatto nulla!! L'Amnistia in questo momento sarebbe veramente l'unico sacrosanto atto che andrebbe fatto subito, per ridare respiro ed un poco di dignità a questo paese!! Grazie.
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