Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Immagini che non avremmo mai voluto vedere, ma vorremmo sapere chi sono i veri responsabili
Non c’e’ nulla di nuovo nel massacro di Ghouta, lì, ad oriente di Damasco. Il massacro del 21 agosto. Quello le cui immagini hanno viaggiato da occidente ad oriente con sospetta celerità, chiarezza, dovizia di particolari. Immagini bambine come spesso, sempre in queste nostre sporche guerre. Immagini a bombardare gli animi. Nulla c’è che non fosse possibile prevedere, nulla che l’osservazione della strategia regionale, oltre, non avesse evidenziato, segnalato quale certezza di futura, prima, imminente poi, realizzazione. Che non abbia vaticinato da quella “linea rossa” tracciata da Obama, il cui attraversamento avrebbe portato ad un intervento militare in Siria. E l’ora D, perfettamente cronometrata, puntuale starebbe per scattare.
Che gli States siano da sempre la patria della finzione cinematografica lo si sa, che i suoi presidenti, tranne rare vecchie eccezioni, siano stati ottimi protagonisti, lo si sa, che Obama sia il capo comico protagonista dalle grandi possibilità, lo si dimentica troppo spesso. Il perché è nella sua intelligenza, nella sua astuzia pregna di sentimento spontaneo, nel suo elegante aspetto da dream realizzato.
Eh, sì, le cose sono state elaborate per bene, in puro storico inconfondibile stile da britannica discendenza. Quindi, si demarca una “linea rossa”, si lavora perché si attraversi, poi, in viaggio sul Ground Force One, ci si sgomenta, ci si addolora, si pongono scrupoli umanitari, dubbi civili, quesiti morali, poi ancora, costretti “dall’altrui barbarie”, probabilmente si dà il via all’intervento bellico in nome degli alti valori americani di libertà. E si procede nell’imbarbarimento dei popoli. Ma i popoli non sono barbari e sono ancor più esasperati da arroganza, prepotenza, violenza e diranno basta. Agiranno basta. Gli States, nella loro ignoranza, stanno giocando col fuoco, questa volta. "...ci saranno dure conseguenze se gli Usa oltrepasseranno la linea rossa" e ancora " chi aggiunge benzina sul fuoco non sfuggira' alla vendetta del popolo" cosi' Massoud Jazayeri dall'Iran, ora, poco fa.
Alcun dubbio ci sfiora sulla realtá della finzione americana circa gli autori della strage. Dove inizi e finisca, cosa inglobi e cosa non, è questione di poco conto, quel che importa è non esser soli a pensarlo, non questa volta, non ora, non a questo proposito, esperti ci accompagnano, esperti in armi non convenzionali e loro azioni ed effetti. Ci accompagnano i dubbi, più che fondati, di persone quali Ake Sellstrom, guida degli Ispettori Onu, Jean Pascal Zanders, dell’Istituto dell’Ue per la Sicurezza, John Hart, capo del Chemical and Biological Security Project all’Istituto Internazionale per la Pace di Stoccolma, Paula Vanninen, dell’Istituto finlandese per la convenzione delle armi chimiche, Gwyn Winfiled anche lui esperto in materia, e potremmo continuare, tutti in un’unica denuncia:
1) I corpi non presentano azioni di sintomi da gas nervino o fac-simile;
2) I soccorritori non indossano alcuna protezione, cosa da escludere in presenza di serin o fac-simile.
Sì, e’ il solito deja’ vu del solito casus belli al fine di giustificare un intervento architettato prossimo. Possibile.
Ma quale assurda idiozia avrebbe potuto obnubilare la mente di al-Assad, il suo Governo, sì da procurare una simile atrocità in un momento di ascesa bellica sui ribelli nonché in presenza degli ispettori dell’Onu sul territorio? E quale altrettanta idiozia potrebbe indurci a credere a quest’ennesima messa in scena?
I depositi di armi chimiche disseminate sul territorio siriano dai Servizi israeliani con complicità dei ribelli, da noi segnalati in precedenti pagine, vanno ricordati. La trama internazionale anch’essa già segnalata, va ricordata. L’ambasciatore siriano Bashar Jafari e la sua dichiarazione all’Onu sul ritrovamento di alcuni depositi e il loro potenziale distruttivo, va ricordato. E va ricordato che da tempo, quegli uomini assoldati, chiamati ribelli e agglomeratisi in Esercito Libero, vengono addestrati da istruttori giordani, israeliani e statunitensi a questo tipo di operazioni. E va ricordato che commando di questa plebe, a pochi giorni dall’azione di cui accusano l’esercito regolare, si sono mossi verso Damasco. E va ricordato che i ribelli, al momento opportuno, possono usufruire di aerei e missili israeliani. E va ricordato il vicino Libano e i raid isreliani con i loro 45 morti e 500 feriti. E va ricordato che le due azioni sono collegate. E va ricordato...e ci fermiamo qui.
Il Mediterraneo, la sua costa sud, è in fiamme, questo va ricordato. Anche. Soprattutto. Da noi Europa. Noi Europa che perseveriamo in un servile alleato opportunismo mentre sarebbe opportuno liberarsi dal giogo anglo-americano, raddrizzare la Francia con le sue stupide manie colonialiste, riprendere il ruolo storico che ci spetterebbe se ne avessimo consapevolezza. Coraggio. Si potrebbe dire.
Sarebbe opportuno interrompere i veli umanitari di cui i governi dell'estremo occidente si rivestono, mettere allo scoperto le loro finalità esclusivamente economiche, miranti ad un dominio mondiale univocamente diretto a detrimento delle forze vitali dei popoli, ivi compresi i popoli europei. Popoli, non governanti di, non tutti. Consapevolezze, queste, che vanno coltivate.
Sì, l’escalation medio orientale-nord africana, non è questione islamica, è questione nostra.
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