Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La voce, più che autorevole di Papa Francesco, ha emesso un fragoroso e risentito no alla guerra in Siria, invocando vieppiù un’immediata pace.
Il Pontefice ha fatto ben capire che non è con altra violenza che si può giungere ad un accordo, e che nel mondo intiero c’è profonda angoscia per quello che sta accadendo ed ha messo in guardia dalle tragiche conseguenze di un attacco verso il Governo di Assad e la sua popolazione.
Ha tenuto, poi, a precisare che esiste un immenso rischio che la situazione deflagri e possa estendersi ad altri Paesi limitrofi, o schierati per l’una o l’altra sponda.
Ci sono, dunque, tutti i presupposti per arrivare in breve tempo ad una guerra mondiale, ove nessuno ne uscirebbe immune.
Pertanto, l’unica alternativa possibile è quella del dialogo e della negoziazione ad oltranza.
Papa Francesco sta ripercorrendo la mesma strada di Papa Giovanni XXIII e del suo accalorato appello alla pace tra USA e Urss all’indomani della crisi cubana.
Il Papa argentino, anche a mezzo Twitter, sta usando la sua unica arma a disposizione, e cioè l’alto grido per la cessazione di ogni conflitto bellico e l’invito alla diplomazia.
Intanto Obama, grande capo della coalizione sta prendendo tempo, lui solo con il dito sul grilletto, visto l’allontanamento anche dell’Inghilterra dalle sue posizioni.
Non sapendo, dunque che pesci pigliare, e dopo l’accorato appello del Papa, il Presidente USA ha rinviato ogni decisione al Congresso del G20, da giovedì a San Pietroburgo, una scelta opportunistica per uscire dal poco favore impasse che mina la sua immagine
Nel frattempo Assad e i suoi alleati iraniani, si permettono di farsi beffe degli USA Invitando Barak Obama ad attaccare.
Infatti, il capo di stato Siriano ha proferito ai media internazionali:
“La nostra fermezza ha sventato l’aggressione imperialista”.
Quindi, da una parte le altissime parole del Papa per un’immediata riappacificazione; dall’altra un Paese che sembra non temere niente, e pronto ad una cruenta battaglia “contro il dispotismo occidentale”.
Intanto Israele si ecercita... a lanciare missili
Il ministero della Difesa israeliano ha confermato questo pomeriggio che il lancio fino alla costa della Siria, risponde a un processo congiunto con gli Stati Uniti. "Il missile è stato lanciato oggi poiché era parte della ricerca in corso con gli Stati Uniti ed è stato rilasciato da una base aerea in Israele," ha confermato un portavoce del ministero.
Inserito da Vanessa P. il 03/09/2013 15:21:56
Non si può andare in guerra per impedire che, guerra sia!! non si può impedire che morte sia se, si va incontro alla morte certa!! sono contraddizioni che sfiorano l'assurdo razionale!! fermiamo questa guerra...blocchiamo la guerra!! Io sono con Papa Francesco!!
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