Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Da anni sia il Governo sia il Parlamento sono condizionati profondamente dalla magistratura, e la politica italiana tutta non sa veramente come muoversi, ne è assolutamente incapace, in merito ai soliti problemi quali l’immigrazione, il finanziamento pubblico, il divorzio, le droghe leggere, e quindi inabili ad affrontare i nodi fondamentali per il buon andamento del Paese, che solo i 12 referendum proposti dai Radicali potrebbero effettivamente sciogliere.
Stanno aderendo da destra e sinistra, ma non per facilitare la vita a qualcuno che politicamente è in crisi, ma perché lo Stivale tutto ne abbisogna.
Le riforme potranno essere l’unica via d’uscita da questa devastante crisi, che sta inginocchiando l’Italia e, come è stato dimostrato anche ieri dall’Ocse, che per bocca di un suo portavoce ha riferito che l’Italia è l’unico Paese del G7 ancora in recessione. Quest’anno il Prodotto interno lordo è in calo dell’1,8%.
Ma, ai nostri capi che interessa, a loro basta conservare la poltrona parlando della decadenza del Cav e di Matteo Renzi quale segretario di un PD lacerato dalle correnti interne.
Il Bel Paese, inoltre, è la nazione che più di tutti in Europa, e nel mondo, vede un così lacerante squilibrio nei rapporti tra il sistema giudiziario e quello legislativo; che accetta giudici che scendono in politica da un momento all'altro; che nientemeno acconsente che si possa essere parallelamente capi partito e PM e che non ha una legge sulla responsabilità civile dei magistrati; e che, cosa questa vergognosa, offre al potere discrezionale incontrollato delle Procure la piena gestione della causa penale.
Quindi, se i Letta e compagnia bella, non sono all’altezza di effettuare le riforme pensiamoci noi comuni cittadini, sottoscrivendo i 12 referendum proposti dai Radicali e che qui di seguito riassumiamo:
Separazione della carriera dei magistrati
Per dare ai cittadini il diritto di avere un giusto processo (come imposto dall’articolo 111 della Costituzione) e quindi di essere giudicato da un “giudice terzo”, che per essere obiettivo e imparziale non rivesta sia il ruolo di giudice che quello di magistrato.
Immigrazione
Ci sono due quesiti in merito al tema dell’immigrazione, il primo chiede l’abrogazione dell'articolo 10 bis, del T.U. sull'immigrazione, articolo che fa dell’immigrazione un reato, punendo quindi una condizione e non una condotta. Il secondo quesito vuole abrogare gli articoli 4 bis e 5 bis dello stesso testo, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese alla stipula di un contratto di lavoro.
Finanziamento Pubblico
I radicali chiedono la reale abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, così come richiesto dai cittadini con il Referendum del 1993, aggirato poi con i “rimborsi elettorali”. Il quesito chiede l’abrogazione dei finanziamenti ai partiti creati con la legge n. 96 del luglio 2012, ossia il fondo unico per finanziamento pubblico, il rimborso spese elettorali (70% del totale) e il cofinanziamento dello Stato in aggiunta alle donazione private (30%). Chiede però di mantenere, nell’ambito della stessa legge le norme relative: alle detrazioni per le erogazioni liberali, all’uso di locali per attività politiche, alla trasparenza dei finanziamenti privati, all’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, ai limiti massimi spese elettorali per elezioni comunali e europee.
Divorzio breve
La proposta vuole eliminare i tre anni di separazione necessari prima di poter chiedere il divorzio, così come previsto dall'articolo 3, numero 2), lettera b), primo capoverso della legge 1° dicembre 1970, n. 898. In questo modo si diminuisce il carico sociale e giudiziario che grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti. La richiesta per il divorzio potrà così essere fatta contestualmente a quella per la separazione.
8xmille
Il quesito chiede l’abrogazione della disposizione (legge 20 maggio 1985, n. 222, limitatamente all'articolo 47, terzo comma, limitatamente al secondo periodo) che prevede che anche l’8x1000 di coloro che non esprimono preferenza (più del 50%, ossia circa 600 milioni di euro l’anno) venga ripartito tra le confessioni religiose, in particolar modo alla Conferenza episcopale italiana che ne ottiene il 90% circa.
Abolizione ergastolo
I Radicali chiedono che venga applicata la Costituzione italiana che in merito afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, di conseguenza il “fine pena mai” è incompatibile con tale principio. Si prevede quindi l’abrogazione del codice penale approvato con Regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398 e successive modificazioni limitatamente agli articoli 17 (comma 1, n. 2) e 22.
Custodia cautelare
Con questo referendum si intende limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva, perché ad oggi lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subìto una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, è divenuto una vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Si chiede l’abrogazione del Decreto del Presidente della Repubblica del 22 settembre 1988 n. 447, “Approvazione del Codice di Procedura Penale” e successive modificazioni, limitatamente all’articolo 274, comma 1, lettera c).
Droghe leggere
La proposta punta ad eliminare quelle norme che riempiono le carceri di meri consumatori di droghe leggere, chiedendo l’abolizione del carcere per violazioni di lieve entità quali ad esempio la coltivazione domestica, il possesso e il trasporto di quantità medie, le condotte border line tra consumo e piccolo spaccio (con l’abrogazione del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, limitatamente all'articolo 73, comma 5). Rimarrebbe comunque la sanzione penale pecuniaria della multa da 3 mila a 26 mila euro. La prospettiva dei Radicali è quella di una legalizzazione completa, anche se allo stato attuale delle cose, a causa cioè delle convenzioni internazionali stipulate dall’Italia, al momento non è possibile richiederla per via referendaria.
Responsabilità civile dei magistratiIl tema prevede due quesiti che tendono a rendere più agevole per il cittadino l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, e ciò anche per i danni da questi cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove. Il quesito 1 prevede l’abrogazione dell’articolo 2, comma 2 della legge 13 aprile 1988 n. 117 (“Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati”) e successive modificazioni, e il quesito 2 chiede l’abrogazione dell’articolo 5 della stessa legge.
Magistrati fuori ruolo
Si richiede (con l’abrogazione di molti articoli dislocati in diverse leggi) il rientro nelle funzioni proprie di magistrato fuori ruolo per i centinaia di magistrati attualmente dislocati nei vertici della Pubblica Amministrazione. Se tutti tornassero alle loro funzioni originarie, si potrebbe smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati negli anni e che rischiano di diventare carta straccia per prescrizione. In questo modo si garantisce la separazione dei poteri e si elimina la commistione tra magistratura e alta amministrazione.
Dette proposte altro non sono che l’unico modo per dare voce a noi italiani su alcuni temi caldi e controversi che nessun Governo sinora ha mai voluto affrontare seriamente.
Rimbocchiamoci le maniche e pensiamoci noi, allora!
Inserito da ghorio il 04/09/2013 20:30:25
Perché i referendum possano incidere in Italia è necessario modificare le modalità, abolendo prima di tutto il quorum e poi passare da quello abrogativo a quello propositivo. Del resto sulla vicenda della giustizia si discetta da cinquant'anni quasi e siamo punto e capo, con i magistrati che fanno il bello e cattivo tempo, anche i tema di privilegi. Poi ci sono dei quesiti che, come "moderato", non firmerei mai.
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