Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il World Economic Forum ha diffuso un rapporto sulla competitività dei paesi a livello mondiale.
Per il quinto anno consecutivo la Svizzera mantiene il primato, fondato sulla sua propensione all’innovazione e la rete di istituzione. In seconda e terza posizione troviamo Singapore e Finlandia.
Scivolone per l’Italia che passa dal 42° al 49° posto; con riferimento a Spagna, Portogallo, Italia, Grecia e ai paesi emergenti il Worls Economic afferma: «Questi Paesi devono rimediare alla mancanza di efficacia e flessibilità dei loro mercati, devono promuovere l’innovazione e migliorare l’accesso al finanziamento al fine di aumentare la competitività nell’intera regione».
L’Ocse invece pubblica un'indagine secondo la quale l’Italia è rimasto l’unico paese tra i 7 più industrializzati del mondo a essere in recessione. I dati mostrano che il 2013 si chiuderà con il Pil in contrazione dell’1,8% . Un miglioramento si è intravisto, basti pensare che nel primo trimestre del 2013 la contrazione era superiore (2,2%).
Come scritto in un articolo precedente l’economia sta ripartendo e dovremmo saltarci su, anche all’ultimo tuffo.
Esistono prospettive positive sulle quali non c’è da crogiolarsi, ma che vanno perseguite con interventi sensati e mirati per risolvere i problemi esistenti: instabilità politica, aumento del fabbisogno, deficit strutturale che deve rimanere sotto il 3%.
È perciò in corso una ricerca di fondi per finanziare l'abolizione dell’Imu sulla prima casa e far fronte alle altre emergenze.
Per coprire i mancati introiti della rata di Giugno dell’imposta sugli immobili il governo conta di racimolare circa 600 milioni con il “condono” sulle slot machine, ma i gestori hanno fatto ricorso in appello e prima della sentenza non sono intenzionati a versare un euro; inoltre 925 milioni di extragettito Iva che dovrebbero arrivare dal pagamento della nuova tranche di debiti che lo Stato ha con i suoi fornitori. Se i soldi attesi non arriveranno entro novembre nelle casse pubbliche si attiverà la clausola di salvaguardia prevista nel decreto Imu: aumento degli acconti Ires e Irap, rincaro delle accise (benzina compresa).
A proposito di riforme mirate per combattere la recessione, nel 2014 L’Imu dovrebbe essere rimpiazzata con la Service tax; composta da Tari (tassa sui rifiuti) e Tasi (tassa sui servizi indivisibili, ovvero luci e quant’altro nei dintorni valorizza l’immobile o chi ne usufruisce).
Le valutazioni in merito sono discordanti. Confedilizia, per bocca di Corrado Sforza Fogliani ritiene positiva la sostituzione dell’Imu con la Service Tax; l’incidenza di questa non è però attualmente rilevabile ma è di dipendenza dei Comuni. Si tratta di una tassa che non si basa su valori patrimoniali.
Mentre per il Sunia (Sindacato inquilini) l’Imu non era una delle priorità, l’esenzione doveva essere limitata alle fasce più deboli; ma viene definita piuttosto un regalo ai ricchi.
Ci sono poi le novità sulla cedolare secca, la forma di tassazione agevolata per le case in affitto, che sostituisce Irpef e addizionali, imposta di registro e di bollo, sia sul contratto di locazione sia su proroghe e risoluzioni. L’articolo 4 del decreto sull’ Imu prevede infatti una riduzione dell’aliquota, dal 19 al 15%, nelle locazioni a canone concordato a partire dal periodo d’imposta 2013; invece viene definita come un segnale importante da Confedilizia e un segnale di fumo dalla Sunia. Ipotizzando un affitto di 500 euro al mese, nel caso di canone libero la tassa (cedolare secca) a fine anno sarà di 1.260 euro, (21%) mentre su un canone concordato di 900 euro.
La diminuzione dell’aliquota dunque porta un risparmio per chi affitta dal 2% al 6% ma non ripristina quel 20-30% di risparmio sulle tasse che era previsto con la vecchia normativa.
Non serve un’ Imu con una nuova veste.. per combattere la recessione è necessario ossigeno nei polmoni della società.. lavoro e liquidità per i cittadini oramai disincentivati, disoccupati e privi di potere di mercato. Un’altra batosta nei portafogli del ceto medio porterebbe altra stagnazione… e non scordiamoci che quel “famoso treno” sta passando !!
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