Editoriale

Atreju, Branduardi ed altre delusioni

Il più grande musicista vivente colto e popolare, tradizionale e innovativo fa sbadigliare i giovani di destra

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

treju… chi era costui?

Dopo l’abbuffata tolkieniana, dopo aver strizzato, spremuto, stirato, squartato, passato ed estruso “Il Signore degli Anelli”, senza per lo più averlo mai letto, né men che meno compreso – al più visto il film – ci voleva una ventata di originalità originale.

Ed ecco che quindi, qualche intellettuale dell’allora “centro-destra” del PdL, ha sfornato il nome dell’eroe ragazzo de “La Storia Infinita”, piccolo grande capolavoro di Michael Ende (è tedesco quindi, per favore, non leggetelo Maicol End come ho già sentito fare ).

Peccato che i “creativi” dell’allora frangia cameratesca del PdL non si siano resi conto di aver fornito un bell’agio di battute sconce ai detrattori. Cose del tipo: “Più che ad Atreju il PdL va a tr…ie”, ma si sa che l’umorismo da vernacoliere è greve e non comprende l’alta e nobile creatura culturale che si è voluta costruire.

Dunque ora mi perdonerete spero, se racconto la mia esperienza in merito, certo essa non importi a nessuno, ma non si sa mai.

In genere diserto, rifuggo come la peste ed i monatti scampanellanti tutte queste “kermesse” partitico politiche “de noantri” in quanto mi producono uggia e noia incontenibile, imitazioni malriuscite quali sono delle vecchie “Feste dell’Unità” dove almeno c’era la piadina, le sarcicce e tante buone cosine da mangiare a prezzi da “Politburo” (non so se si scriva così ma essendo di “destra” un po’ ignorante lo sono anch’io e con l’alemanno non ci vado molto d’accordo ).

Dicevo “Atreju”… sì quell’ “ensamble” di “stand” e tensotrutture tutte uguali simili a quelle che affollano il Lungotevere d’estate, ma che ha come “brand” (mi hanno detto si dica così se vuoi essere “giovane” ) uno strano pupazzetto simil spermatozoo - ma antropomorfo - che fa delle cose… va in giro, vede gente, corre, salta, palleggia, rimbalza e fa il morto. Non so se riporti il bastone ma di certo è brutto.

Brutto. Brutto, brutto, ma proprio brutto.

La Fantasia è stata soggiogata dal Nulla che incombe, con buona pace di Atreju ed il Fortunadrago.

Una volta c’erano le illustrazioni di Frazetta, ora questo “simbolo” in grafica tridimensionale è meno “violento”, si dissocia da quell’immagine anni ’70 del guerriero alla Conan il Barbaro.

Siamo civilizzati adesso, quindi ci facciamo rappresentare da un pupazzino asfittico e macrocefalo.

Dunque “Atreju”… divago sempre, perdonatemi sarà l’età, ma quando si hanno appena compiuto i cinquanta inverni qualche cosa della memoria comincia a svanire per lasciare spazio alle menti più giovani.

Decidiamo, all’ultima scorsa manifestazione di “Atreju” intendo, di parteciparvi perché – alla buon’ora – vi compare un evento più che interessante. Infatti l’organizzazione, illuminata da un improvviso folgoramento damasceno ha finalmente pensato di programmare un concerto di Angelo Branduardi.

Ci hanno messo molto tempo a capirlo ma l’hanno fatto e di ciò plaudiamo.

Va detto che la sera del concerto Roma era reduce da un acquazzone forte di inizio autunno per questo, forse, qualche “fiero alleaten”, lo zoccolo duro della militanza dura e pura, quelli “senza paura” per intenderci, ha ben pensato che fosse meglio restare a casa all’asciutto, quindi se c’era poca gente tra il pubblico ciò è dovuto alla furia degli elementi scatenati, a Giove Pluvio e alla buonanima del Colonnello Bernacca.

Noi comunque, che siamo privi della virtù della prudenza, siamo andati lo stesso apprezzando da quando si era ragazzini l’unico – lasciamo stare Lucio Battisti che non è proprio aria per favore, non me ne vogliano i suoi estimatori ma siamo su due piani distanti svariati “parsec” l’uno dall’altro – ripeto l’unico artista, Musicista, che abbia saputo fare “musica tradizionale” rinnovandola e divulgandola ad un pubblico eterogeneo, senza mai lasciarsi attaccare etichette partitiche o politiche.

Branduardi, da quel grande, serio professionista di musica colta, nobile, popolare ed antica che è, tiene un concerto memorabile, sottolineato da una vera e propria “lectio magistralis” sul significato tradizionale della Musica e persino su quel “diabolico” strumento che è il violino.

Lo fa in modo straordinario come è da lui, egregio, semplice e colto al tempo stesso e professionalmente ineccepibile, come se la platea fosse al completo invece che vuota per oltre tre quarti.

Pochi seguono il tutto, pochi conoscono le canzoni, tranne la “Fiera dell’Est” che viene cantata tipo nenia, forse perché alcuni, appena nati allora, l’hanno poi imparata all’asilo dove è un “must” ( mi hanno detto si dica così se vuoi essere “trendy” ).

La cosa divertente, si fa per dire, è che – io sono un tipo un po’ bizzarro lo si sa e, a volte, mi distraggo – nel guardarmi intorno non soltanto vedo la noia, la disattenzione ed il disinteresse verso quanto Branduardi va dicendo sulla Musica come “sacralità” e sul Suono nelle varie culture e tradizioni, ma osservo che i primi a non seguire sono proprio gli stessi organizzatori che di certo,  edotti sapientemente e profondamente in ambito tradizionale, già erano a conoscenza di tutto ciò.

In quel momento ho realizzato quale fosse lo “stato dell’arte”, o meglio “lo stato della parte” della cosiddetta “cultura di destra”: il disinteresse, l’autosufficienza commista a una discreta dose di spocchia.

Proprio tutto quello che uno del calibro di Angelo Branduardi non ha avuto suonando “il violinista di Dooney”… purtroppo i presenti non sono riusciti a capirlo ed hanno continuato, imperterriti, a parlare tra loro.

“Così è la vita e il mondo, come vento e nube fugge via”. Ad “Atreju” sanno chi l’ha cantato tanti anni fa? Lo sanno?

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da tattutemailia il 14/09/2020 15:13:41

    free casino games online casino games free online slots casino bonus codes [url=http://onlinecasinouse.com/# ]casino real money [/url]

  • Inserito da aleale il 11/09/2013 17:47:42

    Articolo semplicemente stupendo, che dice molte tristi verità. Ma - chissà? - le cose cambiano, qualcuno riprenderà (o prenderà) a leggere i libri - questi sconosciuti - invece di strimpellare sui tasti dei vari i-phone, i pad etc., e ... sì, le cose cambieranno. Anche grazie ad Atreju?

  • Inserito da Ommadawn il 08/09/2013 11:07:45

    La cultura in Italia, questa sconosciuta. Se non fosse stato per lo zoccolo duro romano della Locanda del Malandrino, forse gli spettatori sarebbero stati molto meno...

  • Inserito da ryna il 07/09/2013 14:55:09

    qu'est qu'il est allé faire à un truc pareil Branduardi???il est naif ou idiot?

  • Inserito da ines doffini il 07/09/2013 14:19:00

    Anch'io lo scorso anno, il 13 settembre, ho avuto la fortuna di poter assistere al concerto di Branduardi. Ricordo di averlo saputo solo il giorno prima, per puro caso: l'evento non era stato minimamente pubblicizzato.

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